Quel pomeriggio Alessandra era stata bene.
Aveva fatto bene a fare l'improvvisata a Melissa. Ed era contenta.
Contenta di aver chiarito con lei quello che era successo la volta prima. Melissa in realtà non aveva chiesto spiegazioni ma aveva capito a cosa fosse dovuta la sua reazione. Melissa con il suo racconto aveva toccato un nervo scoperto. E lei aveva reagito come un animale ferito.
Era contenta di aver raccontato il suo desiderio all'amica. Non c'era nessun motivo perché avesse dovuto farlo. Era una cosa sua in fondo. Ma con Melissa avevano condiviso tutte le esperienze, tutti i pensieri, i dolori, i piaceri.
Ed era stata contenta. Si sentiva sollevata da un peso che portava addosso.
Ed adesso sapeva di non essere più sola.
Melissa avrebbe fatto di tutto per lei. Per far felice la sua amica.
Non era più sola.
Era passata a prendere i bambini a scuola e dopo un pranzo veloce era andata con loro in piscina.
Un altro compleanno di un'amichetta.
Non le piacevano queste occasioni. Ma era un giorno diverso.
Aveva voglia di sole, di caldo. Ed era andata di buon grado.
La piscina era affollata di bambini che urlavano e schizzavano acqua ovunque.
Alessandra aveva aiutato i due piccoli a indossare il costume e, dopo che erano entrati in acqua, si era diretta verso lo spogliatoio.
La stanza era quasi vuota. Solo un'altra mamma, inguainata in un abito che eufemisticamente si poteva definire attillato, che stava cercando di slacciare dei sandali tacco 15 con zeppa. Alessandra la salutò velocemente con un cenno della testa ed andò a sedersi nell'angolo opposto della stanza.
Tolse rapidamente le ballerine blu e l'abito a fiori rossi. Lo ripiegò accuratamente sulla panca accanto a sé. Dando le spalle all'altra aveva indossato un costume chiaro, A righe rosa. Un costume di taglio classico. Senza tanti fronzoli e coperto quanto basta. Non amava mostrare il suo corpo in pubblico. O almeno non amava farlo se non in particolari occasioni. Se e quando piaceva a lei. E quella non era certamente l'occasione per farlo.
Prese le infradito dalla borsa e le mise ai piedi. Si girò.
L'altra era riuscita a sgusciare fuori dall'abito. Era nuda. Non vide il segno di intimo sulla panca e Alessandra si chiese se l'altra non lo indossasse sotto l'abito.
L'altra infilò il culo poderoso in un tanga leopardato e dopo aver preso un reggiseno coordinato dalla borsa si stava dirigendo verso di lei.
Notò il seno. Definirlo prosperoso era un altro eufemismo. Due meloni. Pieni di silicone, pensò.
L'altra le si piazzò davanti e porgendole il reggiseno le chiese di aiutarla ad allacciarlo.
Il contatto delle dita con la pelle di lei le diede fastidio.
Lo allacciò frettolosamente.
Pensò che l'altra sarebbe stata bene su uno di quei viali bui di periferia dove a volte passava con il suo lui di ritorno dalla spesa settimanale.
Pensò a quanto era stato sgradevole quel breve contatto con la sua pelle.
Pensò a Melissa. A quanto era stato naturale vederla nuda, intenta a masturbarsi con il suo attrezzo.
Pensò a quanto era stato naturale porgerle quella tazzina e quanto naturalmente aveva accettato il suo bacio.
Sorrise.
La giornata era stata pesante.
La cena da preparare. Le solite faccende. I bambini da mettere a letto.
La serata era fresca. Lei era sul balcone. Intenta a tendere un cesto di biancheria appena tirata fuori dall'ennesima lavatrice.
Chiamò Davide, che era sul divano di fronte ad una partita di Champions League.
Sentì i passi di lui che si avvicinavano al balcone.
"Vuoi una mano?"
Lei si piegò sulla ringhiera, sollevando con una mano il lembo dell'abito e mostrando le natiche.
Nude.
"Anche.
Anche una mano.
Ma vorrei anche altro di te.
Qui.
Adesso".
Spense la luce del terrazzo, piegandosi in avanti ed appoggiando il seno sul metallo della ringhiera.
Pronta ad accogliere la voglia di Davide nel caldo abbraccio delle sue labbra umide.
Al piano di sotto il vicino, disteso sulla sdraio, si godeva il fresco della sera, fumando una sigaretta.
E Alessandra si abbandonò alle spinte del bacino di Davide, sempre più veloci, sempre più profonde, con gli occhi incollati sul vicino, spettatore inconsapevole del suo piacere.
Chiuse gli occhi, stringendo la presa sulla ringhiera, sentendo gli spasmi del membro di Davide ed il calore che la riempiva.
Aprì gli occhi.
Vide lo sbuffo di fumo del vicino e sorrise.
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Lei
Short StoryAlessandra è una donna come tante. I tempi delle giornate scandite dai figli, dalle faccende casalinghe, da Davide, il suo uomo. Ma dentro di lei c'è altro. Il desiderio di riappropriarsi dei propri desideri, delle fantasie, delle voglie. In breve...