Quante volte quella scena si era ripetuta?
Un Taehyung che aspettava il ritorno di Jungkook mentre si mangiucchiava le unghie. Tante volte si era ritrovato a dover spiegare qualcosa all'altro, a sentire il bisogno di essere trasparente, e non solo corporalmente.
Ma ogni volta sembrava che l'argomento fosse sempre più difficile da affrontare.
Jungkook non gli aveva mai messo pressione di alcun tipo, non l'aveva mai obbligato a dire nulla ma Taehyung leggeva nei suoi occhi il bisogno di sapere e di conoscenza. Implicitamente i suoi occhi chiedevano delle spiegazioni; ogni volta che si apriva l'argomento vita sentiva l'ansia che Jungkook gli domandasse qualcosa su di lui, sul suo passato che non voleva assolutamente riaprire.
Ma la domanda di cui aveva più paura era: «In che modo sei morto?»
Non voleva dirglielo eppure in tutta quella situazione la sua morte c'entrava. Gli doleva ancora ricordare in che circostanze fosse morto e gli ultimi episodi non avevano aiutato per niente.
Ma, come sempre, Taehyung prese un bel respiro e si preparò a quella conversazione.
Jungkook fece capolino dalla porta con lo zaino portato solo sulla spalla destra. Gli sorrise, come sempre, e lo salutò.
Con sé, quella sera, aveva una scatola bianca a strisce rosa con sopra scritto: Pâtisserie.
«Me li ha regalati Jimin, ha insistito dicendo che era necessario. L'ho solamente difeso, sono cose che si fanno per un amico, non c'era bisogno dei pasticcini.» raccontò mentre si infilava qualcosa di più comodo.
«È semplicemente stato educato così. Sembra una persona per bene.» rispose, tenendo quel discorso. Più in lá avrebbe trovato qualcosa per parlargli.
«Lo è. Jimin è veramente una persona per bene. Hai parlato con Namjoon?» chisse mentre iniziava a tagliare delle carote su un tagliere.
«Sì e no; stamattina se ne è andato poco dopo di te e ho avuto giusto il tempo di scambiare due parole durante la colazione. Ha detto che gli farebbe piacere conoscermi, è un passo avanti, no?»
«Credo di sì. Namjoon è una persona riservata, non è molto espansivo ma se imparerà a conoscerti vedrai che sarà fantastico, almeno credo.»
«Come mai sembri così titubante?» forse quello non era il momneto di interrogarlo ma lo sentiva diverso.
«Non sono esperto nelle relazioni sociali, tutto qui.»
Tutto qui. Jungkook non era solito dirlo.
«A proposito di Namjoon e tutta la storia della mia ascensione c'è qualcosa che devo dirti.» forse non era pronto ma ormai lo aveva detto, inutile era tirarsi indietro. Ma era sicuro che nella sua voce si tradisse tutto il suo stato d'umore.
E l'altro sembrò leggerlo nel pensiero e rispose: «Se non sei pronto non c'è nessuna fretta, non ti obbligo a dire niente.»
«Ma i tuoi occhi parlano per te.» disse, avvicinandosi all'altro che aveva smesso di tagliare le verdure «Vedo come i tuoi occhi sono curiosi e io voglio essere trasparente con te, non lo farò di sana pianta ma lo voglio fare.»
«Come mai?» la vicinanza di Taehyung lo rendeva nervoso, sembrava di essere ritornati all'inizio della loro conoscenza dove vi era un velo d'incertezza.
Perchè quella sera i suoi occhi sembravano più scuri e profondi? Perchè i riccioli che gli cadevano sempre in fronte sembravano avere delle curve più dolci?
Ma soprattutto, perchè le sue labbra sembravano attrarlo?
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𑁍Three o'clock𑁍 Taekook
Fiksi PenggemarLa leggenda narra che il mondo dei vivi e dei morti si toccano allo scoccare delle ore tre. In una sera Jungkook inizia ad avere visioni di un giovane fantasma di nome Taehyung che senza volerlo entrerà a far parte della sua vita che stava iniziando...