3. Academy of Bloodwynd.

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«Non bisogna mai arrendersi davanti agli ostacoli della vita, perché ce n'è una sola e va vissuta fino alla fine»

Il tempo è cambiato, non c'è più la notte nuvolosa di Los Angeles, ma semplicemente un abbagliante luce accecante. Una di quelle che ti acceca le pupille degli occhi. Solo che la magnificenza di questo posto, non può competere minimamente con la prima meraviglia del mondo.

Davanti a me trovo un edificio architettonico a forma di ferro di cavallo (simile alla reggia di Versailles), soltanto che assomiglia di più ad un'immensa chiesa con uno stile antico ma barocco. La facciata principale è alta e composta da diversi archi e capitelli molto arricchiti con diverse foglie di acanto in oro ed un enorme orologio romano posto in alto, al centro della struttura. Gli altri due lati sono composti da diverse vetrate colorate di differenti colori, protette da inferriate di ferro.

Ma quello che più di tutti mi ha colpito è il paesaggio. L'accademia è completamente immersa nelle nuvole. Migliaia e migliaia di piccoli batuffoli di cotone circondano tutto ciò. Un paesaggio così bello e potente non l'ho mai visto in vita mia, sono davvero affascinata da tanto splendore. Alcuni studenti camminano tra il cortile e il prato (anche quello gigantesco) con diversi libri in mano, mentre altri ridono, scherzano o si rincorrono come dei bambini. Questo posto è assoluta magia e fantasia. Un vero sogno.

«Bello vero?» mi affianca Emily mettendomi una mano sulla spalla e guardando anche lei alcuni ragazzi che fanno delle piccole magie, con degli occhi a forma di stella. Gli stessi che ho io in questo momento.

«Molto» è l'unica parola che mi viene in mente da dire. Un edificio in mezzo alle nuvole...mi sembra di essere in un mondo parallelo. Non svegliatemi se è un sogno.

«Menomale che siete tutti qui...» ci comunica la professoressa Kellyson, che nel frattempo ci ha raggiunto anche lei, come tutti gli altri «...così non dovrò rincorrervi per tutto il campus come l'anno scorso» si sofferma a guardare Emily e Paul con uno sguardo di chi la sa lunga, mentre loro fanno finta di niente incominciando a guardarsi intorno e a fischiettare. Chissà cosa hanno combinato...

«Tralasciando le cose passate, come potete vedere alle mie spalle, c'è la Bloodwynd, accademia della magia e del combattimento. Ovviamente quasi tutti voi siete a conoscenza di questa scuola grazie ai vostri genitori, che ve ne hanno parlato» Ogni parola che dice la professoressa è a me sconosciuta, in questo momento mi sembra di essere la nuova arrivata in un gruppo di amiche già ristretto. Nessuno mi ha mai accennato questa accademia e figuriamoci saper combattere oppure usare la magia. Ora capisco perchè Emily non mi ha mai visto, certo, perchè non faccio parte del suo mondo...di questo mondo.

«Non preoccupatevi se non sapete usare le armi, ci sarà un rigoroso allenamento in un determinato posto, che adesso vi mostrerò. Seguitemi pure» a passo felpato, sempre con i suoi tacchi a spillo, la Rods ci conduce all'interno dell'edificio, passando in mezzo tra i vari studenti, che adesso ci stanno guardando tutti con interesse. Oddio che vergogna, odio essere osservata da occhi sconosciuti. Tutti noi, giriamo intorno ad una fontana raffigurante una dea accovacciata con indosso delle ali.

«Questa ragazzi è la fontana della madre angelo, creatrice di questa scuola» Ci indica la professoressa. Alzo gli occhi osservando meglio la statua, nonostante un raggio di sole mi offusca la vista. La sua maestosità è davvero stucchevole, fisso ogni suo dettaglio e ne rimango sempre più folgorata. potrei restare qui per sempre a guardarla e scoprire di più su questa dea madre.

«Ora vi mostrerò dove passerete la vostra maggior parte del tempo, oltre a partecipare alle lezioni nelle apposite classi» io e il mio gruppo saliamo le grandi scalinate in marmo che ci portano davanti all'entrata dell'accademia, composta da un grande portone in ferro battuto, con il simbolo della Bloodwynd scolpito al ridosso. Attraversiamo l'ingresso e ci ritroviamo catapultati tra un sacco di studenti, davvero tanti. Osservo l'ambiente che mi circonda, continuando a seguire la professoressa Kellyson. Il pavimento è composto da piastrelle in bianco e nero, ai lati dei muri sono posti vari armadietti dello stesso colore e ogni tanto sulle pareti sono presenti dei quadri con motivi astratti.

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