Capitolo 19

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Quella mattina mi svegliò l'odore del caffe e dei waffle, ma quando aprii gli occhi non riconobbi subito la casa, poi girandomi vidi Jorge che cucinava e compresi. Mi ero addormentata sul suo divano ieri sera e ora dovrei rendermi presentabile per andare a lavoro, ma credo che arriverò con un po' di ritardo e di conseguenza uscirò dopo cosa che odio.

"Buongiorno bellissima" mi saluta appena vede che sono sveglia

"Buongiorno" gli rispondo un po' imbarazzata per essermi addormentata a casa sua "scusami per ieri sera, ero distrutta"

"Tranquilla, hai avuto giorni stressanti. Poco fa mi ha chiamato Oriana preoccupata perché non ti sentiva da un po' e l'ho tranquillizzata"

"Si, ieri sera mi sono dimenticata di chiamarla"

"Dai, ora riprenditi, mangia poi vatti a vestire, a meno che tu non voglia andare a lavoro vestita così, e poi ti accompagno"

"Ma no dai, non ti scomodare, vado a piedi"

"Tanto devo uscire lo stesso con la macchina quindi non è un fastidio"

"allora mi velocizzo un po', e direi di iniziare da questa bellissima colazione"

Facciamo colazione con molta calma perché mi accordo essere solo le 6.30 il che significa che lui si è alzato molto prima solo per me.

"Allora vado a casa a cambiarmi e quando sono pronta busso?"

"Si, io sistemo qui e sono pronto"

Quando torno a casa mi fiondo nella doccia e poi cerco qualcosa da mettermi e cerco di ricordarmi cosa ho lasciato a lavoro e cosa devo continuare.

20 minuti dopo mi rendo presentabile e vado a chiamare Jorge. Mentre siamo in macchina però mi ricordo che non ho preso nulla per pranzo

"Se vuoi ti porto qualcosa verso l'una e mangiamo insieme, oggi è pure una bella giornata, possiamo fare una sorta di picnic"

"Questo non è barare sul nostro appuntamento di domenica" gli dico per prenderlo in giro

"Se vuoi digiunare non vengo" mi rimbecca lui

"No per favore, ho già fame. Ma come mai hai tutto questo tempo libero?"

"tutti i giorni torno per pranzo e poi torno in palestra il pomeriggio"

"Okay, allora ti attendo per pranzo" detto questo gli do un bacio sulla guancia e mi dirigo verso il mio ufficio.

*Jorginho*

In palestra cerco di restare concentrato, la partita di sabato è molto complessa ma so già che darò il massimo perché ci sarà lei tra i tifosi. Tra un esercizio e l'altro cerco di pensare al pranzo, potrei preparare due panini ma so già che non ho gli ingredienti a casa e passare a compare qualcosa è fuori discussione se non voglio morire durante l'allenamento pomeridiano, ecco perché opto per una bella insalata molto ricca. Tornato a casa mi metto all'opera e preparo tutto compreso il cestino per il picnic.

Arrivo con un po' di anticipo e cerco un posto abbastanza bello e anche appartato. È difficile ammetterlo perfino a me stesso ma in questi giorni mi è mancata.

Alle 12.55 mi manda un messaggio con scritto "Sto scendendo" e dopo meno di due minuti la vedo uscire.

"Da quanto tempo sei qui?" mi chiede vedendo tutte le vettovaglie sistemate.

"Meno di 10 minuti, ho perso tempo per cucinare anche se vedrai che è tutto cibo freddo. L'allenamento si è prolungato un po', ci teniamo molto alla partita di sabato"

"Non dimenticarti di farmi avere il biglietto, non credevo ma mi manca andare allo stadio"

"hai letture arretrate?" la prendo in giro

"In effetti si, le partite sono ideali per recuperare"

Dopo questo scambio di battute iniziamo a mangiare e lei mi racconta che ormai dopo quasi sei mesi di progetto sono a buon punto e nel dirlo sento quasi una nota di tristezza, so che potrebbe essere trasferita e non so se lei è contenta della cosa o meno.

Finito il pranzo ci stendiamo sull'erba e osserviamo il cielo che è privo di nuvole, cosa molto rare a Londra e cerchiamo di non pensare a nulla restando nella nostra piccola bolla di tranquillità. Sembra tutto perfetto fino a quando non sentiamo Luca in lontananza che ci saluta e che chiama Micaela per tornare in ufficio.

"Ora devo andare" mi dice a malincuore

"Ti passo a prendere quando finisci?"

"Sicuro che non ti viene male?"

"assolutamente no"

"Allora a più tardi"

"a dopo" e questa volta sono io a darle un bacio sulla guancia. 

Ossimoro || JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora