capitolo 1

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Sono a Londra da un giorno e mezzo e già mi sono persa circa 100 volte. Per fortuna sono sempre riuscita a trovare la strada di casa senza grossi problemi e ho pure incontrato gente molto disponibile ad aiutarmi, non si direbbe ma i londinesi sanno anche essere gentili.
Sono arrivata giovedì sera tardi e ho passato tutta la mattinata di venerdì a capire come sistemare casa per questi primi giorni e ho dovuto pure arrangiarmi un po' per cibo il che mi rende alquanto nervosa e scorbutica. È venerdì sera ed è arrivato il momento di andare a fare la spesa per rendere questo soggiorno normale, l’unico problema è che sono senza macchina e il supermercato più vicino dista 20 minuti da casa e nella mia mente devo comprare troppe cose, ma come si si dice “hai voluto la bicicletta e ora pedala”.
Mentre percorro la via verso il supermercato mi presento, mi chiamo Micaela ho 27 anni e mi sono trasferita a Londra per lavoro, sono un ingegnere elettronico e la mia azienda mi ha mandata per un anno in “esilio” in questa terra terra sole e con molta pioggia, ma ormai dovrei esserci abituata dopo un anno a Milano. Non sono abituata a questi climi grigi, sono nata e cresciuta in Sicilia, e il sole è quasi d’obbligo. 
Fortunatamente la mia azienda mi ha trovato un bellissimo trilocale ammobiliato molto vicino alla mia nuova sede lavorativa al centro di Londra, sembra tutto perfetto vero? Certo, peccato manchino vicino i supermercati, in compenso ho sotto casa una bellissima libreria. In questo giorno e mezzo ho provveduto a sistemare la casa meglio che potevo ma ancora ci sono molte migliorie da fare però lo stomaco reclama e ho bisogno di riempire il frigo, non posso certo vivere di the e biscotti, e poi detto tra noi a me il the nemmeno piace.
Arrivata al supermercato mi sono fatta prendere un po' la mano, il carrello è un po' troppo pieno ma vi posso assicurare che è tutta roba essenziale, soprattutto il barattolo di Nutella, devo pure consolarmi in qualche modo.  Prese tutte le cose necessarie mi sono messa in coda alla cassa e mentre osservo le caramelle un ragazzo mi passa davanti come se niente fosse.
“Che cafone, è così che funziona a Londra?” dico tra me e me, forse ad un volume un po' alto ma sto parlando in italiano, che mi capirà mai?!?
In quel preciso istate il ragazzo si gira, sono così fortunata che ho beccato l’unico ragazzo londinese che conosce l’italiano. Infatti mi dice: “scusa dici a me?”
“Si, dico proprio a te. Ti sei accorto o meno che ero in fila?”
“ Ad essere sincero no, ti avevo scambiato per una bambina in attesa della mamma”
Okay essere bassa ma da qui ad essere scambiata per una bambina mi sembra anche troppo. Sono anche vestita abbastanza da adulta almeno per i miei standard. 
“Beh come vedi non sono una bambina e anche se lo fossi è educazione chiedere prima di saltare la fila.”
Solitamente sono una ragazza timida e non ribatto mai, ma sarà la fame sarà lo stress del trasloco mi sono proprio liberata. Dopo la sfuriata mi fermo un attimo ad osservarlo, certo rispetto a me è decisamente alto, almeno 1,80 ma non sarà molto più grande di me, ha capelli castani e occhi castani ma con dei riflessi verdi e tutto sommato ha pure un bel sorriso, molto gentile. Sembra un modello o comunque qualcuno abituato ad essere osservato e ammirato, e questa cosa non la sopporto.
Lui invece di ribattere si è messo a ridere e invece di cedermi il posto ha continuato a poggiare le cose sul rullo ed è andato a pagare. La cassiera gli rivolge un bel sorriso e dopo aver imbustato tutto va verso l’uscita ma prima di oltrepassare la porta si gira e mi saluta con la mano e mi fa l’occhiolino. 
Per un momento rimango senza parole, poi mi accorgo che dietro di me si era creata una leggera coda allora in fretta deposito tutto sul rullo e termino la mia spera.
Una volta fuori attendo accanto al semaforo per attraversare e uscire dal parcheggio quando una macchina si accosta e abbassa il finestrino.
“Ti serve una mano?”
Mi rendo conto che sembro un po' ridicola, ho una zaino sulle spalle, il carrellino della spesa e una borsa molto piena, sembro una sfollata, però se mai vi è capitato di essere fuori sede sono sicura che mi capirete. Quando sento quella voce per poco non faccio cadere la delle borse rischiando pure di rompere qualcosa. Mi volto e lo vedo, il ragazzo di 10 minuti prima.
“Che fai mi segui? Comunque no grazie, non accetto passaggi dagli sconosciuti”
“Ma io non sono uno sconosciuto, ci siamo già incontrati”
“Si nei tuoi sogni” rispondo quasi senza riflettere
“Questa frase l’ho già sentita” ribatte subito lui sorridendo, sembra quasi che la cosa lo diverta.
“Ora se non ti dispiace  dovrei andare, prima che si scongelano i surgelati” e detto questo attraverso.
Dopo qualche secondo mi accorgo che una macchina mi sta seguendo e sono quasi sicura di sapere a chi appartiene ed infatti il signorino ha rallentato il traffico fino al semaforo cge mi costringe a fermarmi.
“Dai sali non farti pregare e soprattutto non farmi rallentare il traffico”
Sono tentata nel cambiare direzione, ma sono molto stanca e rischio davvero di far scongelare tutto così in un attimo di incoscienza apro la portiera e metto tutto dentro la macchina.
“Brava ragazza, comunque non ci siamo presentati, piacere mi chiamo Jorginho”
“Micaela”
“Allora dove la porto signorina?” mi dice facendomi di nuovo l’occhiolino e a quel punto ormai esasperata gli dico l’indirizzo.
Per fortuna per tutto il tragitto tace e non mette neanche il navigatore, deve essere proprio pratico della città.
Arrivati nelle vicinanze del palazzo gli dico “Puoi lasciarmi qui, il palazzo è quello”.  M lui sembra non ascoltarmi e imbocca la traversa e non lascia neanche la macchina nel parcheggio esterno ma va in quello sotterraneo che tecnicamente è riservato ai residenti e con pochissime manovre lascia la macchina nel posto numero 8.
Spegne il motore, esce dalla macchina e senza dire nulla si dirige verso l’ascensore. A quel punto il mio sospetto diventa realtà io e il misterioso ragazzo abitiamo nello stesso palazzo.

*Spazio autrice*
Premetto che questa è uno storia scritta di getto e che quindi ha molti difetti, non so ancora come proseguirà.
Inoltre tempistiche e personaggi non saranno fedelmente attinenti con la realtà ma cercherò di essere quanto più reale possibile. Grazie a chiunque spenderà un attimo per leggerla.

Ossimoro || JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora