“vedete di rimediare” Le parole di Ori risuonavano nella mia mente ogni giorno. La fa facile lei. Non gli ha spezzato il cuore andandosene e non ha sofferto per la mancanza.
Dalla partenza di Oriana non ci furono molte occasioni per vederci soprattutto nelle prime settimane, lui era occupato con campionato, e altre partite, io con alcune scadenze e due conferenze obbligatorie. Dopo un mese però mi ritrovai un biglietto la partita con la sua nuova maglia. Ovviamente indossai subito la maglia e bussai alla sua porta
“Come sto?” gli chiesi senza neanche salutarlo
“Credo che stia meglio a me, ma se vuoi ti faccio giocare al mio posto”
“non credo che il tuo allenatore sia favorevole alla cosa”
“Dai entra, non restare davanti la porta, ti va una birra”
“Ma si dai, domani non si lavora”
“Parla per te”
“Ma dai insegui solo un pallone, che sarà mai”
“Quindi domani vieni?” mi chiede mentre torna con le birre
“Ovvio, non mi perderei mai una partita gratis, invece domenica ti va di venire a pranzo da me e poi vedere la pallavolo?” gli chiedo un po' senza riflettere
“Si certo.” Poi dopo un attimo di silenzio aggiunge “a volte non ti sembra che non ci siamo mai lasciati?”
“Si, lo penso spesso” e ci guardiamo per un bel po' prima di tornare a prenderci in giro e raccontarci le nostre giornate.Alla partita si susseguirono altre cose che facevamo sempre insieme, pranzi, cene e se capitava anche colazioni. Ovviamente ora avevo molti più impegni, lui mi prendeva ancora in giro quando gli dicevo che andavo in palestra e qualche volta mi sfidava a fare una corsa mattutina. Un pomeriggio mi chiese pure di andare a fare la spesa insieme scusandosi di non essersi ricordato prima della cosa. Gli dissi che uno dei commessi mi dava una mano
“Beh ora che ci sono io non credo sia necessario, oppure se non vuoi fai finta di nulla”
“No, mi piace fare la spesa con te – e in un momento di nostalgia aggiungo – è la cosa che mi è mancata di più in questi anni.”
Con la spesa tornammo a tutte le nostre vecchie abitudini e la cosa mi fece davvero paura perché ora ero certa che una eventuale separazione sarebbe stata ancora più dura.Infatti un venerdì sera intorno alle 22 mentre ero sul divano a leggere con il mio bellissimo pigiamone sento bussare alla porta. Ora già una volta era successo che la signora del piano di sopra sbagliasse appartamento e provasse ad entrare a casa mia facendomi venire un infarto, ecco perché mi alzai un po' preoccupata. Prima di aprire ovviamente guardo dallo spioncino e quando mi accorgo che è lui apro la porta.
Lo vedo un po' strano in viso, quasi nervoso, tra le mani ha una gerbera di color rosa in mano che sa essere il mio fiore preferito e non capisco dove voglia andare a parare, lui però non inizia a parlare e quindi prendo l’iniziativa
“Ehi che ci fai qui a quest’ora?”
Lui non risponde alla domanda ma mi chiede “Posso entrare?”
Ovviamente lo faccio accomodare anche se sono un po' preoccupata “Ti va qualcosa da bere?”
“Meglio di no, sono già molto nervoso e non credo mi aiuti, poi domani ho pure la partita e il coach ci ha vietato di bere”
Cosi vado a prendere solo un po' di acqua e lo ritrovo seduto sul divano.
“è successo qualcosa?” gli chiedo ora davvero preoccupata
“Si, ho una grande novità ma non so se è una cosa bella o brutta”
“Vuoi parlarmene?”
“Si e devo pure chiederti una cosa, però ti chiedo di non interrompermi” a quel punto gli faccio segno con la testa e lui inizia. “Da quando ti ho conosciuta la mia vita è cambiata, non credevo che stare con una persona potesse essere così semplice eppure con te lo è. Però quando sei partita sono stato male. Speravo cambiassi idea e che volessi continuare con una storia a distanza ma non lo hai fatto, e forse è stato un bene perché sono cresciuto. Sono passati tre anni e credevo di averla superata ma poi sei tornata. Non ce l’ho con te, è bellissimo riprendere il nostro rapporto di amicizia ma per te non provo solo affetto e so che per te è lo stesso. Ma ecco la novità, oggi mi hanno offerto di cambiare squadra e di conseguenza città. Ed ecco la domanda vuoi che resti?”*Angolo autrice*
Ora posso dirvi di essere davvero agli sgoccioli di questa storia.
La domanda di oggi è un diversa, se provassi a scrivere una storia diversa, probabilmente senza personaggi famosi, vi andrebbe di leggerla?
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Ossimoro || Jorginho
RomansaDal primo capitolo "Che fai mi segui? Comunque no grazie, non accetto passaggi dagli sconosciuti" "Ma io non sono uno sconosciuto, ci siamo già incontrati" "Si nei tuoi sogni" rispondo quasi senza riflettere "Questa frase l'ho già sentita" ribatte...