Annuisco a quell'affermazione e mi faccio scappare un sorriso nascosto dai miei capelli rossi.
"Heru en amin (mio signore) se dovete andare fatelo.
Io devo parlare con Elrond e devo convincerlo ad uscire.
Non credo che vorrete sentire le nostre discussioni"Sul suo bel viso elfico comparve un'ombra.
"Sai Rigel quando ho incominciato a capire che questo non era il grande mare che portava alla felicità eterna?"
Lo guardo con un'espressione strana sul volto, dovuta non dalla domanda, ma per il suo immediato modo di darmi del tu.
Lui però la interpreta come una risposta negativa e ricomincia a parlare
"L'ho capito quando sei passata tu."
Sbarro gli occhi a quell'affermazione, ma lui continua non curante
"Arwen ti ha mandata,vero?"Notando la mia faccia si sforza a non farsi scappare un sorriso
"Si, come pensavo.
Fu proprio lei a dirmi che qui non si trovava la pace e mi disse che presto o tardi sarebbe arrivata anche lei qui nelle terre immortali, a causa della morte di Aragon, per dimostrarmi che si poteva uscire.
Deduco però che lei non può più venire perché ha scelto di vivere come mortale e sa che ben presto morirà, giusto?
Quindi ha scelto una guerriera che conosceva e abbastanza valorosa per venire qua."
Si stoppa un attimo per scuotere la testa verso terra
"Furbo"Non riesco a parlare
Non so perché
E cosa ancor più bizzarra, non riesco a capire se gli sia fastidio o sia feliceDopo secondi che sembrano interminabili alza la testa per fissare il palazzo Valimar, città maggiore di Valinor.
Solo dopo, si muove a passo svelto verso di esso"Ora cammina Rigel, voglio proprio vedere cosa farai per smuovere queste statue"
Lo seguo abbastanza confusa mentre mi lascio dietro quel mercato, pieno di spettri di persone che non hanno avuto il coraggio di affrontare i problemi della Terra di Mezzo.
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La stanza dove mi trovo in questo momento è qualcosa che supera la meraviglia.
Il soffitto è decorato con scene di battaglia tra due gradi guerrieri credo.
Spiccano colori come il verde e il rosso che accompagnano molto frequentemente la narrazione sul soffitto.
Le pareti sono bianchi con, incastonate dentro i muri, degli intarsi in oro puro
Tre grandi archi separano questa stanza da un'altra dove intravedo aprirsi due rampe di scale,una a destra e una a sinistra, curvilinee e che si incontrano su un piano superiore che però non posso vedere
Il pavimento è in marmo bianco con piccole striature grigie.
Infine un grande lampadario, anche esso in oro cade giù dal soffitto con delle piccole catenelle che scommetto che riuscirei a toccare se Legolas mi mettesse sulle sue spalle.Mi giro verso di lui a bocca aperta.
"È-è da mozzare il fiato"Lui si avvicina verso di me e si guarda intorno
"Bah io ho sempre preferito Bosco Atro ai sontuosi castelli"
Sbuffo e trascinandomi lo seguo.
Certo che a quest'elfo non va mai bene nulla.Camminiamo per un po' e io mi chiedo se lui sappia dove mi sta portando
Attraversiamo due o tre sale, saliamo delle scale opposte alle due curvilinee che si trovavano all'entrata e ci ritroviamo al primo piano, dove svolta a destra e apre una stanza con un lungo tavolo al centro, un camino sul fondo e tre grandi troni verso la finestra.A un certo punto si gira verso di me
"Credo che sia meglio aspettare qui l'arrivo degli altri Rigel."
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Pulvis Et Umbra
Fantasy> Rigel è una normale elfa silvana, o quasi. Ormai la Terra di Mezzo è in fiamme, nonostante la distruzione dell'ultimo anello. Ella parte, dopo che la sua casa è stata saccheggiata per salvarsi, per le terre immortali. Vuole trovare un modo per ent...