MARE

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Si morse il labbro e mi posò di nuovo per terra abbracciandomi. Quell'abbraccio stavolta poteva durare quanto volevamo, eravamo soli. Era bellissimo. Si staccò, mise in pausa la musica sul telefono e si sedette sul letto.
"Siediti" Mi disse con una voce stradolce.
"Ti devo parlare" Mi disse. Non mi era mai capitato di vederlo così serio. Andai subito in confusione perchè mi passavano mille idee in testa, non sapevo come reagire. Mi sedetti.
"Dimmi" Pronunciai timida. Mi fece segno di avvicinarmi di più a lui, poi parlò:
"Come stai?" Ero sconvolta, perchè avrebbe dovuto chiedermi come stavo?
"Cosa? Cioè, sto bene, ma perchè?"
"Ieri notte piangevi" Sembrava più una domanda che un affermazione. Sbiancai, come faceva a saperlo? E soprattutto cosa gli interessava? I nostri corpi si avvicinarono sempre di più, lui poggiò una mano sulla mia guancia e mi chiese:
"Sfogati, a me puoi dire tutto" Ora avevo gli occhi lucidi. Mi aveva fatto ripensare al giorno prima e di conseguenza al ragazzo delle medie e a quel periodo molto buio.
"Sfogati, non preoccuparti. Farò il possibile per migliorarti la giornata" Mi guardo negli occhi senza mai interrompere il contatto visivo. Nessuno mi aveva mai detto cose del genere.
"Che carino" Dissi sottovoce senza accorgermene.
"Guarda che ti ho sentita" Arrossimmo. Eravamo più vicini di quanto lo fossimo mai stati, e lui era molto preoccupato per me, glielo si poteva leggere negli occhi. Fece scivolare la sua mano dalla mia guancia al collo e alla spalla, facendomi capire che stava aspettando che parlassi.
"Se ti racconto tutto non lo dire nemmeno a Vic, ti prego" Lo implorai. Annuì con la testa e intrecciò la sua mano con la mia, mentre l'altra era ancora sulla mia spalla. Presi un respiro profondo e cominciai a parlare:
"Piangevo perchè avevo visto una "cosa"  che mi ricordava un periodo non molto bello" Confessai.
"Cos'era questa cosa?" Mi disse visibilmente confuso.
"In realtà è una persona. Alle medie avevo fatto amicizia con un ragazzo-" Mi interruppe.
"Ti ha fatto del male?" Mi chiese con tono deciso e preoccupato.
"Giuro che se ti ha fatto del male sarà vittima di un'omicidio appena potrò" La cosa divertente era che non sembrava stesse scherzando. Nessuno mi proteggeva quanto lui, non avevo mai stretto un rapporto del genere con qualcuno. Durante quella conversazione capii che, per Thomas, il nostro legame non era solo un gioco, ma qualcosa di vero. Per me era lo stesso.
"Si, mi ha fatto del male, ma non fisicamente. Avevamo fatto amicizia e mi sfruttava per copiare i compiti. Solo dopo 2 anni ho capito che non era il tipo di persona che credevo" Gli spiegai.
"Mi dispiace" Mentre glielo spiegavo era a bocca aperta. Mi fece sedere sulle sue gambe e mi abbracciò con una mano che stringeva la mia e l'altra sua mano tra i miei capelli. Era un momento pazzesco. Ci stringemmo il più forte possibile mentre lui mi accarezzava i capelli ed io facevo lo stesso. Rimanemmo così per molto tempo, non so quanto precisamente. Poi ci staccammo e sorridemmo.
"Sai una cosa?" Mi chiese.
"Cosa?" Risposi incuriosita mentre ero ancora seduta sulle sue gambe. Aspettò un paio di secondi prima di rispondere, poi parlò:
"Mi piace quando siamo solo noi due" Mi disse sorridendo, non me lo aspettavo. Sorrisi anch'io a mia volta e lui mi strinse le mani.
"Anche a me" dissi sorridendo. Ci guardammo negli occhi.

Ma all'improvviso sentimmo la porta che si apriva.
"Noi siamo pronti, partiamo tra poco" Disse Ethan. Ci guardò e si imbarazzò: eravamo in una posizione abbastanza, come dire... fraintendibile.
"Oh, ho interrotto qualcosa?" Disse.
"Ora scendiamo" Disse Thomas. Io ero rimasta paralizzata perché quella era una situazione molto strana. Ethan chiuse la porta e Thomas mi guardò intensamente:
"Andiamo al mare?" Mi chiese.
"Certoo" Sorridemmo entrambi ed andammo dagli altri. Salimmo in macchina e mentre tutti parlavano tra di loro io ero immersa nei miei pensieri. Era successo tutto così velocemente che ancora non ci credevo. Quel "mi piace quando siamo solo noi due" mi risuonava in testa. Era così dolce, ero persa di lui. Probabilmente se Ethan non fosse arrivato sarebbe potuto succedere qualcosa. Dopo la frase che mi aveva detto ero un po' più sicura del fatto che, forse, piacevo anche a lui. Dovevo dire a qualcuno di quello che era successo tra me e Thomas, perché non riuscivo a tenermi tutto dentro. Ero super euforica e contenta. Appena saremmo state sole avrei raccontato tutto a Vic.
"Ehi, ti ho fatto una domanda!" Disse Damiano un po' irritato.
"Ah scusa, non stavo ascoltando" Risposi imbarazzata.
"Oggi sei pensierosa" Mi disse Vic.
"Sono stanca dopo il viaggio" Inventai una scusa a caso. Arrivammo a destinazione, pagammo gli ombrelloni e ci misimo sulla spiaggia.
"Non dimenticatevi la crema" Ci ricordò Ethan.
"La stavo già prendendo io" Disse Vic.
"Ti aiuto a metterla sulla schiena" Mi domandò Ethan, ma prima che potessi rispondere sentii Thomas:
"No, la aiuto io" Forse era geloso.
"Ok" Rispose lui con un sorrisetto malizioso. In tutto ciò Vic e Damiano si guardarono e cominciarono a ridere.
Dopo aver finito di spalmarci la crema entrammo in acqua e ci rimanemmo per tutto il pomeriggio. Ci divertimmo tantissimo. Quando tornammo a casa eravamo sfiniti, ma fieri di noi stessi. Amdammo a dormire: il giorno dopo la band si sarebbe dovuta svegliare presto per le prove di Sanremo, poi ci sarebbe stata la prima serata. Ancora non credevo che avrebbero suonato su un palco del genere. Io e Thomas ci cambiammo (in bagno) e ci misimo a letto. Lui si addormentò velocemente, come un ghiro, ma io non riuscivo a dormire. Non mi era nuova come situazione, vista la mia insonnia, quindi non ci diedi tanto peso. Ma, ad un certo punto, circa alle 4 di notte, sentii una voce che mi parlava.

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THOMAS RAGGI X Y/NDove le storie prendono vita. Scoprilo ora