Che lo dico a fare? In questi giorni, mi sono fiondato sul cibo come una bestia a digiuno da settimane.
Il personale dell'hotel mi fissa con sdegno e scommetto che anche Stefano si vergogna di portare in giro una bestiola maleducata come me. Ma chissene, stavo morendo di fame e qui hanno del cibo vero: coltivato nelle loro serre sul retro del palazzo e Dio solo sa quant'è buona questa roba.
La sala è quasi vuota, dato che in pochi possono permettersi di stare in un posto come questo o almeno credo. Stefano non sembra molto rilassato, non so perché, non mi va di chiederglielo. Sono troppo intento a divorare due cornetti decongelati e un piatto di frutta fresca.
"Dopo il check out, cambieremo città."
Lo guardo, perplesso. "Finiremo mai di fare i nomadi?"
"Abbiamo appena iniziato e già lo chiedi? Sei una rottura di palle, facevo bene a lasciarti indietro". Stefano si accende una sigaretta, in barba al divieto di fumo al chiuso. Il personale lo lascia fare, a chi importa respirare un po' di fumo passivo quando la gente muore per dissenteria e radiazioni?
"Non ho ancora capito che problema hai con me, Stefano."
"Che intendi?"
"Mi domando solo che genere di traumi hai avuto con le persone in passato, per trattarmi come fossi il tuo cane. Sei pure bipolare: a letto mi fai le fusa, poi te ne esci con queste frasi orribili."
Lui sbatte le palpebre, portando le dita tatuate alla bocca succhia brevemente dal filtro. Mi guarda con un cipiglio indecifrabile. "Sei interessante, Elìa. Un passato tremendo, il tuo, e ti ostini a credere nel prossimo e nell'etica del comportamento, defunta durante l'ultima guerra mondiale. Ti fa onore, sei un uomo d'altri tempi."
"Vaffanculo, Stefano."
"Dico sul serio", insiste, in un cambio d'atteggiamento che m'infastidisce e basta. "Tu pensi davvero di meritare un po' di bene in questo mondo, vero? Ah, io ho smesso di crederlo da un pezzo."
Sospiro, frustrato. Mi ha fatto passare pure l'appetito e io so perché: ha ragione. È un arrogante figlio di puttana, ma quando parla non sbaglia, purtroppo. Io non dovrei elemosinare affetto da nessuno!
"Va bene", concedo, provato. "Ma è anche vero che potresti sforzarti di farmi capire... che fine farò, con te."
Storce la bocca in una smorfia antipatica. "Questa conversazione sta diventando insensata. E adesso sbrigati ad alzare il culo dalla sedia, ché dobbiamo rimetterci in marcia."
Stefano si è messo in testa di prendere un traghetto dal porto di Giulianova per andare a Trieste. Ci è giunta notizia di una linea di predoni marchigiana diretta verso sud, col risultato che dobbiamo cambiare i piani.
Che mi aspettavo? Neanche Stefano, quando è partito dal mio skuoll, sapeva dove sarebbe andato a parare. Come se non bastasse, abbiamo ufficialmente finito la roba da barattare: ha usato tutto per pagare i due biglietti per il traghetto. Arriveremo a Trieste (se tutto va bene!) senza niente di niente in tasca.
Però... forse Stefano ha ragione anche quando dice che devo smetterla di lamentarmi. Specialmente dopo questa cosa: avrebbe tranquillamente potuto lasciarmi a Giulianova e imbarcarsi da solo e con qualche risparmio in tasca.
Invece ha speso le ultime cose per portarmi con sé... Forse, e dico forse, comincio a capirlo. Lui è quel tipo di persona che non si esprime a parole, ma solo con i fatti.
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Cuore di plastica
AdventureStefano ed Elìa vivono circondati dalla spazzatura. Non sono amici, si scambiano favori: uno lo paga e l'altro lo accontenta. Soffocati dalle polveri sottili e dalle plastiche, i cittadini di un'Italia postbellica muoiono di cancro o infettati da m...