𝐗𝐗𝐈𝐗. "Non si rivelano mai i propri segreti, imbecille"

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Felicity

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Felicity

Mi smaterializzai subito, focalizzandomi sulla spiaggia davanti a Villa Conchiglia, ed appena i miei piedi toccarono i granuli di sabbia cedetti sulle mie gambe: ero troppo stanca, mi girava la testa e non riuscivo a pensare lucidamente: l'unico pensiero che passò nella mia testa fu James.

Ero merito suo se ero viva, e si sarebbe incazzato di brutto appena mi avrebbe vista.

Mi guardai attorno ancora sdraiata sulla sabbia e poi chiusi gli occhi, cercando di dimenticare quello che era successo poco prima.

...

- Ehi ragazzi!! Si sta svegliando!! -

Avevo ancora gli occhi chiusi, ma probabilmente gli avevo strizzati per un momento, la mia copertura era saltata per la seconda volta in un giorno: la verità era che non volevo essere cazziata per bene dal mio migliore amico; cosa avrebbe potuto dirmi?

Beh, avevo fatto la cosa giusta, perciò non c'erano dei "veri" motivi per maledirmi in tutte le lingue del mondo, ma se lui avesse fatto la stessa cosa molto probabilmente avrei sbroccato e non gli avrei parlato per giorni.

Non immagino cosa possa fare lui.

Aprì piano gli occhi, e mi ritrovai numerose facce vicinissme al mio viso tutte in cerchio:

𝐚𝐫𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐮𝐦, j.s.potterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora