VII - Will

109 8 7
                                    

Will non ricordava niente dopo le parole di Chirone: "Temo di sì, Will"
Non era svenuto per lo shock o altro, non sapeva neanche perché era svenuto. Aveva visto qualcosa, però: un ragazzo di circa diciassette anni, biondo e con gli occhi azzurri legato a una sedia con spesse catene. Will cercò di capire dove si trovasse quel ragazzo. Era buio, si intravedevano delle colonne e un altare di marmo bianco. Un tempio... ma dove? Al Campo Mezzosangue non c'erano tempi simili. A meno che... il ragazzo legato alla sedia lo chiamò, interrompendo il suo filo di pensieri:
"WILL!" diceva "Will! Ho bisogno di te! Vieni a cercarmi, ti prego! Cercami dove l'acqua di Roma scorre; sono prigioniero dei figli della guerra che con voi hanno combattuto. Aiutami, ti prego" la voce si affievolì alla fine, e Will in quel momento si svegliò. Era su un letto in infermeria, una mano gli tamponava la fronte con un panno fresco e lui si chiedeva dove fosse e perché suo padre dovesse sempre parlare in enigmi
-Che... che succede?- disse Will. Nico lo guardò con i suoi occhi neri
-Finalmente sei sveglio! Hai dormito per quasi tre ore. È ora di cena. Come stai?- disse, con aria preoccupata
-Io... bene- si fidava di Nico, gli avrebbe detto della visione -Mentre dormivo ho visto qualcosa, Nico- disse. Nico corrugò la fronte
-Parla, ti ascolto- disse.
-Ho visto mio padre. È incatenato a una sedia in un tempio, solo che non so dove sia. Mi ha detto di cercarlo e ha detto che dov'è lui scorre l'acqua di Roma, e ha menzionato dei figli della guerra che hanno combattuto con noi. Ho dei sospetti, ma...- Will gli disse ciò che pensava, e quando finì Nico imprecò a bassa voce
-Dannazione! Dev'essere così, Will. Solo che... non so, mi fidavo di loro. Ne sei sicuro?- Will annuì
-Sì, non può essere altrimenti. Devo dirlo a Chirone- Will tentò di alzarsi ma gli girò la testa, quindi si sedette subito
-Ehi, con calma, raggio di sole. Vado io da Chirone, tu riposati- disse Nico, sorridendo. Will si sdraiò solo perché aveva un debole per il sorriso di Nico, ma non riuscì a chiudere occhio. Se il dio Apollo era incatenato e non riusciva a fuggire, doveva esserci qualcosa di magico in quel posto o in quelle catene. Ma com'era possibile? Se i suoi sospetti erano fondati, non c'era quel tipo di risorse dove Will pensava che fosse prigioniero. O forse... doveva avere delle risposte, doveva sapere.
In quel momento Nico tornò con un vassoio in mano
-Tieni. Mangia- gli porse il cibo, e Will cominciò a mangiarlo, stupito di quanta fame avesse
-Chirone ha detto che secondo lui abbiamo ragione, e ci ha dato il permesso di andare in missione. Possiamo scegliere un'altra persona da portare con noi oppure andare da soli-
gli raccontò Nico. Will era contento perché avrebbe avuto una possibilità di stare solo con Nico, ma era infuriato con il rapitore di suo padre.
-Andiamo io e te, Nico. Attuteremo meno l'attenzione, il nostro odore non sarà troppo forte. Inoltre, sei la persona di cui mi fido di più- Nico arrossì, ma poi si ricompose e disse:
-Sono d'accordo, ha senso. Dovrai portare il tuo kit da medico e anche la spada. Inoltre, avremo bisogno di provviste-
-D'accordo, vado subito- Will tentò di alzarsi, ma gli girò forte la testa. Nico lo ributtò sul letto
-No, tu non vai da nessuna parte. Pensa solo a rimetterti. Partiamo domani- disse. Will accettò, anche se con riluttanza. Ogni ora che suo padre passava incatenato in quel luogo, si indeboliva sempre di più. Dovevano salvarlo, il più presto possibile

Sunshine & Shadows Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora