Capitolo 21

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Sono le quattro di pomeriggio di domenica e sono ufficialmente in crisi, Jorge passerà a prendermi tra meno di tre ore e non sono ancora pronta.

Fino ad ieri ero molto tranquilla, di mattina ovviamente non ci siamo visti perché era in palestra, di pomeriggio sono andata a vedere la partita e lui ha pure segnato un bellissimo rigore, a fine partita mi aveva invitato a cena con tutta la squadra ma per questa volta ho rifiutato perché volevo stare un po' tranquilla e infatti mi sono chiusa in casa fino a che non è spuntato lui con i miei gusti di gelato preferiti e siamo stati insieme per un po'.

"Sei nervosa per domani?" mi chiede mentre divoriamo il gelato

"No, ho motivo di esserlo?"

"No, non devi"

"Tu invece mi sa che sei nervoso" lo prendo in giro

"Si vede così tanto"

"guarda che io stavo scherzando"

"Resta il fatto che sono nervoso lo stesso"

"E perché mai?"

"Perché qualcosa potrebbe andare storto"

"E noi prendiamo tutto con allegria come abbiamo sempre fatto no?"

"Come quella volta in cui abbiamo fatto i biscotti con il sale?"

"Ecco esatto come quella volta là"

Ed eccomi qui a fissare il mio bellissimo vestito sul letto indecisa su come fare i capelli o se smaltare le unghie. Inizio a guardare il portagioie per scegliere gli orecchini quando sento vibrare il telefono.

"Pronto Ori, tutto bene?" le chiedo un po' preoccupata. Le cosa con sua mamma vanno molto meglio però resto sempre un po' allarmata.

"Io si, ma tu sei pronta? Sai che prima di uscire devi mandarmi una foto"

"Ancora sono in accappatoio e ho una crisi, quasi quasi annullo tutto"

"Stai scherzando vero? – mi rimprovera subito – sono sei mesi che conosci questo ragazzo e che ti piace. Finalmente ti invita e tu vuoi disdire? Se non ti prepari subito vengo lì e ti faccio preparare con le buone o con le cattive"

Ecco lei si che è riuscita a calmarmi e a strapparmi pure una risata.

"Okay mi vesto, solo un consiglio come sistemo i capelli?"

"E me lo chiedi pure, lasciali mossi sulle spalle che con quel vestito ti staranno benissimo"

Così chiudo la chiamata e inizio a darmi una mossa perché non voglio farlo aspettare.

*Jorginho*

Sono pronto da quasi un ora ma ovviamente non posso andare da lei, ecco perché vado a fare un giro e casualmente noto un fioraio nuovo e deciso di prenderle un mazzo di fiori, anche se non so che fiori le piacciono. Spero che possa comunque apprezzare il gesto.

Alle 18.45 non riesco più ad aspettare e le mando un messaggio per chiederle se è pronta e appena mi risponde in maniera affermativa busso subito alla sua porta.

*Micaela*

Quando apro la porta mi porge un mazzo di fiori e la cosa mi sconvolge un bel po', non mi hanno mai regato fiori se escludo la laurea e la cosa mi rende molto felice.

"Li metto in un vaso e poi andiamo" gli dico subito

Il problema è che in casa non ci sono vasi e quindi adatto una brocca a vado almeno in via provvisoria

"Dovrò regalati anche un vaso allora" mi dice lui

"e perché?"

"Perché ho intenzione di regalarti spesso dei fiori"

Quando usciamo non vuole dirmi dove siamo diretti, ma conosco così pochi ristoranti che per me non è una novità. Dopo una ventina di minuti arriviamo in un ristorante non molto centrale che sa di intimo e tranquillo, decisamente il mio stile e il cameriere all'ingresso ci porta ad un tavolo molto tranquillo.

"Hai scelto questo posto per non farti sommergere di fan?"

"No, l'ho scelto perché mi ricorda te, è un posto tranquillo dove si può essere se stessi e soprattutto perché si mangia bene"

Inutile dire che la cena va benissimo, facciamo un gioco in cui ordiniamo il piatto dell'altro e dopo sei mesi di pranzi e cene insieme non viene affatto male, ridiamo e scherziamo come facciamo a casa.

"Ti va il dolce?" mi chiede dopo aver finito il secondo

"A dire il vero sono piena"

"Allora ti va una passeggiata?"

"Si, quella molto volentieri"

Lasciamo il ristorante e con la macchina ci dirigiamo verso Kensington Gardens e mentre passeggiamo lui mi prende la mano, parliamo del più e del meno senza stancarci e soprattutto senza pensare che l'indomani è lunedì e che dobbiamo iniziare una nuova settimana. Dopo quasi un ora che giriamo mi chiede

"Ora ti va il dolce?"

"Si, ora ho decisamente fame"

"Perfetto allora torniamo a casa che ho preparato il tuo dolce preferito"

Arrivati a casa in maniera poco aggraziata perché non sono una principessa mi tolgo i tacchi che mi stavano torturando i piedi e con poca leggiadria mi metto sul divano. Lui arriva poco dopo con due piatti contenenti un bellissimo tiramisù.

Mangiamo in silenzio perché forse ci siamo detti tutto, ma la verità è che quel silenzio era comunque ricco di significato. Ad un tratto mi giro e lo vedo sporco di panna vicino al labbro, mi avvicino per pulirlo e mi bacia.   

Ossimoro || JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora