Capitolo 26

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Qual giorno alla fine mi accompagnò a prendere Oriana all'aeroporto e come ai vecchi tempi cenammo tutti e tre insieme così sfruttai la mia cara amica per fargli quelle domande che mi vergognavo a fare e lei ovviamente gli fece il terzo grado.
"Quindi cosa hai combinato in questi tre anni?"
"Sai solita vita, allenamenti, partite. Tu invece hai finalmente trovato lavoro?"
"Si, ora lavoro vicino casa mia così posso aiutare mia mamma che mi ha gentilmente spedito qui per avere - testuali parole sue - un po' di pace a casa"
"Sarà uno spasso averti a casa"
"Si, ecco perché sono venuta qui"
"Ma quindi resti solo una settimana"
"Questa volta si ma spero di tornare a breve per un tempo un po' più lungo, per fortuna posso lavorare anche da remoto. Ma invece hi è venuto ad abitare nella vecchia casa di Micaela?"
"una nuova ragazza, l'ho intravista poche volte. Non è socievole come l'amica tua. L'avevo invitata una volta ad uscire e diciamo che mi ha dato un bel due di picche anche se posso dire a mia discolpa che non avevo secondi fini"
"non ci credo tu che prendi un due di picche sarai andato in terapia"
"in terapia no, ma i miei compagni di squadra mi hanno consolato un po'"

Era bellissimo essere tutti li insieme, per certi versi sembrava quasi che il tempo si fosse fermato, io e Ori raccontammo le tante disavventure avute a Madrid e Berlino e così restammo a parlare fino alle 4 del mattino quando crollammo sul divano e fummo svegliati dalla sveglia di Jorge delle 6.30.

"ma perché ti svegli sempre così presto?"
"Oggi ho gli allenamenti"
"ma che giorno è?" chiede Oriana
"Venerdì e domenica gioco quindi tra due ore devo essere in campo"
"in che senso è venerdì?" chiesi io dimenticandomi del lavoro
"si ieri era giovedì ne sono sicuro, perché devi lavorare?"
"Decisamente si"
Molto stanchi ci alziamo tutti e tre, la più reattiva era Oriana che decise di dare ordini "Allora facciamo così, voi due sotto la doccia cercatevi di riprendere, io preparo la colazione tra 20 minuti e pronta"
Io e Jorge però non ci muoviamo e ci guardiamo un po' imbarazzati
"cosa non avete capito?" continua Oriana "Sotto la doccia tutti e due e non mi guardate così intendevo ovviamente ognuno a casa propria e poi Jorge puoi tornare per la colazione."

Avere Oriana a casa significare non avere un momento di pace infatti quando sono tornata dal lavoro il terzo grado è toccato a me
"Quindi?"
"Quindi cosa?"
"Che intenzioni hai?"
"in che senso?"
"dai non fare la scema, lo vuoi riconquistare?"
"Ma stai scherzando l'ho ferito troppo la prima volta"
"secondo me è ancora cotto"
"e da cosa lo deduci?"
"Ti ha accompagnato all'aeroporto, ha cenato con noi, se non voleva più vederti ti avrebbe evitato"
Queste parole mi fecero riflettere.

La settimana con Oriana volò, abbiamo passato meno tempo con Jorge perché lui era davvero molto impegnato con gli allenamenti, ma trovò il tempo di accompagnarla all'aeroporto e appena prima dell'imbarco lei ci lasciò con una sua perla "Voi due, vedete cosa dovete fare. Una volta avete già preso una scelta sbagliata, vedete di rimediare"

*Angolo autrice*
Oggi pubblico presto, il capitolo è venuto fuori un po'di getto ieri sera quindi scusate eventuali errori.
Oggi ho una domanda per voi: libro preferito?
Detto questo ci rivediamo al prossimo capitolo.

Ossimoro || JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora