capitolo 18

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In appena due giorni a casa sono stata invitata a fin troppi pranzi e cene per sentirmi sola. Per fortuna con la scusa di aiutare Oriana sono stata risparmiata da molti altri appuntamenti o domande indiscrete. Tutte tranne quelle di mia mamma.

Lunedì pomeriggio mentre l'accompagno per negozi inizia a chiedermi di Jorge

"Quindi come va con il tuo vicino di casa?"

"Bene" le rispondo telegrafica

"Solo bene? Non mi avevi detto che era un calciatore?"

"Si, infatti spesso vado allo stadio quando gioca in casa."

"Ti stai appassionando al calcio quindi" mi chiede curiosa

"Assolutamente no, mi piace solo fare il tifo per lui e molte volte mi porto un libro per ammazzare il tempo, e poi ovviamente lo costringo a guardare la pallavolo la domenica"

"Ti ha dedicato qualche gol?"

"Solo una volta, non è attaccante quindi alle volte non segna."

"E quindi quando ce lo presenti?" mi chiede alla fine

"Parte dal presupposto che non c'è nulla da presentare, se verrai a Londra lo conoscerai" e con questo mi fiondo in libreria per chiudere il discorso.

*Jorginho*

Sono partite da due giorni e già mi mancano, mi dispiace non essere riuscita a salutare Oriana, se ho avuto il coraggio di invitare Micaela a cena è tutto merito suo.

Una sera mentre stavamo aspettando il rientro di Michy da lavoro eravamo sul divano a chiacchierare

"Quindi quando ti decidi a fare la prima mossa"

Li per li non capì a cosa si riferiva, forse ci stava provando con me, infatti aggiunse

"Con Micaela, quando la inviterai ad uscire?"

"Non so, non credo di essere ricambiato. Lei è così timida"

"si è timida ecco perché devi fare tu la prima mossa e stai certo che non rifiuterà ma non perché sei famoso, semplicemente perché sei tu e perché le sei stato vicino quando nessun altro c'era"

"Se lo dici tu mi fido e proverò ad invitarla a cena, ma sappi che se mi da un due di picche mi offrirai supporto psicologico"

"Affare fatto"

Ed ecco, le ho chiesto di uscire e lei è praticamente scappata. Ma questo che ho più tempo per organizzare la cosa.

*Mercoledì pomeriggio – Micaela*

Sono sul volo per tornare a Londra e mi sento agitata, lo ero anche la prima volta ma per motivi diversi. A gennaio ero nervosa perché non conoscevo nessuno, ora sono nervosa perché ci sarà lui ad attendermi all'aeroporto.

Quando atterro lo vedo in lontananza e tiene pure un cartellone con su scritto

Bentornata

E mi sorride, questo si che è il più bel rientro.

"Grazie di essere venuto" gli dico appena lo vedo e con un po' di imbarazzo lo abbraccio pure

"Ho disdetto tutto per esserci, sono o non sono il tuo autista personale?"

E così ci dirigiamo verso la macchina.

Saliti gli chiedo "Tutto pronto per il nostro appuntamento?"

Capisco di averlo preso alla sprovvista perché non mi risponde subito, prima mette in moto la macchina e poi guardandomi mi dice

"L'appuntamento è pronto ma per ovvie ragioni spostato a domenica, però se non sei troppo stanca ho preparato la cena sta sera e puoi venire da me."

"Come ai vecchi tempi?" gli chiedo

"Certo come ai vecchi tempi"

Arrivata a casa sua, mentre lui andava a riscaldare le cena io mi diressi in bagno per darmi una sistemata e nei cassetti trovai la sua maglia, decisi di metterla perché la mia era ormai tutta sudata e così mi diressi in sala da pranzo. Lui mi guardò in maniera strana ma non disse nulla, così iniziammo a mangiare. Ovviamente a fine cena di offrì di lavare i piatti ma lui mi disse di riposarmi, così mi misi sul divano in cucina con un bicchiere di vino, era bellissimo stare li seduta e vederlo lavare i piatti, era una scena alla quale mi sarei potuta facilmente abituare. Poco dopo però mi addormentai lì sul divano con la sua maglietta.

*Jorginho*

Mentre lavavo i piatti non la sentii più parlare e mi accorsi che si era addormentata sul divano, non ebbi il coraggio di svegliarla e poi era troppo tenera con la mia maglietta.

Decisi quindi di lasciala stare e di svegliarla l'indomani mattina con una bellissima colazione. 

Ossimoro || JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora