Sei

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Chiesa e Barella ridevano imitando la voce di Bernardeschi agli europei che urlava "Re Giorgio" come probabilmente avrebbe fatto il re dei topi in Barbie e lo schiaccianoci, mentre eravamo in attesa del dolce che non avrei mangiato perché contavo le kcal da così tanto tempo che ormai mi veniva naturale.

Bevvi altro vino però perché la sensazione di confusione e gioia che mi dava quello stato di ebbrezza era impagabile, bastava mangiare meno e fare più esercizio per poterselo permettere.

I maschi ormai erano entrati nel loro loop di conversazione sportiva ed eravamo finiti nel solito cliché di persone etero maschili che parlano di calcio e donne che parlano di qualsiasi altra cosa.

Non era sempre così ma c'erano due calciatori, mio fratello che si occupava di giornalismo sportivo, quell'altro tizio ed era piuttosto naturale e prevedibile di cosa sarebbero finiti per parlare.
Era l'unica cosa che avevano tutti in comune, tranne quel Paolo lui non sapevo nemmeno perché fosse lì.

"Com'è che vi siete conosciuti?" chiesi a Mirella mentre beveva un sorso d'acqua e si spostava oltre le spalle i capelli rossi.
Guardai un secondo intorno a me e l'atmosfera tranquilla ed elegante del ristorante.
La veranda estiva non era coperta da nessuna tenso struttura, era all'aperto, dava sul mare, era circondata da bassi lampioni tondi e costeggiata da percorsi di pietra fra l'erba che indicavano i vari tavoli marroni.
La luna era alta, il cielo era sereno e di un blu splendente che rifletteva il colore dei miei sandali.
Un po' di vento tirava dalla corrente del mare e dalle casse proveniva musica jazz, pareva tutto perfetto.
"RE GIORGIO."
Perfetto quadro rovinato da Barella e la sua voce potente.

"Ci siamo conosciuti quattro anni fa" rispose Mirella, ricordandomi che gli avevo posto una domanda. "Io mi occupavo di vini ed ero in Belgio per una fiera del settore. L'ho incontrato lì."
Guardai un secondo Paolo bere il suo vino e scolarlo come avrei fatto io o qualsiasi altro camionista poco delicato.
"Lui si occupa di vini?" chiesi indicandolo e cercando di non farmi notare.
"Nono, è il ceo di bla bla car."
Sto coglione? Pensai. Ma rimasi in silenzio e mi limitai ad annuire mentre Khloè mi colpì un tacco con il suo di tacco, probabilmente capendo che volevo offendere il compagno o deriderlo.
"E tu Benedetta?" mi voltai verso l'altra ragazza.
Sorrise a Federico prima di rispondermi, "una festa a Milano" sorrise al ricordo, "mi ha corteggiato per un po' ma ero presa già tipo dopo 3 secondi di conoscenza. Guardatelo" sussurrò l'ultima parola e io mi voltai davvero a guardarlo.
Non riuscivo a non pensare che fosse in costante trip.
Altro calcio da Khloè.
Mi voltai verso di lei e serrai le labbra facendola ridere.
Benedetta si voltò verso la modella bionda che mi tirava calci, "fra voi invece?" indicò mio fratello e lei, "com'è andata?"
Misi una mano sul ginocchio della mia amica e diedi fiato alla bocca prima di lei. "Praticamente l'ha drogata."
Mi colpì giocosamente ridendo e poi fece segno di sì con la testa, "confermo."
Scoppiai a ridere, forse con un tono un po' troppo alto perché si giro per primo Nicolò verso di me e poi il resto dei ragazzoni.
Mi sentivo squadrata, da Nicolò soprattutto e smisi velocemente di ridere per tornare con la testa dritta e dire "che c'è?" in modo per metà serio ma scoppiai di nuovo a ridere e a ruota con me anche lui che non sapeva nemmeno di cosa stessimo parlando ma spalancò la bocca divertito.
Rideva con me?
Di me?
"Parliamo male di te" bisbigliò Khloè a mio fratello e i due si scambiarono un sorriso complice e pieno di amore che mi fece scoppiare il cuore di gioia per entrambi.

"LA GENTE DIRÀ NON VALE NIENTE, NON RIESCE NEMMENO A USCIRE DA UNA MISERA PORTA MA UN GIORNO UNA VOLTA LEI CI RIUSCIRÀ" urlai insieme al casino, alzando le braccia al cielo e per il cielo intendevo il soffitto sparato dalle luci fucsia nella discoteca.

Non avevo idea del perché stessero dando i maneskin in quel contesto e perché avevano remixato Coraline in quella maniera indegna ma ero contenta di sentirla e pure mezza ubriaca, quindi sarei stata felice anche di sentire il cane pufuente.

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