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La giovane bionda passò il resto della serata nella sala parallela a quella dove aveva passato la prima parte della serata, la sala dove avrebbe voluto essere veramente

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La giovane bionda passò il resto della serata nella sala parallela a quella dove aveva passato la prima parte della serata, la sala dove avrebbe voluto essere veramente. Era strano per Felicity trovarsi a suo agio in questo genere di situazione. Odiava da sempre quelle feste. Sapeva benissimo che i maghi purosangue le organizzavano per creare alleanze tra loro e non sporcare il loro nome, unire la loro prole per non tradire il proprio sangue. Svariate volte la ragazza si era trovata a pensare quale colpa potessero avere i nati babbani che possedevano straordinari poteri magici. Cosa poteva esserci di male se un mezzosangue frequentava un purosangue? Da dove proveniva tutto questo odio? Tutta questa paura? Lei se lo chiedeva troppo spesso e non riusciva mai a darsi delle risposte. Sua madre l'aveva fatta studiare a casa per anni perché il preside Albus Silente aveva permesso ai figli di babbani di frequentare la scuola e spesso si vergognava di questo. Quest'anno sarebbe stato diverso. Avrebbe frequentato la più prestigiosa scuola di magia e stregoneria e magari, sarebbe riuscita anche a farsi degli amici. Sua madre le aveva portato via la sua adolescenza, la possibilità di farsi degli amici e tutto per la sua incontrollabile paura.
"...E lei è Felicity." Sorrise sua madre guardandola. La ragazza guardò sua madre senza capire. Voltò la testa leggermente trovandosi di fronte ad un giovane ragazzo dai capelli corvini ed occhi blu come il ghiaccio. Le lentiggini le facevano da cornice sul viso pallido e il suo sorriso era ipnotico, ma anche molto dolce.
"Piacere, signorina." Disse il ragazzo prendendole la mano e portandosela alle labbra in un delicato baciamano. "William Blake."
"Piacere mio." Felicity fece un sorriso di circostanza. "Se vogliate scusarmi. Ho un bisogno urgente" disse la ragazza indicando le scale. Mantenne un finto sorriso sulle labbra allontanandosi sempre di più fino a raggiungere le scale. Scalino dopo scalino riuscì a prendere aria e non lasciarsi influenzare da tutta quella situazione. Entrò in bagno e chiuse la porta a chiave dopo di lei. Si posizionò di fronte allo specchio, tenendo ben saldo il lavandino con entrambe le mani. Fissò il suo riflesso e non riconoscendosi a causa del trucco e dei gioielli iniziò a piangere. Il trucco iniziò a sciogliersi sul volto dove si era formato un piccolo broncio. Questa non sei tu, pensò.
Le parole di sua madre non facevano che risuonarle in testa. Avrebbe dovuto preservare il suo sangue, generare figli e rimanere una purosangue perché ogni traditore del sangue avrebbe pagato con la propria vita. Continuò a piangere silenziosamente opprimendo i suoi pensieri. Lo specchio mostrava una versione di se con cui non era mai entrata in contatto. Non riusciva a capire chi era realmente, non si sentiva abbastanza coraggiosa. Chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e quando li riaprì si rese conto che aveva sempre vissuto una vita che non era la sua, ma quella riflessa di sua madre.
Fece un ultimo respiro profondo e si sistemò il poco trucco che le era rimasto sul volto prima di uscire e continuare a fingere. Parlò con William Blake per il resto della serata e poco prima di uscire dalla mansione dei Black vide Regulus con lo sguardo perso nel vuoto accanto a Walburga Black che aveva un'espressione dura disegnata sul volto.
Oh, no.

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mon cœur   ϟ RegulusBlack ϟDove le storie prendono vita. Scoprilo ora