Capitolo 28.

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Alyssa POV

Sono concentrata in cucina, intenta a mescolare le uova con la farina per preparare i miei pancake preferiti quando dal telefono di mio padre alle mie spalle inizia una serie incessante di vibrazioni che mi fanno alzare gli occhi al cielo. Sarà quella zavorra di Brianne, mi ritrovo a pensare tra me mentre afferro la busta di latte dal frigo. Ne taglio un angolo per versare il contenuto nella ciotola con il resto degli ingredienti ma quella macchina infernale comincia di nuovo a tremare, facendomi sussultare e d'istinto mollo la presa. Il liquido biancastro finisce in ogni angolo della cucina macchiando il pavimento e i miei panni, maledico mentalmente le mie mani instabili e quel sordo di mio padre al piano di sopra che è appena uscito dalla doccia.

<<Ti sta suonando il tuo dannato telefono!>> Urlo sfiancata da questa mattinata iniziata nel peggiore dei modi. Fino a quando non avrò messo qualcosa sotto ai denti mi sarà difficile anche solo tentare di ragionare, ecco perché decido di rimandare le pulizie a più tardi. Di nuovo, quel maledetto rumore è appena ricominciato.
<<Puoi rispondere alla tua specie di ragazza psyco?>> Sbuffo incredula della capacità di poter chiamare ad uno stesso numero così tante volte nell'arco di cinque minuti.

Finalmente sento i passi pesanti di mio padre scendere svelti dalle scale e quando arriva in cucina posso notare ancora i suoi capelli umidi e la camicia allacciata male. Si guarda intorno alla ricerca di quell'aggeggio ma l'ennesima telefonata glielo fa individuare velocemente vicino al cesto della frutta. Fa scorrere il dito sullo schermo ma ancora prima che riesca ad appoggiare il display al suo viso la voce stridula dall'altro capo lo anticipa con un grido che riesco anch'io a sentire a distanza.
<<Ti ho chiamato almeno dieci volte!>> Brianne sembra essere ancora più altezzosa del solito, non capisco come mio padre faccia a stare con una persona così ma ho smesso di domandarmelo da quando ha deciso di costruirci una famiglia tutta sua.

Lui si allontana da questa stanza per non farmi ascoltare altro e io non potrei essere più felice di questa scelta, apro la mia playlist di Spotify e inizio una riproduzione casuale ondeggiando i fianchi a ritmo della musica. Dopo ieri mi sento meglio.

Sorrido come una bambina quando verso un tocchetto di burro sul fondo caldo di una padella assaporandone l'odore che si disperde in cucina, la presenza di Blake mi ha fatto compiere un passo, seppur piccolo, in avanti. E io non avrei mai potuto sperare di meglio perché solo lui, è riuscito a muovere qualcosa nei miei pensieri.

La cosa mi ha resa estremamente soddisfatta ma allo stesso tempo mi ha turbata, perché se è vero che mi è stato d'aiuto come nessun'altro, non posso nascondere che la sua vicinanza mi ha fatto sentire estremamente confusa. Mi sono resa conto di essere consapevolmente arrendevole ai suoi gesti, così come ho avvertito la certezza di essere unita da un legame indefinito tra noi terribilmente forte. I suoi occhi mi hanno lambita quando si sono posati sulla mia figura e io non ho potuto evitare di rabbrividire sotto quello sguardo infiammato. Il mio corpo non risponde più delle mie azioni quando Blake è nelle vicinanze e di questo dovrò rammentare ogni volta che la sua camminata sicura verrà nella mia direzione. Devo stare attenta a quell'arroganza accompagnata da un corpo ben allenato e all'abilità di sapere esattamente quali mosse fare, in ogni momento, segno solo di un'esperienza maturata alle spalle non indifferente.
Mi accorgo di mordicchiarmi il labbro quando ripenso che sarebbe stato sufficiente arricciare la bocca per incontrare la sua, un attimo in meno di esitazione e ci saremmo baciati. Sarei bugiarda se dicessi che non lo avrei voluto, in quel momento ero vittima della mia stessa imprudenza.
Se non fosse stato lui a tirarsi indietro, io non avrei mai ritrattato con le mie sensazioni.

Il suo modo di fare è come se risvegliasse i desideri più proibiti, quelli che si tengono solitamente al segreto da occhi indiscreti. Ecco, lui è come se avesse appesa al collo una catena con le chiavi di accesso a quel piccolo baule e la cosa mi destabilizza.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora