14. Le selezioni II

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«Forse la paura è proprio colei che ti mostra chi sei veramente. Senza veli e trasparente come una goccia di una lacrima.»

L'oblio...

è quella sensazione che ti fa viaggiare in un mare nero, completamente isolato dal mondo. La sofferenza non esiste più, la felicità nemmeno. Vivi solo di una pace strana ma calma che a certe persone incute timore. A me invece no, mi piace vivere nel surreale e nella calma assoluta priva di qualsiasi problema. In fondo, non ho paura di perdere la mia mente ma me stessa si. Questo si che mi spaventa.

«Maila svegliati, mi senti?» qualcuno mi scuote vigorosamente ed io sbatto le palpebre cercando di abituarmi alla luce soffusa di questa stanza e mi focalizzo su Paul che è inginocchiato davanti a me, con un'aria spaventata e preoccupata.

«Ma...c-che cos'è successo?» pronuncio con voce ingarbugliata, prima che un bruciore allucinante si propaga sulla parte alta del mio braccio sinistro. Sposto lo sguardo verso quella direzione ma due dita, che si appoggiano sul mio mento, mi spostano contro due occhi nocciola.

«No, non c'è bisogno che guardi o potresti svenire un'altra volta.» afferma Paul mentre fa appoggiare la mia schiena contro una colonna in cemento bianco.

«Comunque, quando ti sei avvicinata al centro della stanza, non hai fatto attenzione a dove mettevi i piedi e di conseguenza, hai azionato una trappola lanciafiamme e infatti, una o due di esse, ti hanno colpito il braccio.» stanca, appoggio anche la testa contro la colonna e chiudo gli occhi sentendo che il dolore continua ad aumentare mentre sento un pezzo di tessuto venire strappato.

«Allora bellezza, per diminuire il bruciore non ho niente ma almeno, ti posso coprire la ferita con un pezzo della mia maglietta e bloccare un pò del sangue che sta uscendo.» Okay, forse ha fatto bene a non farmi vedere niente. Durante il tempo in cui tengo gli occhi chiusi, sento che si avvicina, delicatamente mi alza il braccio e io stringo i denti dal dolore.

«Si lo so, fa un male cane ma cerca di resistere.» dopodiché, mi avvolge la ferita con la stoffa della sua maglia e io mugolo di dolore fino a che non la lega con un nodo, comprimendo così la ferita.

«Fatto.» lancia un sospiro di sollievo ed io alzo la testa aprendo gli occhi, non osando neanche guardarmi il braccio.

«Grazie.» lo guardo ringraziandolo con sincerità e lui scuote la testa sorridendo.

«Mi hai fatto sudare ben sette camicie bellezza, un grazie non è sufficiente però se vuoi, potresti sdebitarti con un bacio.» ghigna alzando le sopracciglia in modo sensuale.

«Sognatelo bello.» alzo gli occhi al cielo esasperata. Nonostante quello che sia successo continua a scherzare e io non so come faccia.

«Beh io almeno sono stato gentile a chiedertelo e non un cavernicolo. Comunque non possiamo stare troppo tempo qui, dobbiamo alzarci e finire questa selezione o se no, saremo fuori e io non voglio essere bocciato per l'ennesima volta.» Acconsento con la testa e una volta che lui si è alzato togliendosi la polvere dai pantaloni, tende una mano verso di me ed io con il braccio sano, la afferro alzandomi.

«Adesso però, dobbiamo fare attenzione a qualsiasi tipo di trappola.» Mentre Paul avanza sotto tutto il lungo colonnato, dove ci troviamo attualmente, io gli copro le spalle osservando minuziosamente ogni dettaglio, anche quello più insignificante. Il braccio continua a pulsare ma almeno riesco a reggere un pò di più il dolore.

«Aspetta, fermati e guarda davanti a te.» Paul si sposta di lato, lasciandomi vedere un corridoio totalmente buio e io non capisco cosa ci sia di male. E' completamente innocuo.

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