Capitolo 2

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POV'S TRAVIS.
Sono sdraiato nel letto, a pensare se andare a scuola o restarmene a casa, a riflettere su quella ragazza dagli occhi marroni e su ciò che è accaduto. Non sapevo che fare in quel momento, mi dispiaceva per come aveva reagito e questa notte non sono riuscito a chiudere occhio, non riuscivo a smettere di pensare a lei e al suo stupendo viso che mi fissava. Ma cosa ho detto? Stupendo? Cosa mi sta prendendo? Non mi può piacere una come lei, siamo troppo diversi.

Decido di andare a scuola e non faccio in tempo a mettere piede dentro, che la vedo ed è stupenda, davvero. Forse mi sta cominciando a piacere, o forse mi è sempre piaciuta, ma non gli ho dato molta importanza. Non voglio innamorarmi di nessuna e non voglio essere impegnato. Sono un ragazzo che vuole rimanere libero e fare ciò che gli passa per la testa, divertirsi e avendo anche una buona reputazione a scuola, se mi innamoro di una ragazza è finita.

Entro in classe e mi siedo al mio solito banco, infondo alla classe. Dopo alcuni minuti entra anche lei e, per sfortuna, si siede vicino a me perché tutti gli altri banchi sono occupati. Insomma, la fortuna non gira intorno a me oggi. La fissai per tutte le lezioni, era così perfetta con quei capelli che gli ricadevano lungo la schiena, quel viso sereno mentre prendeva appunti, quegli occhi che gli brillavano ed anche essendo di un marrone semplice, erano sempre stupendi.

POV'S NATASHA.
Appena entrata in classe, comincio a guardarmi in giro per trovare un posto libero e quando lo trovo mi accorgo che era accanto a Travis. Non potevo crederci, alzai gli occhi al cielo e mi sedei, dovevo anche sopportare la sua presenza vicino alla mia. Durante le lezioni, mi fissava e non c'era nulla che poteva fargli distogliere lo sguardo. Scrutava ogni mio movimento, ogni cosa che facevo, lui continuava a guardarmi e mi sentivo imbarazzata, odiavo il suo sguardo, non capivo il motivo del suo fissarmi, perché ci doveva essere per forza. Suona la campanella e mi dirigo verso l'uscita, ma mentre esco vedo Travis vicino ad un muretto con una finta bionda, a vedere quella scena non so cosa stessi provando, era tutto così strano, mi dava fastidio il suo comportamento. Tutto il tempo a fissarmi e quando aveva l'occasione va a baciarsi la prima che passa, non capisco. Non nascondo che lui mi piace, ma sapere che non potrà mai essere mio mi fa provare rabbia e disprezzo, non ne suoi confronti, ma nei miei. Non sono abbastanza per lui, non sarò mai qualcosa per lui.

****

Mi trovo a casa di Naomi e cominciamo a parlare del più e del meno. Era da tanto che non passavo del tempo da sola con lei. Ci conoscevamo da quando avevo due anni, le nostre mamme sono molto unite e da quando eravamo piccole, passavamo tutti i giorni insieme. Lei mi conosce molto bene e quando ho qualcosa, lo capisce solo guardandomi. Ha due anni in più di me e sono sempre stata la sua bambina, quella bambina che ha sempre protetto. C'è sempre stata nel momento del bisogno e non riuscirei ad immaginarmi senza di lei.

Comincia a squillarmi il telefono e vedo che è Alexander, quindi decido di rispondere.

"Pronto Alex." rispondo.

"Natasha, senti devo confessarti una cosa che tengo dentro da molto tempo." mi dice, con voce incredula e incerta.

"Si, dimmi."

"Tu, beh ecco, mi piaci."

Rimango sbiadita sentendo queste parole, non so che rispondere, non so come affrontare questa situazione. L'unica domanda che mi viene in mente è il perché non me l'ha detto prima? Non ci sto capendo nulla, sta succedendo tutto troppo in fretta e una dopo l'altra. Voglio solo non avere problemi, almeno per un po', non credo di chiedere molto.

"Ah, non me lo aspettavo." mi ostino a rispondere.

"So benissimo che la cosa non corrisponde, ma io avevo solo il bisogno di dirtelo. Ora devo andare, ci sentiamo." e senza neanche aspettare che io gli rispondessi, attacca.

Naomi mi guardava come per dirmi che già sapeva tutto e che non c'era il bisogno che gli spiegassi cosa mi avesse appena detto. Quindi, mi limito a buttarmi nel letto con la mia migliore amica che mi abbraccia.

Dopo cena, comincio a correre da una parte all'altra, urlando per far calmare i fratelli di Naomi, ma senza risultati, fino a quando non venne e li fece calmare, mandandoli nelle loro camere. Gli devo fare una statua a questa ragazza prima o poi. Si appoggia accanto a me, sul letto, senza dire una parola, c'era qualcosa nell'aria che non andava bene, quindi decido di parlare.

"Senti, io non so che fare."

"Fare cosa?" mi chiede.

"Insomma, hai capito che qualcosa per Travis lo provo e non so come comportarmi con Marilyn." rispondo.

"L'ho capito da quella mattina a scuola e sinceramente non la sopporto come cosa, ma se ti piace non posso farci nulla, anche se non ti farò avvicinare a lui e con Marilyn ci devi parlare e dirglielo, anche se non lo so come la prende, la dovrei conoscere essendo mia cugina, ma non so cosa aspettarmi."

"Domani la chiamo, così mi tolgo questo peso."

****

Il pomeriggio successivo restiamo a casa e facciamo venire Alexander. Non ci scambiavamo molte parole, ma cercavo sempre di integrarmi nei loro discorsi per parlare con lui, anche perché non volevo che le cose tra di noi cambiassero. Prima di pensare a lui, però dovevo risolvere con Marilyn e quindi decido di chiamarla.

"Pronto." mi risponde.

"Mari, dobbiamo parlare." dico, cercando di rimanere calma.

"Si, dimmi."

"Non voglio farti tanti giri di parole, quindi arrivo subito al punto e ti confesso che anche a me piace Travis."

"Lo so, me ne sono accorta subito. Ma tranquilla, ho capito che non è il mio tipo. Troppo stronzo." mi dice, con una voce decisa e ridente.

"Ah okay, quindi tutto risolto?" gli chiedo.

"Si certo, io ora devo andare che esco con Eleanor ed Emily."

"Va bene, salutamele. Ci sentiamo." la saluto e attacco.

Prima di rientrare, resto sul balcone a pensare e mi rendo conto che sono due giorni che non vedo Travis e la sua mancanza la sento. So benissimo che la sua mancanza non dovrei sentirla, per il fatto che mi tratta male, ma è più forte di me, sono i suoi occhi che mi fanno questo effetto e il suo sorriso.

Però poi hai sorriso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora