I - Venerdì mattina

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Alessandra si è alzata presto.

Come quasi tutte le mattine.

Le solite mattine.

La luce iniziava a filtrare dalle imposte ancora chiuse della camera.

Il letto vuoto accanto a lei.

Rumori dal bagno.

Davide si stava preparando ad uscire.

Come quasi tutte le mattine.

Si era alzata ed aveva indossato l'abito a fiori verdi che la aspettava sulla sedia accanto al letto.

In cucina la macchina del caffè era accesa. Aveva preparato due caffè e la colazione per lui e per sé.

Un bacio veloce e Davide era uscito per andare al lavoro. Lui avvicinando la bocca alla sua per baciarla, l'aveva guardata dritta negli occhi.

I suoi occhi scuri.

E quello sguardo era diventato un abbraccio caldo.

Come tutte le mattine.

Più tardi, la solita mattina era andata avanti come le altre.

La colazione per i bambini.

Poi l'asilo del piccolo e l'altro a scuola.

Le chiacchiere veloci con le altre mamme davanti alla scuola.

Erano le solite chiacchiere e lei non ne aveva voglia, come al solito.

Ma si era fermata per cinque minuti, per non sembrare maleducata.

Era stata praticamente in silenzio. Annuendo di tanto in tanto a discorsi che neppure ascoltava.

La mattina aveva continuato a scorrere placida.

Il fornaio. Il fruttivendolo. Andava sempre dal solito perché aveva la frutta più fresca. Quella che piaceva a lei.

Poi a casa aveva rapidamente preparato un sugo all'amatriciana e delle verdure gratinate per pranzo.

E con la pentola sul fuoco e le verdure in forno si era dedicata alla lavatrice ed al ferro da stiro.

Non sopportava il mucchio di biancheria pulita nel cesto.

Ed in un'oretta il cesto era vuoto. Ed adesso la biancheria era ordinatamente disposta sull'asse da stiro.

Il pranzo era pronto. Il sole filtrava dalla finestra aperta.

Si era guardata allo specchio. Uno sguardo rapido.

La sua immagine non le piaceva. Senza trucco, i capelli da sistemare, l'abito indossato la mattina.

Aveva distolto lo sguardo. Un pensiero veloce le aveva attraversato la mente.

La sua immagine non le piaceva. Ma Aveva pensato alle altre mamme della mattina. Quelle che tutte le mattine si parcheggiano davanti alla scuola con la scarpina con il tacco, la gonna giusta, la camicina fresca di bucato, truccate come se dovessero andare ad un ricevimento.

Aveva pensato a loro. Per un attimo. Ed aveva sorriso.

Lei non si piaceva così, ma in fondo aveva la consapevolezza di portare i suoi anni meglio di quelle bellone col sedere grosso e la cellulite che strabordava dall'orlo delle gonne.

Si era fatta forza.

Ed aveva iniziato a sistemare la biancheria nei cassetti.

Prima gli abiti di lui. Poi quelli dei bambini. Infine i propri.

Aveva dato un'occhiata al suo cassetto.

Le piaceva l'ordine. I colori in ordine. I reggiseni accanto alle mutandine dello stesso colore.

Si era attardata a risistemarli nell'ordine giusto.

Era il suo scrigno e non aveva piacere che altri ci mettessero le mani.

Adesso era perfetto.

Era soddisfatta.

Un ultimo gesto per sistemare la canottiera nera. Accuratamente piegata.

Lo sguardo si era posato sulla scatola rossa nell'angolo del cassetto. Chiusa con un nastro di raso.

Aveva accarezzato lentamente il nastro argentato. Le dita leggere ne avevano provato la morbidezza.

Ed aveva sorriso.

Persa in un qualche pensiero.

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