LXXXII.

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Mors dolorum omnium exsolutio est et finis ultra quem mala nostra non exeunt; quae nos in illam tranquillitatem, in qua antequam nasceremur iacuimus, reponit.

Si mortuorum aliquis miseretur, et non natorum misereatur. Mors nec bonum nec malum est. Id enim potest aut bonum aut malum esse, quod aliquid est;

quod vero ipsum nihil est et omnia in nihilum redigit, nullis nos fortunae tradit: mala enim bonaque circa aliquam versantur materiam.

Non potest id fortuna tenere, quod natura dimisit, nec potest miser esse qui nullus est.

Consolatio ad Marciam, XIX, 5

La morte è la liberazione da tutti i dolori e il confine oltre il quale i nostri mali non procedono, che ci ripone in quella tranquillità nella quale ci trovammo prima della nascita. Se qualcuno prova pietà dei morti, provi pietà anche dei non nati. La morte non è né un bene né un male; infatti può essere o un bene o un male ciò che è qualcosa; ciò che, però, di per sé non è nulla e riconduce tutte le cose al nulla, non ci consegna a nessuna sorte. I mali e i beni infatti riguardano qualcosa di materiale: la sorte non può tenere in suo potere ciò che la natura ha congedato, né può essere infelice chi non è più.

Seneca in pillole - Cento Sententiae per riflettereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora