I - Nico

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Non era possibile. Nico non poteva crederci. Dopo anni, l'aveva incontrato di nuovo. Il dio che odiava di più al mondo l'aveva trovato un'altra volta.

Dopo la guerra contro Gea che aveva quasi distrutto il mondo il figlio di Ade era tornato al palazzo di Diocleziano per vedere se in qualche modo lo scettro era tornato lì dopo che si era distrutto. Sapeva che c'era poca speranza, ma aveva voluto andare lo stesso; lo scettro era potentissimo, poteva essere usato contro mostri e nemici; e poi aveva bisogno di staccare dalla vita al campo, e... da Percy. Si, era ancora innamorato del figlio di Poseidone, ma non se ne vergognava. Solo, non aveva trovato il modo per dirglielo, non era riuscito, non ora che lui ed Annabeth erano così contenti insieme dopo i mesi in cui Percy era scomparso. E poi c'era Will Solace, un ragazzo della casa di Apollo. Nico lo odiava. Cercava sempre di fargli compagnia, perché essendo lui figlio di Ade non riusciva a stare mai con nessuno, e spesso non voleva proprio, infatti la maggior parte delle volte Nico respingeva Will, non voleva stare con lui: era troppo solare, l'opposto di lui, anche di aspetto fisico. Nico era un ragazzo magro con la pelle chiara, gli occhi e i capelli neri e i vestiti sempre dello stesso colore. Era anche riuscito ad avere una maglietta del campo nera con il pegaso-scheletro. Inoltre, aveva sempre appesa alla cintura una spada di ferro dello Stige. Will invece era muscoloso, aveva i riccioli biondi e gli occhi azzurri, la faccia tempestata di lentiggini e la pelle abbronzata. Non portava armi alla cintura, anzi, era il medico migliore del campo. Per questo Nico aveva deciso di andarsene; non voleva vedere nessuno per un po', e aveva usato la scusa dello scettro per andare lì. In fondo voleva trovarlo davvero.
Dopo ore di esplorazione decise che la sua ricerca era inutile, perciò uscì dal palazzo, nascosto dalla Foschia, dato che un ragazzo con una spada che usciva illegalmente da un palazzo avrebbe destato non pochi sospetti. Nico doveva cercare un'ombra per incontrare la Signora O'Leary, il suo passaggio al campo scelto ovviamente da Solace poiché durante i suoi ultimi viaggi nell'ombra per portare al campo mezzosangue l'Athena Parthenos, aveva rischiato di scomparire in un'ombra, e da allora l'aveva perseguitato, dicendogli di non viaggiare più nell'ombra per molto tempo, poiché sarebbe potuto diventare uno di esse
-Ordini del dottore, Nico- gli diceva sempre il figlio di Apollo.
Nico si era diretto verso l'ombra di un albero quando avvertí una sensazione, e un brivido gli corse lungo la schiena.
-No- disse -Non è possibile, non puoi essere tu-
-Oh, Nico, si che sono io- disse una voce nel vento; una voce che il figlio di Ade conosceva, una voce che il figlio di Ade odiava più di qualsiasi altra, persino più di quella di Will, che parlava sempre di sole e cose belle.
-Avanti, fatti vedere se hai il coraggio- disse Nico, sguainando la spada in ferro dello Stige. Non potendo vedere il dio era poco utile, ma se fosse riuscito a farlo apparire gli avrebbe staccato quella bella testa dal corpo.
La voce rise
-Ti sono mancato?- disse, mentre il corpo di un dio che Nico conosceva molto bene appariva davanti a lui.
-In realtà no, per niente- disse Nico, gettandosi verso di lui con la spada e un urlo di rabbia e rancore, un urlo che racchiudeva tutta la sua rabbia verso il dio dell'amore.

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