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Ormai erano le l'una di notte, Adrian aveva deciso di giocare a obbligo o verità, dopo dieci minuti di speranza che la bottiglia non si fermasse esattamente su di me fu invano, proprio nel momento in cui avevo pensato che non si sarebbe fermato ma...

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Ormai erano le l'una di notte, Adrian aveva deciso di giocare a obbligo o verità, dopo dieci minuti di speranza che la bottiglia non si fermasse esattamente su di me fu invano, proprio nel momento in cui avevo pensato che non si sarebbe fermato mai su di me, quello accade... "Ilaria" "o cazzo" dissi tra me e me "obbligo o verità?" mi disse con fare malinzioso, non sapevo che scegliere..

Obbligo o verità?

"O-obbligo" balbettai, il suo sguardo si assottiglió, mentre io cercavo di nascondere la faccia che avevo fatto quando avevo detto obbligo "ti obbligo.." e di scatto il terzo tipo intervenne "ti obbligo a baciare Adrian" mi sfidò Kevin, a quel obbligo gli uscì un netto sorriso, forse voleva dirmi la stessa cosa ma che l'amico l'aveva preceduto? "No" gli risposi e d'istinto mi alzai e indietreggiai di poco ma appena vidi Melissa dormire sulla spalla di Alex ormai andata scattai senza motivo e camminai velocemente dietro la casa per poi correre, al diavolo la sfida.

Non avrei mai baciato un cattivo ragazzo...

Corsi e corsi in mezzo a quel bosco, mi fermai per prendere fiato dato che correre con questi tacchi era un bel pò difficile, senza parlare poi che stavo correndo su un terreno del tutto diverso da un asfalto, tutto raggrinzito e secco, si vedeva che non pioveva da un pò.

Arrivai su una riva di un piccolissimo laghetto, era bellissimo specialmente per il riflesso della Luna sulle sue acque fredde e limpide, mi tolsi i tacchi dato che all'interno c'erano soltanto sassolini ed era impossibile camminarci sopra senza cadere almeno centinaia di volte.
Mi sedetti alla fine di un molo facendo bagnare prima le dita per poi scoprire che l'acqua stranamente era tiepida e piacevole così ci misi entrambi i piedi.

Chiusi gli occhi per ascoltare il suono delle piccole onde che creava il laghetto e dal nulla sentii una voce roca "mi devi ancora un bacio" sobbalzai "o Dio santissimo!" Adrian? Adrian era seriamente qui? Che ci faceva qui?! "Mi hai seguita?" Gli chiesi riprendendomi dallo spavento che avevo appena preso, mentre un lato delle sue labbra si alzò per poco in un piccolo ghigno infastidito "no, me ne sono andato via perché odio le feste" ironizzò "si, mi hai proprio seguita, perché?" Ero più che sicura che avevo corso tanto e che ero molto lontana dalla festa, sentivo pochissimo la musica, si sentiva solo il ritmo a dirla tutta...

Lui si sedette di fianco a me, si tolse le sue scarpe immergendo pure lui i suoi piedi nell'acqua, eravamo rimasti lì, fermi ad osservare la luna, avevo una strana sensazione, mi resi conto che quando stavo vicino a lui, ogni volta era come se mi sentissi protetta, non avevo mai avuto dei ragazzi in passato ma le serie tv che mi guardavo quando ero giovane mi facevano sentire così, solo che nei film che guardavo la ragazza si fidanzava con il suo 'principe azzurro' e non con il cattivo ragazzo.

Dopo nemmeno 10 minuti mi venne una 'fantastica' idea nella mia mente malata, volevo provare a vedere cosa succedesse se io mi 'addormentassi accidentalmente' dato il mio stato peggiore di questo momento, così iniziai a dondolare su me stessa fino a cadere con la mia testa sopra la sua spalla.
Sentii che si era alzato, poggiò la mia testa delicatamente su un qualche pezzo di stoffa, credo il suo cappotto mentre lo sentì mettersi le scarpe e prese anche i miei sandali tra le sue mani, lo intuì dal suono che emettevano i tacchi quando si scontravano tra di loro.
Mi prese delicatamente e mi sistemò comoda comoda tra le sue possenti e calde braccia, solo che lui prese la sua giacca e la posò sulle mie parti inferiori dato che il vestito mi si era alzato a dismisura, facendo una bella vista sul mio intimo che fu coperto da lui poco dopo, fortuna che faceva buio così da nascondere la mia faccia ormai rossa pomodoro, ma durante il tragitto verso non so dove, mi addormentai seriamente, cavolo, Melissa si preoccuperá, credo ...

La sveglia suonò e mi alzai mentalmente "aspetta!" Aprì di scatto gli occhi e scesi dal letto "dove sono" giravo per la stanza, avanti e indietro, c'era pure un bagno privato in questa camera in cui entrai ed uscì da lì dirigendomi verso la porta che era chiusa a chiave, mi misi a schiena contro di essa scendendo sul posto lentamente con le mani tra i capelli e piangendo, prima una lacrima, poi un'altra e altre mille di seguito "non ancora! Non ancora!" urlai, era già successa questa cosa quando i miei genitori e la mia sorellina erano morti in quel incidente, quelle devastanti settimane in quel orfanotrofio rinchiusa a chiave tutto il tempo tranne quando dovevamo andare a mangiare, ero trattata da cani...
Presa dal panico iniziai a picchiare la porta in modo che qualcuno potesse sentirmi e quel qualcuno fortunatamente arrivò, sentii la serratura aprirsi e la porta si spalancó "Ilaria? Che succede?" Mi chiese sconvolto impalato sul ciglio della porta, appena vidi che lì davanti a me c'era Adrian mi alzai e mi catapultai tra le sue braccia, lui rimase lì fermo non capendo cosa stesse succedendo mentre io lo stavo stringendo sempre di più a me, appena sentii pure le sue braccia stringermi mi calmai, il mio respiro ritornò regolare, non era mai successo questa cosa...

Nemmeno con Melissa o con gli zii.

"Ilaria calmati" non avevo mai sentito Adrian parlare senza sembrare senza emozioni ma queste due parole le disse in un modo così dolce e sovrannaturale da parte sua e iniziò a stringermi ancora più forte a lui mentre nel frattempo mi massaggiava i capelli con una delicatezza assurda.

Dopo qualche minuto ci staccammo di controvoglia, anzi io mi staccai di controvoglia, il suo profumo sapeva di libertà "cos'è successo? Perché hai iniziare ad urlare e piangere?" mi chiese tenendo le sue grandi mani avvolti a mo di coppa sotto le mie guance, feci un grande respiro e iniziai a raccontargli tutto, non sapevo perché ma lui oltre che protezione mi trasmetteva anche sicurezza nel potergli dire tutto, era anche il fratello di Melissa dopo tutto, quindi non ci sarebbe stato nulla di nuovo se lui glielo avrebbe raccontato alla minore.
"Quando ero piccola io e la mia famiglia subimmo un incidente molto grave in cui i miei genitori e la mia sorellina morirono sul momento mentre io rimasi per un mese e mezzo in coma ma appena svegliata mi ricordavo tutto ciò che era successo, ero finita in un orfanotrofio in cui venivamo trattati pure male, anzi trattavano me male, io ero una ragazza problematica per loro infatti non ero mai stata sottoposta a lezioni o a qualsiasi cosa che c'entrasse nell'interagire con altri bambini, ero isolata e mi isolavo ancora di più per proteggermi dalle loro parole, finché dopo qualche settimana che sembravano millenni i miei unici zii vennero a conoscenza della morte della mia famiglia, e appena scoprirono che io ero ancora viva corsero immediatamente a riprendermi" lui non aggiunse nulla, ascoltava solo, vedendomi pronta a piangere di nuovo mi racchiuse ancora tra le due braccia, e con una mano mi accarezzava di nuovo i capelli mentre con l'altra mi teneva sempre più stretta dalla schiena, e tra i nostri corpi non c'era nemmeno un centimetro di lontananza "dove siamo?" Gli chiesi trovando un pò di coraggio, ma glielo chiesi con un filo di voce "a casa mia" spostai di poco la mia testa per intravedere un qualcosa indietro la porta, capendo cosa stessi facendo tolse le sue mani da me e mi prese una mano in un suo pugno, era così piccola che la copriva completamente.

Mi portò dall'altra parte del corridoio, in cui si aprì davanti a me un'open space abbastanza moderna nei suoi confronti "Adrian, ma a te piace lo stile moderno?" Chiesi alternando lo sguardo tra il ragazzaccio e il lusso in cui viveva, insomma pure io ero abituata al lusso di Melissa ma questo posto oltrepassava ogni mia immaginazione "si" risposta semplice ma almeno mi stava rispondendo, okay avevamo gli stessi gusti sul arredamento, fantastico! davvero! 'Wow' "il bagno invece è dall'altra parte del corridoio la porta infondo, mentre la porta di fianco alla tua si trova la mia camera e davanti alle nostre porte altre camere etc." "perché me lo dici?" Chiesi molto confusa "stai meglio?" cambiò argomento tutto d'un punto "si" lo seguì con il discorso preferendo non andare oltre per non chiedergli per esempio il perché mi abbia portato in casa sua invece che nel mio albergo, visto che Alex e la sua sorellina vivevano proprio lì, vabbè lasciamo proprio stare.
......

Spazio autrice:
Pure per oggi è tutto!
Scusate per gli eventuali errori e alla prossima!

In love with a (MAFIA) Bad BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora