Otto

199 6 0
                                    

Non è che diventò tutto normale subito, rimasero per un po' quei sensi di colpa e quel disagio dovuto alla consapevolezza di star facendo qualcosa che non fosse completamente giusto per tutti e nemmeno troppo etico.
I pensieri e quella conoscenza dello sbagliato però si univano abbastanza alla voglia che avevo di stare così con lui, di averlo vicinissimo a me.

"Ho voglia di baciarti" sussurrò di nuovo contro la mia pelle, sfiorandomi ogni volta con le labbra.
Mi strinse un po' di più per poi far incontrare e incrociare le nostri mani.
"Una voglia assurda di te" continuò.
Alzai il mento per dargli più accesso alla pelle e al mio collo mentre stringevo un po' di più le sue mani.
Ero nervosa ma anche estremamente eccitata.
Mi diede un altro bacio sul collo, poi alzò lievemente il viso per iniziare a lasciarmi una scia di piccoli baci su ogni lembo di pelle sino ad arrivare poco sotto il mio orecchio.
"Hai la pelle morbida" sussurrò prima di mordicchiarmi divertito la parte sopra dell'orecchio facendomi ridere.
"Di solito si morde il lobo" gli ricordai passando il pollice sul dorso della sua mano per creare cerchi immaginari.
"Hai tredici paia di orecchini" rise anche lui prima di abbassare le mani sui miei fianchi e stringerli fra le dita.
Fece un po' di pressione così da farmi girare.
Averlo faccia a faccia mi fece rendere conto quanto fosse difficile.
Guardarlo negli occhi era ancora più impossibile.
Era tutto troppo e ingiusto.
"Voglio essere onesto" passò le mani oltre i Fianchi per abbracciarmi poco sopra il sedere, "voglio baciarti" abbassò lo sguardo color miele sulle mie labbra, ma lo rialzò velocemente, "ma non voglio fare niente che tu non voglia, soprattutto perché c'è...tutto il resto."
Se avessi dovuto decidere io non mi sarei mai mossa di un millimetro ma non perché non avrei voluto baciarlo e nemmeno perché avrei voluto distanziarmi ma perché non avevo idea di cosa avessi dovuto fare, non sapevo nemmeno che cosa volevo.
Prendere una decisione per me era sempre complicato quando si trattava di Nicolò ma c'era una cosa che facevo sempre ed era soddisfare quello che voleva lui, perché era l'unica cosa che mi interessava, lui, essere come voleva lui per non perderlo perché l'idea di non averlo vicino mi distruggeva e non ero davvero pronta ad affrontare il mondo, le giornate, senza di lui. E quando succedeva era perché io ero costretta da lui, era lui che si allontanava e decideva quando dire basta per un po'.
"Io sono un casino lo so e non so che fare ma per me tutto questo non ha logica perché non riesco a non pensare che a te in questi momenti e non ci penso a tutto il resto. Io voglio te, ora."
E quell'ora era tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento, nonostante quell'ora durasse un secondo.
Alzai le mani sul suo viso, per metterle sulle sue guance e guardarlo negli occhi.
Era ovvio che lo volessi anche io, lo volevo da così tanto.
"Sei bella" ripeté, "così tanto da non farmi capire più un cazzo."
"Non è tanto distante dal solito allora" scherzai passando il pollice sul mento sbarbato.
Rise anche lui portandomi se possibile più vicino a sé, "fra i due sono quello intelligente, lo sai."
"Siamo messi bene allora."
Lui annuì prima di guardarmi ancora le labbra, "mh mh."
Alzò una mano così da portarla vicino alle mie labbra e passare il pollice su di esse.
Mi guardava e io andavo lentamente a fuoco.
Si avvicinò togliendo piano la mano ma arrivò solamente a farsi sfiorare le labbra con le mie, parlò sulle mie labbra: "non voglio fare niente che ti metta a disagio."
Lo ero già Abbastanza in realtà ma tutta la situazione e lo sfarfallio che sentivo nel basso ventre coprivano ogni altro sentimento e pensiero che non fosse quello di immaginare di buttarlo e gettarlo sul mio letto come un sacco di patate.
"Metterebbe a disagio anche te" replicai sulle sue labbra, sfiorandole ad ogni parola.
Erano morbide.
Scese lentamente con le mani per arrivare a toccarmi il sedere.
Forse non era tanto a disagio lui.
Lo strizzò prima di cercare di annullare completamente ogni distanza fra me e lui.
"Non è l'aggettivo giusto per me" mi palpò ancora, "sono eccitato come una scimmia, non so cos'è che mi fai ma voglio scoparti."
Oh santo cristo.
Le farfalle che sentivo non erano nello stomaco ma molto più in basso e sentivo anche qualcos'altro che non proveniva da me ma dalla patta dei pantaloni del ragazzo che mi stava tastando il sedere.
"Voglio scoparti qui, contro il lavello. Per terra. Di là sul letto. Contro l'armadio. Sul balcone. Dovunque."
Tentai di deglutire ma la mia gola era arida e secca e sentivo di aver bisogno di bere o di un po' d'aria.
O di una scopata.
Camminò in avanti portando di nuovo le mani sui miei Fianchi fino a spingermi contro il lavello.
"Ti girerei" mi spinse lievemente per farmi girare e vederci entrambi riflessi nello specchio, "ti farei piegare" mi mise una mano sulla schiena per fare una lieve pressione e inclinare un pochino la schiena, così da essere più vicina al lavello contro il quale mi sostenevo con le mani, "e ti scoperei facendoti dimenticare di tutto" si strusciò leggermente contro il mio sedere e si piegò anche lui per lasciarmi un cimitero di baci sulla schiena scoperta dal vestito.
"Vorrei farti stare bene" continuò la tortura.
Iniziai a boccheggiare alla ricerca di aria mentre sentivo ogni bacio come un piccolo dardo nella schiena. Guardai il lavello cercando di pensare ad altro ma mi era impossibile dato che mi stava spingendo il suo pacco contro il mio sedere coperto da una stoffa non troppo pesante o spessa.
"Ma prima vorrei baciarti" mise una mano sulla mia pancia, mi raddrizzò e mi girò velocemente fra le sue mani tornando nella posizione di prima.
Si avvicinò con il viso al mio, sfiorandomi di nuovo le labbra con le sue, "un piccolo bacio, piccolissimo" sussurrò, "lo aspetto da tanto" parlò e decise di annullare le distanze tenendomi le mani strette sui miei fianchi per non lasciarmi andare.
Mi lasciò un bacio sulle labbra, a stampo, facendo incontrare solo le nostre labbra in un incastro che durò otto secondi.
Si staccò ma rimase vicino, potevo sentire il suo respiro e il suo sguardo ero fisso nel mio.
A me il respiro quasi mancava ma sorrisi lievemente guardando gli angoli della bocca che mi aveva appena baciato incresparsi all'insù.

Green Light Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora