X - Lunedì sera

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Quella sera avevano cenato tutti assieme a casa dei genitori di Alessandra in un clima di cordiale freddezza.

Poi i bambini erano rimasti dai nonni a dormire e loro due si erano diretti verso un locale sul mare.

Da tempo erano stati invitati per la festa di compleanno di un amico di Davide.

E non potevano mancare.

Lei in fondo si era divertita.

Conosceva gli altri invitati e le stavano simpatici.

Aveva bevuto un paio di drink ed aveva chiacchierato per tutta la sera con un paio di donne sue coetanee.

Non si può dire che si fossero ignorati. Avevano fatto in modo che gli altri non notassero il gelo che c'era fra di loro.

Come se si fossero messi d'accordo per nascondere il momento di tensione nel loro rapporto.

Entrambi probabilmente pensavano che sarebbe passato presto.

Ma l'orgoglio faceva in modo che nessuno facesse il primo passo.

Erano rientrati a casa quasi a mezzanotte.

In auto nessuno aveva fatto parola.

Quando erano sotto casa Davide aveva detto che la mattina dopo doveva svegliarsi alle sei.

Alessandra non aveva replicato.

Il messaggio era chiaro. Per stanotte niente. Evitiamo altre situazioni imbarazzanti per entrambi.

In casa Alessandra aveva fatto in modo che lui andasse in doccia per primo.

Aveva iniziato a spogliarsi lentamente.

Prima le scarpe, poi l'abito ed il resto.

Poi.

L'istinto.

Si era diretta in bagno.

Ed aveva aperto la porta della cabina dove lui si stava lavando ancora.

Era entrata, senza fare parola.

Davide le si era avvicinato. E a voce bassa le aveva sussurrato "sono tuo".

Lei aveva smesso di insaponarsi.

Gli aveva piantato gli occhi nei suoi ed aveva detto, decisa "no, io sono tua".

Le parole per quella sera finirono lì.

Erano abbracciati, l'uno fra le braccia dell'altro, le bocche incollate.

Sentiva il sesso di Davide ormai al culmine dell'eccitazione.

Davide aveva fatto scivolare la presa delle mani e l'aveva sollevata senza smettere di baciarla. Alessandra aveva abbracciato le gambe di Davide con le sue. La presa delle mani si era allentata, Quanto bastava per farla scivolare. La penetrazione era stata dolce, lenta. La schiena di Alessandra era appoggiata all'angolo della cabina. Solo il rumore del getto dell'acqua e lo schiocco delle natiche di lei contro le mattonelle.

Alessandra aveva mollato improvvisamente la sua bocca, tirandosi su.

Poi si era girata rimanendo fra le sue braccia, la schiena contro il suo petto. Si era sporta leggermente in avanti.

E con un gesto veloce della mano lo aveva indirizzato verso il proprio culo.

Davide aveva fatto il resto con un paio di vigorose spinte, portando le mani sull'inguine di lei, le dita vogliose di completare l'opera.

In silenzio. 

LeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora