"Come fai a permetterti un hotel?". Aggrotto le sopracciglia, diffidente e pure preoccupato.
Stefano si affretta a salire una rampa di scale marmoree, verso l'entrata principale di quello che dev'essere il famoso hotel.
"Non sono uno sprovveduto come te. Prima di partire ho rubato abbastanza roba da scambiare, dai magazzini amministrativi."
Annuisco, compiaciuto. I furti sono il pane quotidiano del dopoguerra, non c'è da stupirsi se anche una sentinella ben stipendiata come lui commette degli illeciti. Benvenuti in Italia!
Gli è costato un occhio della testa e ha pagato anche per me, ovviamente, che in pratica sono diventato il suo parassita. Ha scambiato una pistola automatica con una doppia per tre notti. Quell'arma sarebbe costata, quando ancora si usavano i soldi, almeno 900 euro. E scommetto che "800 euro" coprirebbero solo il costo dell'acqua e del cibo che consumeremo.
Mi sembra di sognare. Ambienti così non me li sarei neanche mai sognati! Sono cresciuto nello schifo più totale e ora eccomi qui, in un albergo di lusso – non so se è davvero di lusso ma tutto è lusso, in confronto a come stavo messo prima – a scalpitare davanti a una magnifica doccia in pietra lavica e vetro.
Ma Stefano mi frena, stringendomi un braccio. "L'acqua è razionata, bestiola. Il sistema a tempo non prevede due docce consecutive. Dobbiamo fare insieme."
E sia. Ci spogliamo completamente e chiudiamo la porta a vetro alle nostre spalle, e aprendo finalmente il getto iniziamo a insaponarci in fretta. Neanche tre minuti dopo, però, Stefano rigira il rubinetto e arresta il flusso.
"Ma che fai?"
"Rimangono cinque minuti, secondo il timer. Il tempo per risciacquarsi."
Mi giro e mi ritrovo faccia a faccia con Stefano, lo guardo prima confuso e infastidito, poi inizio a capire... che ha voglia di scopare. Lo capisco da come esita col corpo, ma con gli occhi mi divora da capo a piedi. Gli faccio gola, lo so, e se negassi il contrario... beh, mentirei.
Lascio che si avvicini ancora di più, mi ritrovo pressato contro le mattonelle.
"Ce l'hai il..."
"Sì, ce l'ho."
"Bene" sussurro. Abbasso le palpebre e mi faccio afferrare per la nuca. Mi ritrovo coinvolto in un bacio prepotente, mi piace... E se proprio devo dirla tutta, mi sento in debito con lui. È vero che questo stronzo mi avrebbe tranquillamente lasciato a morire nello skuoll, ma lo stesso varrebbe se non mi avesse dato da bere, da mangiare e da dormire in questi giorni.
Divento docile, mi lascio istruire e guidare tra le pieghe sode del suo corpo, e lui mi gira e mi schiaccia contro le mattonelle fresche e bagnate della parete. La sua faccia mi affonda nell'incavo del collo e lo lecca su e giù, e così mi viene completamente duro, caro Step... vuoi farmi impazzire? Mi mordo il labbro inferiore, nel tentativo di resistere per non dargli la soddisfazione di sentirmi gemere dalla voglia che mi ha fatto salire. Ovviamente, non mi era mai successo con nessun altro in vita mia, dato che non ho mai avuto tempo per le relazioni "serie" e i miei clienti erano per la maggior parte vecchi bavosi.
Le grandi mani di Stefano bloccano le mie al muro mentre col bacino spinge, mi fa sentire la potenza della sua mazza, s'infila a mo' di spada nella roccia. Strizzo gli occhi e cerco di rilassarmi, è evidente che è talmente stanco e stranito da non voler fare alcun tipo di preliminare... così cerco di aiutarmi da solo con un po' di balsamo recuperato dalla mensolina. Con un mezzo sgambetto, il coglioncello mi accompagna al suolo e mi fa mettere a quattro zampe, s'infila in fretta e furia il profilattico e il resto, beh, è cliché.
Mi sento andare a fuoco. Le mie guance si colorano di un rosso brillante mentre mi fotte come vuole, facendomi capire che non ha mai smesso di desiderarmi in quel senso. Mi lusinga, lo devo ammettere. Non posso proprio dire che lui mi faccia schifo, anzi. Lo strozzerei, è vero, ma ci dà dentro quando deve. A volte fa l'egoista, altre il generoso: tipo adesso, con una mano lubrificata di balsamo mi masturba nel modo migliore possibile.
"Sì, sì..."
"Fa' il bravo", mi sussurra roco, col fiato spezzato dalle sue stesse spinte "vieni con me..."
Per un secondo, mi ritrovo a pensare al doppio senso della frase. Vado con lui in tutti i sensi, insomma. Okay, anche se è difficile mi devo concentrare e aspettarlo.
"Avvertimi, quando-"
"Ci sono..." geme nel mio orecchio, poi mi costringe a girarmi verso di lui e a baciarlo.
Il suo orgasmo lo sento anche nella mia bocca, mi fa assaggiare il suo rantolo di godimento mentre spinge a fondo il suo piacere nel mio didietro. Wow, devo dire che è dannatamente sexy... Mi sento sciogliere.
"Ah..." e così l'ho raggiunto. Mi affloscio ginocchioni e con le mani sul piatto doccia per riprendere fiato, i muscoli delle gambe stanno gridando pietà e misericordia.
Appoggio la fronte alla parete davanti a me, sentendo uno strano imbarazzo crescermi dentro: non mi sono mai sentito così appagato dopo un orgasmo... Mi fa strano, non mi sento più io. Mi fa sentire un guscio vuoto.
Ma prima che io possa decidermi a rimettermi in piedi, sciacquarmi e uscire da qui, sento le nocche di Stefano che mi sfiorano la guancia, in una carezza del tutto inaspettata.

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Cuore di plastica
AdventureStefano ed Elìa vivono circondati dalla spazzatura. Non sono amici, si scambiano favori: uno lo paga e l'altro lo accontenta. Soffocati dalle polveri sottili e dalle plastiche, i cittadini di un'Italia postbellica muoiono di cancro o infettati da m...