Valinor, eccoti

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"Su sveglia mia cara ragazza, avete dormito fin troppo!"
Mi sveglio lentamente tirandomi su e notando con stupore la presenza di un piccolo essere rosso davanti a me.

"Buongiorno Gimli" dico massaggiandomi la testa dal dolore.
In effetti ho dormito su una roccia.
Insomma si sa che gli elfi regolano le energie a seconda della maniera in cui si usano, ma ieri sera ero incredibilmente stanca

Riassumendo ciò che è successo non sembra molto in realtà.
Dopo aver trovato Legolas e Gimli e aver parlato con loro, ci siamo diretti verso Valinor.
In realtà avevo intenzione di arrivarci verso pomeriggio, in modo che poi avrei potuto parlare tranquillamente con re Elrond e Lady Galadriel, ma i miei desideri non sono stati accontentati.

Siamo arrivati alle porte di Valinor verso le sei del pomeriggio credo, tutto ciò perché il povero Gimli camminava lentamente a causa della freccia che gli avevo scagliato sulla gamba.
Così, per tutto il viaggio, Gimli si è lamentato tutto il tempo e Legolas camminava silenzioso davanti a noi e credo che mentalmente si stava immaginando di darmi in pasto a un drago.

Comunque, ritornando al discorso di prima, sono arrivata a Valinor ed, essendo le sei, ero felicissima di poter finalmente vedere i miei due grandi bersagli di questa "piccola visita" nelle terre immortali ,ma la mano salda di Legolas mi tenne ferma.

Il principe aggiunse che dovevo stare lì quella sera, farmi un bagno caldo e medicarmi le ferite.
Anzi, in verità mi disse che non dovevo solo medicare le mie di ferite, ma anche quelle del piccolo nano.

Protestai, dicendo che non potevo aspettare un minuto di più, ma non ci fu nulla da fare.

L'elfo aiutò l'amico a raggiungere un casa molto lontana dal centro e, appena entrammo i miei occhi si spalancarono.
Non sto qui a dire la magnificenza di quella casa, ma i pavimenti pulitissimi in marmo e la scala che si apriva in due grandi rami proprio davanti a me, mi fecero restare senza fiato e si impressero nella mia mente.
Ovviamente, non che non avessi notato il giardino gigantesco che c'era al di fuori, ma non mi immaginavo una casa così bella.

In ogni caso, Legolas mi ordinò di andarmi a fare un bagno prima di vedere Lady Galadriel e di vestirmi in modo adeguato.
Lui intanto si mise a curare Gimli.

Passarono minuti, molti minuti prima che io ebbi finito di farmi una lunga doccia e indossare uno dei pantaloni e una delle maglietta che trovai casualmente e stranamente nell'armadio ed era decisamente troppo tardi per andare a fare visita ai due elfi.

Così scesi le scale ed andai in giardino a guardare il paesaggio e ritardando sempre di cinque minuti la promessa di alzarmi, mi addormentai senza mangiare.

"Vedo che non vi è piaciuto il vostro comodo letto al piano di sopra" dice guardandomi dall'alto in basso
"O forse non vi allettava l'idea di venire a cenare?"

Con fatica e con la mia schiena che urla di trovare un divano, mi alzo da terra

"Nessuna delle due, mio signore."
"Ero soltanto stanca" aggiungo frettolosamente

Il nano annuisce e sembra l'ora che tra di noi nasca il silenzio

"Le volevo chiedere, mio signore...." Gimli non mi lascia neanche finire e mi sorride dolcemente

"Mia cara, non datemi del lei. Chiamatemi semplicemente Gimli"

A quel sorriso e a quegli occhi non posso dire di no.
Mi ricordano esageratemente quelli di mio padre, che anche odiandolo con tutte le mie forze, rimane sempre nel mio cuore, con le sue carezze, i suoi baci, i suoi regali e tutto il resto.

"Gimli" faccio una piccola pausa teatrale per fargli intendere che ho capito e ricomincio "le... c'è ti volevo chiedere se avevi visto il figlio di re Thranduil"

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