Capitolo 14.

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Alyssa POV.

Rileggo per la terza volta la lettera che ho tra le mani, percependo il battito del cuore come l'unico suono in questa stanza silenziosa.
L'inchiostro nero della mia scrittura occupa ogni spazio libero del foglio, eppure mi sembra che queste parole ancora non siano abbastanza, per raccontare di noi. Sapere che saranno i suoi occhi a scorrere queste righe mi rende dannatamente insicura ma è una cosa che voglio fare, lo devo soprattutto a me stessa.

Stamattina mi sono svegliata all'alba, senza nessuno vicino, e un improvviso senso di solitudine mi ha investita facendomi sentire freddo.
Un gelo che mi ha paralizzato i pensieri.
Ho osservato la mia stanza vuota, il mio telefono senza notifiche, e nessuno con cui parlare. Mi sono domandata dopo quanto tempo qualcuno si sarebbe accorto della mia assenza, se avessi preso un aereo stanotte e me ne fossi andata. Mi sono sentita così sola che ho avuto paura di rimanere per sempre così, sola con me stessa.

Sono attratta dalla solitudine, a volte ne sento perfino il bisogno, ma oggi è stato diverso dalle altre perché avevo bisogno semplicemente di staccare la spina dai pensieri, e nessuno con cui farlo. È stata una sensazione così intensa da farmi piangere, abbracciata alle mie spalle mentre ho osservato il sole innalzarsi nella finestra di fronte al mio sguardo.
Poi ho chiuso gli occhi, e mi sono lasciata trasportare da questa malinconia per ritrovarmi ad accendermi da un'altra parte.
Mi sono messa a pensare al sapore che può avere, risvegliarsi così ogni mattina, e ho capito che sono stata fortuna perché sono riuscita ad intravederne ogni singolo raggio di sole. Quando non è così scontato, riuscire ad osservarne il bagliore.

Esistono alcune prigioni fatte di sbarre, altre invece circondate dai propri limiti dove l'oscurità ne fa da padrone.
Mi sono chiesta allora come ci si sente, ad essere costantemente avvolti dal buio, come è possibile sopportare una perenne esistenza accompagnata dal silenzio dei propri vincoli. Quanto intensamente si riesca a percepire lo scandire del tempo, quando non hai nessuno al fianco oltre te stesso.
Ho pensato a chi sente questo vuoto dentro colpire come un uragano, senza neanche scompigliarsi, chi è talmente abituato a sentire questa mancanza da non percepirla neanche più.

Oggi allora ho capito.
Ho compreso quanta forza devi avere, per sostenere il peso di una vita avvolta dal silenzio, soprattutto quei giorni in cui è più difficile sopportare l'assenza di qualcuno e la presenza di nessuno. Quanto deve essere doloroso lottare per allontanare, solo per sopravvivere con questo freddo dentro.

E l'ho voluto scrivere, ho voluto raccontarglielo perché deve sapere quanto coraggio sta avendo, ogni giorno.
Che, in fondo, le persone davvero sole sono quelle che aspettano solo di ritrovarsi ma hanno la forza di non accontentarsi di chiunque.
Ho scritto una lettera per essere il suo posto caldo, per diventare quel raggio di sole che poche ore fa mi ha scaldato quando il rumore del silenzio stava diventando troppo assordante. Ho voluto dirgli che la solitudine a volte serve solo per capire quanto sia bello il suono di una risata, che presto riuscirà a far ascoltare la sua voce a tutti quelli che ora stanno facendo solo da sottofondo.
Ho voluto dedicargli la promessa più grande che potrò mai concedere, quella di continuare ad essere il posto dove non si troverà mai solo.

Per Scott Hudges.
Osservo un'ultima volta questa scritta, prima di imbucare le parole che non sono mai riuscita a cogliere davvero.

M'incammino verso il dormitorio mentre osservo il cielo grigio caricarsi di pioggia. Ho capito che sarebbe stata una giornata diversa fin dai primi raggi di sole, un cielo che poco dopo si è tinto di nero. Credevo che questo senso d'irrequietudine si sarebbe placato una volta arrivata al centro della città per spedire la mia lettera ma avevo torto, perché percepisco ancora una strana tensione bloccarmi il respiro.
Stasera uscirò di nuovo con Elliot ma, in questi giorni, non ho fatto altro che pensare al perché non abbia sbattuto Blake fuori dalla mia camera. E, nonostante tutto, non riesco a capacitarmi del fatto che se fosse possibile tornare indietro nel tempo, riaprirei di nuovo quella porta.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora