Mi allontanai ancora di più da Araton, abbassando il viso, visibilmente imbarazzato, verso il parquet ruvido della mia stanza"Hir nîn Legolas"
(Mio signore Legolas)
Legolas scoppia in una risata fragorosa, probabilmente divertito dalla mia formalità in quel momento
Si ricompone però subito e torna a rivolgermi uno sguardo glaciale
Io fisso Araton sbigottita, mentre noto che lui è ad un passo dallo scoppiare a ridere come aveva fatto l'elfetto biondo pochi secondi fa.
"Ti devo parlare" mi dice Legolas, schietto, uscendo dalla stanza e invitandomi a fare lo stesso
Prima di seguirlo fisso Araton per un attimo che con tre falcate mi aveva raggiunto e mi aveva afferrato il braccio in una stretta quasi dolorosa.
I suoi occhi azzurri mi pregavano di stare con lui, di non allontanarmi come avevo fatto negli ultimi secoli, ma nonostante ciò che stesse per succedere pochi attimi prima, non ero ancora pronta a riallacciare quel tipo di rapporto con lui.
"Lasciami Araton, mi fai male" bisbigliai, in modo tale da non farmi sentire da Legolas che si trovava sulla soglia della porta.
Il viso di Araton mutò, scurito dalla delusione e anche da un po' di tristezza
"Come desideri Rigel"
Mi lasciò il braccio e senza guardarmi indietro uscii dalla stanza.
Poco dopo uscì anche Araton, salutando Legolas con le giuste formalità che si dovevano ad un principe e a me con un semplice cenno della mano.
Legolas continuò a fissare Araton, appoggiato sulla soglia della porta di camera mia, con uno sguardo glaciale, ma al tempo stesso, del tutto indecifrabile.
"Ce ne hai messo di tempo per uscire" esordì ad un certo punto, rivolgendo di nuovo il suo sguardo a me.
Io lo guardai sorridendo
" Siete per caso geloso?"
Straordinariamente mi ero ricordata della questione del tu e del lei che quest'elfo pretenzioso e superbo pretendeva mi ricordassi.
Legolas mi fulminò comunque con lo sguardo
"Ho imparato a mie spese che con le donne della tua famiglia è meglio non aver a che fare"
Abbassai lo sguardo, evidentemente imbarazzata, stavolta vergognata per le parole che mi erano uscite.
Mi sarei dovuta ricordare di Tauriel.
"Ad ogni modo" continuò Legolas, facendo uscire entrambi dalla situazione scomoda che io stessa avevo creato " Ho bisogno di parlarti, possiamo uscire sulla prua?"
Annuii, seguendolo a passo svelto verso la prua
Non ero rimasta mai completamente da sola con Legolas e a dirla tutta non mi aveva mai convocato da sola per parlare.
Mi chiedevo cosa potesse volere da me e soprattutto cosa pensasse dopo l'accaduto con Araton.
Nonostante i battibecchi e la sua partenza per le Terre Immortali, Legolas aveva ragione: senza Thranduil, era lui il mio re e dovevo mantenere un comportamento decoroso in ogni circostanza, in particolar modo davanti a lui
Raggiungemmo la prua in pochi minuti e Legolas si appoggiò al corrimano in legno della barca, mirando all'orizzonte.
Mi girai un istante, sentendo dei rumori provenire da dietro di me: circa altre cento navi seguivano la nostra che invece era in testa, cento navi piene di uomini, mezz'uomini, elfi, nani, stregoni e grandi capi che avevano scelto di andarsene dalle Terre Immortali.
STAI LEGGENDO
Pulvis Et Umbra
Fantasy> Rigel è una normale elfa silvana, o quasi. Ormai la Terra di Mezzo è in fiamme, nonostante la distruzione dell'ultimo anello. Ella parte, dopo che la sua casa è stata saccheggiata per salvarsi, per le terre immortali. Vuole trovare un modo per ent...