𝐗𝐗𝐗𝐕. "Il solito discorso di James"

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Felicity

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Felicity

Finalmente oggi era domenica, e di solito le domeniche tutti andavano ad Hogsmade; nessuno escluso, se non i ragazzi più piccoli. Mentre oggi, beh, oggi era tutt'altra storia.

Oggi c'era la partita.

Una delle partite a cui di solito assistiva più gente, una delle partite più dure, lunghe, e certe volte piene di imbrogli (anche da parte nostra).

La rivalità tra grifondoro e serpeverde era sempre stata nota, con il tempo è diminuita sempre di più, ma c'era ancora. Per non parlare del quidditch: una volta vinceva grifondoro, un altra volta serpeverde e così all'andare.

Questa volta però dovevamo vincere con punti molto alti per non essere troppo lontani dai corvonero che avrebbero giocato la loro partita tra due settimane. 

E noi volevamo avere quella coppa stretta tra le mani.

Ero ancora un pò arrabbiata con James per quella storia di Camille e Alex, ma, passata una settimana, questo francamente non mi importava quasi più; in questo momento era passato in secondo piano.

Adesso si pensava solo ed esclusivamente alla partita.

Mi ero svegliata molto presto per ripassare in sala comune con Rox, l'unica che si era offerta di farmi compagnia, per cercare di ricordarmi tutti gli schemi che James aveva preparato. Forse era meglio dire che NOI avevamo preparato.

Però aveva qualcosa di strano, beh erano quasi le cinque, ma c'era qualcosa di strano.

- Roxanne c'è per caso qualcosa che non va? - rimisi i fogli su uno dei tavolini della sala comune, mentre il rumore del fuoco accompagnava le mie parole.

Scosse la testa in segno di negazione: - sono solo in ansia per la partita, tutto qui -

- Non è da te però, di solito sei tranquilla prima di una partita - qualcosa mi puzzava ancora, ma in silenzio ricominciai a ripassare gli schemi nella mia testa.

Dopo alcuni minuti Rox spezzò il silenzio che si era creato - Ci sarà anche quella corvonero sugli spalti? - ecco che cosa le prendeva: era gelosa di Camille? Certo, in questo periodo ero stata vicino a Camille per alcune lezioni, ma niente di più.

- Rox... -

- Mi stai rimpiazzando vero? Oltre tutto con una ragazza che è comparsa così dal nulla: non sai nemmeno se puoi fidarti di lei - disse questo non alzando lo sguardo dal foglio e con una espressione impassibile.

- Pensi che io possa fare una cosa del genere? La conosco da si e no due settimanae e tu pensi veramente che io abbia lo stesso legame che ho con te con una persona qualunque? Posso capire che tu sia un minimo ferita, perchè è vero, in questo periodo non siamo state molto insieme. Ma ho avuto molte cose da fare. Tra James, la scuola e mia madre io-

- TUA MADRE!?!? - la dovetti spintonare sulla poltrona da dove si era alzata per non farmi mille domande su mia madre urlando per tutta la torre.

Dannata sonnolenza.

...

Ero stata la prima ad arrivare negli spogliatoi ed essersi messa la divisa, ora mi trovavo nella zona- comune (dove si trovava una lavagna con i diversi schemi e cose riguardanti la partita), ed osservai tutti i miei compagni entrare dall'ingresso.

Pochi minuti prima che James arrivasse guardai un poco le facce di tutti i miei compagni di squadra: Roxanne era tranquilla, o almeno supponevo che lo fosse, nonostante solo poche ore prima io le avessi rilevato una cosa importantissima, Rose invece si mangiava un unghia e sbatteva il piede a terra in continuazione, Fred continuava a sbattere la testa sul manico della sua scopa come a non voler pensare ad altro, Lily sembrava quella più tranquilla tra tutti; certo, se solo non facesse avanti e indietro per tutta la tenda. 

Il piccolo Baston invece era seduto più in disparte, e stava fermo come se qualcuno lo avesse pietrificato. Per assicurarmi che stesse bene mi avvicinai a lui e gli misi una mano sul braccio.

- Come ti senti? - gli chiesi: solo dio sa quanto ero preoccupata prima di una partita pochi anni fa.

Lui prese un profondo respiro e poi mi rispose: - Agitato. Si vede così tanto? -

- Tranquillo è normale - indicai Rose che continuava a mangiarsi le unghia - quello sicuro si nota molto di più - 

Accennò un sorriso, e poi senza che io gli dicessi niente cominciò a parlarmi di una cosa che non mi sarei mai aspettata.

- Mi sento sottopressione, sai, mio padre assisterà a questa partita ed io vogli fargli vedere che posso diventare come lui; non voglio deluderlo -

- Joe ti prego non dire così. Sono sicura che tuo padre è fiero di te, a differenza di ciò che succederà oggi. - mi avvicinai al suo orecchio per non farmi sentire dagli altri (ma soprattutto da Fred) - io ho sempre pensato che tu sia più bravo di Fred -.

- Non è vero - beh dopotutto aveva tredici anni, non era uno cosi stupido da credere alla prima cosa che una persona ti diceva. Ma io non stavo scherzando.

Magari non ora, ma quando Fred era al suo anno era stato preso nella squadra solo perchè uno dei due battitori che era stato scelto per primo si era trasferito in Francia.

- Chiedilo anche a sua sorella se non ci credi, o anche a tutti i professori: sono sicura che ti diranno la stessa cosa che ti ho detto io - mi guardò un poco stranito e disorientato, ma prima che potesse dirmi qualcosa James entrò nel tendone e cominciò a fare uno dei discorsi.

- Oggi non accetto errori, sappiamo tutti che per poter vincere la coppa dobbiamo vincere contro i serpeverde, e di certo non voglio tornare a casa sapendo che il mio ultimo anno è stato sprecato in allenamenti di quidditch invani. Perciò vinciamo. - prese uno dei gessetti e cominciò a scrivere sulla lavagna: - Rose, tu cerca di parare tutte le palle che ti arrivano, e quando vedi che la situazione diventa sempre più scomoda allora avvicinati al giocatore che tiene la palla assicurandoti che non ci sono avversari in vicinanza. Lily, Felicity, Roxanne, voi dovete usare più schemi possibili, i punti sono fondamentali, e voi dovete segnare più di quanto non abbiate mai segnato. Vi voglio lucide oggi. - poi passò ai battitori - Fred, Joe, di solito vi dico di ostacolare solamente i giocatori, ma questa partita sarà dura; perciò se volete potete cominicare ad indirizzare i bolidi verso il cercatore, sempre proteggendo me e tutta l'altra squadra. Io aspetterò i 150 punti per prendere il boccino. - tutti si alzarono e si avviarono verso l'uscita del tendone per essere presentati, potevo sentire gli urli da parte di tutti gli studenti presenti sugli spalti e i commenti di Jordan quasi sempre ripreso da Minnie.

Bene, vinciamo una volta per tutte questa maledetta partita


Ciao cari lettori!
Tutto bene?
La scuola credo stia assillando tutti noi ed io ho gia avuto delle verifiche e martedì ho quella di inglese (speriamo bene).
Piaciuto il capitolo?
Fatemi sapere se ci sono degli errori :)
È un pò di passaggio ma spero che i prossimi capitoli vi possano piacere ancora di più.
Con questo ci vediamo al prossimo capitolo!!
E...

𝐚𝐫𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐮𝐦, j.s.potterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora