8. Fuori Orbita.

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«La rabbia è una follia momentanea, quindi controlla questa passione o essa controllerà te.»

In questo momento, sto navigando in un mare di dubbi. Non so cosa pensare.
«Ehilà! ma mi stai sentendo?»
Cosa si nasconde dietro quelle parole che mi ha detto Reval?
«Mi sa che ti ho persa ufficialmente...»
Voglio avere dei superpoteri per leggere nelle menti altrui, così almeno a quest'ora non mi starei scervellando per trovare una dannata risposta.
«TERRA CHIAMA MAILA!» urla qualcuno nel mio orecchio talmente forte che forse mi ha fatto perdere l'udito.

Ritorno alla realtà e mi giro verso Emily, non badando alle occhiate stralunate che ci stanno riservando i nostri compagni di mensa e quelli dei tavoli vicini. Ma dico è impazzita?

«Ma sei impazzita per caso?» gli domando sbirciando intorno, per vedere se qualcuno sta ancora osando guardare nella nostra direzione.

«No, visto che ti ho chiamato per venti minuti mentre tu eri nel mondo delle fate pensando a chissà cosa.» risponde scettica, incrociando le braccia al petto.

«Scusami, non ci sto con la testa.» mi sbatto una mano sulla fronte e mi lascio sfuggire un sospiro.

«E chi sta nella tua testolina da farti dimenticare il mondo esterno?» non faccio in tempo a rispondergli, che il soggetto dei miei pensieri invade la mensa accompagnato dai suoi amici (nonché compagni di squadra) e a passo sicuro, passa fra i vari tavoli osservandoli uno ad uno fino ad intercettare il mio sguardo ma oltre al mio rossore, nei suoi occhi non riesco a trovare la traccia di nessuna emozione.

«Qualcosa mi dice che è Reval la tua distrazione temporanea.» la zittisco all'istante prima che qualcuno, presente a tavola, origli la nostra conversazione e vada a spifferare tutto quanto in giro creando solo un gran casino.

«Cosa? No!» bisbiglio sconvolta. Non posso pensare minimamente a lui e a tutto quello che è successo. Proprio io che non sopporto i ragazzi bad boy e misteriosi. Oddio che orrore!

«Allora perchè ti ha guardata così?» se intende il viso privo di espressione e gli occhi cupi e neri senza un barlume di luccichio, allora non ha proprio capito niente.

«Non lo so, ma a vederlo non era molto contento...»

«Non era molto contento?! ma se appena hai abbassato lo sguardo lui a sorriso.» spalanco gli occhi alla sua affermazione. Come è potuto succedere...ho spostato soltanto di un secondo lo sguardo e non appena l'ho rialzato, ormai lui era già di spalle mentre continuava a camminare verso il suo tavolo.

«Tu non me la racconti giusta cara.» finisce di dire Emily riprendendo a mangiare il suo pasto, mentre io non posso fare a meno di rimurginare su quello che ha appena detto. Mi ha sorriso...
Reval mi ha sorriso...
Nah, sicuramente ci avrà visto male.

Una volta finita la colazione, io ed Emily, ci dirigiamo verso la nostra prima lezione di portali con la professoressa Mccarthy.

Appena entriamo dentro l'aula, noto che dietro alla grande cattedra non c'è la solita lavagna di resina, ma bensì un muro diviso in vari cubi di vetro con all'interno diverse polverine, ognuna di ogni colore diverso. Oltre quello, la sedia della professoressa è alquanto bizzarra, con uno stile animalier e la testa di un orso è posta sopra lo schienale con le fauci spalancate pronto ad azzannare chiunque.
Appena esco da qui, devo chiamare la WWF al più presto.
Per non parlare anche dell'aula gigantesca in cui sono finita. E' il doppio di una sola, solo che una parte è completamente vuota e per cosa non lo so.

«Sorellina, che sorpresa! anche tu qui e soprattutto con la tua amica Maila...» dalla porta della classe, spunta Paul che mette un braccio intorno alle mie spalle, ma Emily le scansa subito con riluttanza.

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