Poche volte a sentir gridare la pecora p.1

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Nella stanza scoppiano dei commenti di ogni genere e io, con braccia incrociate, mi accarezzo la parte superiore del mio braccio con imbarazzo.

Ingwë, però, fortunatamente saggio zittisce tutti dopo poco e si sofferma su di me

"Cara Rigel, voi siete troppo sicura che riuscirete ad uscire da qui.
O almeno, se non è impossibile sono sicuro che si muoia.
Gli orchi potranno anche entrare, abbiamo uomini per contrastarli.
Uomini valorosi e che hanno molta più esperienza di voi nella guerra.
Per quanto ne so, voi siete la figlia di Duinhir Calien, l'uomo scappato qui nelle terre immortali per paura e l'uomo che vi ha costretto a restare chiusa nella casa con la vostra matrigna per secoli, quindi la vita esterna sfortunatamente non vi è familiare.
Ora lasci questo lavoro a noi, in questa storia non dovete avere nessun ruolo se non quello di referente"

Ingwë parlava sicuro e certo di ottenere ciò che vuole e forse in questo momento è l'unica cosa che mi intimorisce di lui.

Sperando mentalmente che mia mamma, ovunque lei sia, mi stia dando una mano, mi rivolgo a Ingwë con tono altrettanto sicuro e con sguardo altezzoso, degno di una Calien.

"Mi scusi, Ingwë, ma voi errate.
Io non sono venuta qui per ottenere il vostro permesso. Io sono venuta qui per riportare Gandalf, Elrond , Lady Galadriel e chiunque altro voglia tornarci nella Terra di Mezzo."

Rispondo puntando il dito sugli unici due presenti nella sala della gente che ho nominato.

"E se credete che io resterò qui a guardare i miei amici morire in guerra durante i secoli e a farmi sparire i piedi come alla gente che si trova in queste terre, vi sbagliate ancora.
A quella vita preferisco la morte"

"Meglio un giorno da leone che cento da pecora" dico nella mia testa

A quella che credo sia stata la risposta meno opportuna della storia, Ingwë risponde guardandomi duramente mentre Lady Galadriel, Elrond e Celebrian si irrigidiscono.

"Voi non avete capito proprio niente ragazzina.
Credete che avendo vissuto mille e passa anni sappiate tutto sul mondo?
Beh sbagliate.
Qui le cose funzionano da secoli e non abbiamo bisogno di sentirci dire da un'elfetta senza nemmeno un briciolo di sangue reale che "il mondo sta per finire" o parole di questo genere"

Intanto che parla muove le mani in modo confuso, come per imitare una bambinetta stupida che parla

Peccato che io non sono così tanto stupida

"Ingwë, se valgo così poco, perché non volete che affronti le vostra mura? Temete forse in delle rivolte?"

Mentre parlo il mio tono è calmo, ma il mio corpo trema tutto.
È così strano come le persone riescano a metterti a disagio.

Le sue iridi azzurrissime e fredde di posano su di me con aria di superiorità

"Io non temo nulla, Rigel Calien.
E se vuoi andare incontro alla morte vai, ma nessuno ti seguirà. Non sarai tu a decretare la loro morte."

Prima di girarsi verso Lady Galadriel punta il suo sguardo su Legolas, quella presenza calda che fino ad ora mi ha dato la forza di parlare, anche se dubito che approvi la mia decisione

"E tu" dice puntandogli un dito contro "tu, figlio di Thranduil, non oserai uscire da questo luogo, a meno che tu non voglia vedere Gimli alla fine del mondo, quando tutti saranno morti"

Sul viso di Legolas, solitamente impassibile, passa un'ombra di ira, che nasconde annuendo ed abbassando la testa.

Vorrei poter fare come Legolas, annuire e stare zitta, ma purtroppo non sono stata educata a rispettare le ingiustizie o a non ribellarmi ad esse, quindi, quando quasi Ingwë è uscito dalla porta, comincio ad urlare, procurandomi l'attenzione di tutti.

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