Capitolo 30.

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Alyssa POV

Blake ha scelto di fidarsi di me.

Ecco la prima cosa a cui penso, quando la mattina seguente decido di accendere il mio telefono dal pianerottolo della cucina. Posso sentire ancora il suo profumo marchiarmi la pelle a causa dei nostri corpi combinati ieri, in un'unica cosa.

Porto un polpastrello all'altezza del mio labbro inferiore creando un piccolo sfregamento che mi fa sorridere, ci siamo baciati e io non credo di aver provato mai niente del genere prima d'ora. Non mi aspettavo che sarebbe accaduto tutto questo, ieri, ma soprattutto non avrei mai creduto che l'unione di due bocche potessero scatenare l'inizio di sensazioni così viscerali da non essere più in grado di compiere altre azioni principali come quella di respirare normalmente.

È quello che è successo, ho smesso di fare ogni altra cosa se non iniziare a vivere attraverso il tocco rude delle sue labbra.
E mi sono sentita dannatamente impacciata di fronte la sua esperienza che trapelava da tutta la sicurezza dei suoi gesti, ma poi non me ne è più importato niente perché lui, al contrario, sembrava apprezzare questo lato di me.

In quel preciso istante ho sentito qualcosa di destabilizzante afferrarmi i polmoni che mi ha portata a trattenere il fiato, è come se entrambi ci stessimo spogliando da ogni tormento per lasciare spazio ad una sensazione travolgente fatta di desideri attesi quasi con sofferenza e pensieri spudorati. Non si trattava solo di questo però, è come se quel momento avesse sancito la consapevolezza totalizzante di un sentimento già conosciuto verso quell'Adone mentre i suoi occhi mi guardavano come se lui avesse appena trovato il silenzio dai mostri assordanti attraverso di me.
Ci stavamo salvano l'un l'altro e io ho avvertito l'istinto di non poterne fare a meno, stavo bruciando nelle sue mani con la certezza che avrei voluto solamente continuare ad accendermi contro le sue spalle.

Mi sono sentita al sicuro di potermi lasciare andare. Ho trattenuto tutta una vita i miei pesi unicamente su di me per non dover gravare su quelli degli altri, eppure, ieri ho sentito di potermi lasciare aiutare a farlo perché Blake, era lì solo per me.
Quanto coraggio può avere una persona che sceglie di voler curare piuttosto che interessarsi di voler guarire dai propri fantasmi?

Il suono del telefono che sto ancora sorreggendo mi destabilizza, portandomi a fissare il display illuminarsi da un numero sconosciuto. Inarco la fronte confusa perché credo di aver già salvato tutti i numeri delle persone principali e mi stranisco per l'ora mattutina insolita in cui qualcuno mi sta cercando, così decido di alzarmi dalla sedia presa da un'inspiegabile sensazione d'ansia e faccio scorrere il dito sullo schermo per rispondere, ma una voce robotica mi anticipa.

<<Sta ricevendo una chiamata dal penitenziario di...>> Smetto di ascoltare qualsiasi cosa quando capisco che si tratta di Scott e mi affretto ad accettare con un tremolio della mano causato dell'aumento di battiti del cuore perché arrivo velocemente alla consapevolezza che lui non mi avrebbe mai chiamata se non fosse successo qualcosa di grave.
Qualcuno l'ha picchiato?
Deve dei soldi a qualche detenuto?
Ha combinato qualcosa che l'ha fatto finire in isolamento?

Troppe domande insieme mi affliggono i pensieri e mentre aspetto che trasferiscano la sua chiamata, inizio solo a sperare di sentire al più presto la sua voce.
<<Scott!>> Esclamo quando sento la cornetta alzarsi dall'altro capo, con un nodo in gola che non mi permette di dire tutto quello che vorrei.

<<Cristo Alyssa sono giorno che provo a telefonarti!>> La sua voce stanca richiama la mia attenzione e riesco ad immaginarmi l'espressione del suo viso avvilito mentre si appoggia contro la cabina telefonica per comporre il mio numero più volte.
Il mio cuore viene rapidamente stretto in una morsa dolorosa.

(Ri)trovarsi 2, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora