Blake POV
Ho creduto fino a qualche giorno fa che non ci fosse niente di peggio di non riuscire a ricordare il proprio passato, non poter definire in modo nitido il momento più buio della propria esistenza o il posto esatto da cui provengono tutte le sagome dei propri mostri. Ero certo che non esistesse tortura peggiore di questa, supplizio più grave da dover vivere ogni giorno nella speranza che prima o poi i ricordi sarebbero riapparsi e ritrovarsi invece avvolti sempre più dalla disillusa consapevolezza che ciò non sarebbe mai accaduto.
Dimenticare senza poter decidere quando ricordare è di certo la forma di tormento più violenta, ma essere dimenticati è qualcosa che va ben oltre.Esiste un meccanismo automatico della mente che si attiva quando un trauma precipita improvvisamente coinvolgendo in modo significativo la propria vita. Per paura di vivere conscio della possibilità che una ferita così profonda possa tornare in superficie, si risale fino al momento in cui si raggiunge l'origine del male e, come se non fosse mai accaduto, si rimuove tutto quello che si è vissuti intorno a tanto sconvolgimento, cancellando ogni cosa. Tutto ciò che ricollega quel turbamento alla vita presente viene dissuaso per ricreare un equilibrio mentale, radiando il centro dello stesso ricordo. Gli psicologi la definiscono amnesia dissociativa, un disturbo collegato alla propria introspezione che permette di scollegare e riporre via alcune esperienze negative evitandone per sempre o per un lasso di tempo, il recupero. È questo ciò che specialisti per anni mi hanno ripetuto, quello che in realtà credevo di voler recuperare era tutto ciò che inconsciamente non volevo più ricordare. Ero stato io a decidere di far scomparire le immagini di quella sera, e per tutto il tempo in cui mi sforzavo nel volerle ripercorrere stavo solo mentendo a me stesso.
Per proteggermi da un male troppo profondo l'ho rimosso, come Alyssa ha fatto con la mia presenza. Quanto profondamente posso averla ferita per spingerla a compiere in modo inconsapevole, un gesto così estremo?Quanto posso averla spaventata a tal punto da volermi dimenticare?
I suoi occhi mi appaiono nella penombra della mia camera, la sua esile figura sussultare ad ogni passo che mi divideva dal suo letto dove lei era girata di spalle qualche giorno fa. Non sapeva chi fossi, eppure il suo corpo reagiva come se ne rimembrasse ogni dettaglio. Ma quando lentamente si è voltata per osservarmi il suo sguardo era diverso dall'ultima volta, smarrito nell'impossibilità di sapere qualsiasi cosa di me. Le sue parole hanno infatti accompagnato quell'incertezza, un istante dopo, e come un codardo non ce l'ho fatta a risponderle. Le ho mentito confessandole di aver sbagliato stanza perché condividere lo stesso spazio ristretto in compagnia dell'unica persona a cui non avrei mai voluto accadesse tutto questo, è stato troppo. Troppo da dover accettare.
Alyssa mi odierà quando cercherà di far luce su ciò che le è successo, quando i tentativi di recuperare la memoria saranno un buco nel vuoto maledirà con tutta sé stessa la persona che le ha causato tanta sofferenza. So cosa si prova, conosco la sensazione di sentirsi impotenti di fronte all'impossibilità di non riuscire a comprendere perché sta accadendo proprio a te, l'inizio di una lotta infinita contro i propri nostri. La curiosità le potrebbe far percorrere un sentiero destinato al tormento dei propri pensieri, ogni istante si chiederà cosa l'abbia spinta a cambiare così tanto e trovare le risposte diventerà così una questione vitale. Potrebbe rinunciare a tutto per raggiungere questo scopo, dimenticandone ogni traccia di ciò che era per non dover continuare a vivere nell'ombra delle sue paure proprio come ho fatto io. Potrebbe perdersi distruggendo ogni traccia di sé, lei potrebbe non ritornare mai più. E se dovesse ricordarsi ogni cosa allora comincerà a detestarmi per tutto il male che le ho causato, nessuno potrebbe perdonare tanto rancore, nemmeno un'anima buona come la sua.
Qualsiasi cosa dovesse accadere l'unica certezza è quella di averla persa per sempre.<<Possiamo parlare?>> Nathan senza bussare si appoggia contro lo stipite della porta, mentre io rimango in silenzio ad osservare fuori dalla finestra dove la sua immagine è riflessa. <<Da giorni ormai nessuno riesce a sapere dove ti trovi, o con chi sei. Vivo con te e sono tre giorni che non ti vedo in giro, cosa ti sta succedendo Blake?>> Mi domanda senza troppi giri di parole, scuotendo la testa quando dopo una manciata di secondi non riceve nessuna risposta. Non ho nessuna voglia di parlare o dare spiegazioni su quella che è diventata ora una nuova routine, almeno fino a quando non troverò qualcosa che mi distragga dal costante pensiero di essere il responsabile ed aver rovinato in modo indelebile la vita di Alyssa.
<<Hai trascorso giorni in ospedale indipendentemente dalla stanchezza del tuo corpo, ti allontanavi solo per fare una doccia e poi ritornavi di nuovo lì. Lei è sveglia da più di una settimana ormai e non hai mai voluto vederla, adesso che ne hai la possibilità sei fuggito. Vuoi evitarla e posso comprenderlo, ma perché farlo con tutti?>> Chiede sforzandosi di mantenere il controllo dei suoi impulsi perché in questo momento di totale silenzio se potesse mi darebbe uno schiaffo in pieno viso. E non lo compatisco, anche io lo farei se avessi di fronte una persona come me.
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(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.
Romance!!SEQUEL DI: (Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.!! Alyssa e Blake sembrano destinati a non riuscirsi mai, ad incontrarsi davvero. Come su due mondi troppo distanti, non ne potranno mai vedere gli stessi colori. Come il sole e la luna, potran...