Mi svegliai sobbalzando e nella foga, mi resi conto di aver sbattuto la testa contro un piccolo hobbit.
"Aia, Rigel!" urlò frodo, tamponandosi la fronte.
Lo imitai, visibilmente confusa.
Pochi secondi dopo mi ricordai del motivo del mio svenimento.
Di scatto afferrai il coltello nello stivale e con un movimento felino mi alzai per attaccare il ragazzo dai capelli mori che si stagliava a pochi metri da me.
Una mano mi fermò.
Mi girai di scatto e vidi Gandalf guardarmi con aria di rimprovero.
"Rigel, basta."
Mi girai verso il ragazzo ancora più furiosa.
"Gandalf questo cane è responsabile della scomparsa del corpo di Caranthir, mi ha ingannata per sapere dove fosse sepolto, per poi dissacrare quella tomba!"
Ripresi fiato, con gli occhi che ardevano come fuoco nella penombra.
"Tu hai conosciuto Caranthir Gandalf, come puoi sopportare la vista di quest'essere immondo!"
Gandalf mi passò una mano dolcemente sulla guancia, sorridendomi, e il mondo attorno a me cominciò ad apparire più gioioso, colorato, in un certo senso, quasi ogni movimento, sia mio che altrui, mi sembrò rallentare.
"Ci risiamo" pensai tra me e me
Riuscì ad assumere una faccia furiosa comunque e incrociai le braccia, molto lentamente.
Gandalf sogghignò e si avvicinò al mio orecchio, accarezzandomi la spalla con la sua barba lunga
"Per lo meno ora, mia cara, riuscirai ad ascoltarlo senza attentare alla sua vita ogni qualvolta che apre la bocca "
"Cosa ci fai qui" sibilai, molto lentamente, in un modo che quasi faceva ridere più che intimidire.
L'elfo alzò lo sguardo e rincontrai quegli occhi dopo secoli e secoli che non li scorgevo.
"Rigel, Mellon (amica), mi sei mancata"
Sputai a rallentatore sul tavolo. In realtà gli sarebbe dovuto arrivare in faccia, ma a causa degli stupidi incantesimi di quel pazzo stregone, non riuscivo a muovermi più di tanto.
Non potevo dimenticarmi di Araton, era stato il mio unico amico, in quei tempi bui in cui mio padre se ne era andato ed ero rimasta sola al mondo a combattere con una vita che non desideravo affatto.
Eravamo anche stati più di amici, per un certo periodo, ma aveva rovinato tutto, spezzandomi il cuore, quando, qualche giorno dopo avergli mostrato la tomba del mio piccolo Caranthir, della cui morte mi incolpavo ogni girono, la ritrovai saccheggiata, svuotata persino del suo proprietario. Per quanto ne concerneva di Araton, lui scomparve nel nulla e non ebbi più notizie di lui.
Mi aveva spezzato il cuore: passavamo ore sul prato, a mirare le stelle, luce di cui gli elfi di bosco atro erano tanto innamorati, raccontandoci segreti, paure, dubbi e progettando il nostro futuro.
Passavamo altrettanto tempo a stuzzicarci, ridere e molto spesso anche a baciarci.
Era il mio unico punto di riferimento e aveva distrutto ogni cosa.
La certezza che fosse stato lui, malgrado mi rifiutassi di crederlo anche davanti l'evidenza, giunse con un piccolo elfo silvano che confermò al re Thranduil di aver visto Araton saccheggiare la tomba, per poi scappare via.
Strinsi gli occhi, ricacciando indietro le lacrime.
Il dolore di quella scoperta riaffiorò con veemenza e dovetti afferrare con le dita le mie braccia così forte che mi sembrò di avvertirle sanguinare.
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Pulvis Et Umbra
Fantasy> Rigel è una normale elfa silvana, o quasi. Ormai la Terra di Mezzo è in fiamme, nonostante la distruzione dell'ultimo anello. Ella parte, dopo che la sua casa è stata saccheggiata per salvarsi, per le terre immortali. Vuole trovare un modo per ent...