(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.

Capitolo 27.

Blake POV

Travis mi porge una birra quando viene a sedersi al mio fianco, mentre una musica di sottofondo accompagna il brusio del vociferare intorno ai nostri corpi. Sono nel mezzo di una festicciola improvvisata in pieno giorno da Brad alla confraternita, e gli studenti hanno appena iniziato ad arrivare. Il passaparola verrà diffuso nell'arco di una manciata di minuti, e io non ho nessuna intenzione di rimanere qui a lungo.
Dopo ieri, non riesco a pensare ad altro se non all'immagine di Alyssa e ai suoi occhi delusi. Si è sentita tradita, e non posso biasimarla per questo.

<<Che schifo.>> Mormora lui dandomi una gomitata, quando i suoi occhi si posano sulla scenetta che si sta svolgendo poco distante da noi. Becka e John si stanno baciando come se da un momento all'altro potessero spogliarsi davanti a tutti, il movimento delle loro lingue è ben visibile anche da qui mentre le loro mani scivolano presto verso il basso. Sembrano incapaci di staccarsi dalla parete alle loro spalle, incuranti degli occhi indiscreti che si stanno posando su di loro.

<<Prendetevi una fottuta stanza, cazzo.>> Continua Travis alzando la voce per farsi sentire chiaramente, ma tutto ciò che riesce a guadagnare è un dito medio che John gli rivolge per mandarlo a fanculo. Così sbuffa, tornando a sorseggiare la sua birra.

<<Lasciali perdere, stanno per andare a convivere. Saranno più eccitati del solito.>> Con indifferenza stappo la mia lattina, portandomela velocemente alle labbra.

<<Mi farei una in quel modo senza scrupoli solo se fossi drogato o talmente ubriaco da non capirci più niente. Tanto più se fosse la mia ragazza, cazzo se sarei geloso.>> Lo vedo giocherellare con lo strappo dei jeans al ginocchio, sovrappensiero.

<<Perché dovresti?>> Alzo un sopracciglio guardandolo di sbieco, prima di far scorrere un altro lungo sorso di birra lungo la gola e percepire il sapore amaro darmi sollievo per qualche istante. I borbotti intorno si fanno intanto sempre più rumorosi.

<<Perché gli studenti di quest'età sono un branco di sfigati e qualsiasi pretesto è buono per farli chiudere in bagno e dar sfogo alle loro fantasie. Non vorrei mai che la mia donna divenisse la protagonista di una delle loro immaginazioni sessuali.>> Fa una smorfia sdegnata e si gira verso di me per accertarsi che anche io sia d'accordo.

<<Il mondo è pieno di pervertiti Travis, le persone potrebbero immaginarsi la tua donna a novanta anche se vi state tenendo solamente per mano.>> Osservo la sua faccia ragionare sulle mie parole e come se avesse appena perso la capacità di parlare, non risponde. Afferro il pacchetto di sigarette dalle mie tasche e ne accendo una creando una condensa di fumo davanti ai miei occhi, è proprio un ragazzino.

<<Ti infileresti mai in una situazione del genere con Alyssa, sapendo di provocare non poche reazioni da chi vi osserva?>> Chiede per sondare la mia risposta.

Lo farei? Solo se volessi prendere a pugni qualcuno, ma neanche in quel caso metterei il pudore di Alyssa a repentaglio a causa di qualche testa di cazzo.
Stringo le mani intorno alla lattina ormai vuota nell'immaginare una scena simile, i pensieri che potrebbero attraversare nella mente di qualche psicopatico arrapato mi rendono improvvisamente nervoso. Ma non darò a Trevis questa soddisfazione.
<<Mi sono messo in situazioni ben peggiori di questa ragazzino, e con più di una donna. Non ho mai avuto queste paranoie inutili, neanche tu dovresti fartele.>> Svio la sua domanda gettando a terra la birra ormai accartocciata, e mi guardo intorno.

Questo posto è diventato un formicaio invivibile di gente ubriaca, qualcuno ha già iniziato a ballare sopra i tavoli mentre altri giocano a qualche passatempo infantile con lo scopo di rimorchiare senza impegno. Che deficienti.
<<Lo sapevo!>> Il ghigno divertito di Travis richiama la mia attenzione. <<Lo sapevo che avevo ragione! Daresti di matto anche tu per una cosa del genere.>> Il ragazzino sa senz'altro quali tasti premere per provocarmi, lo zittisco con lo sguardo.