🖋 Luna blu - L'Incanto 🖋

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Buongiorno, cari/e/* scrittori/rici/* e lettori/rici/*!

Io sono Calliope, Musa della poesia, e questa è la prima recensione del mio Tempio.

Copertina

Si vede che l'autrice ha impiegato del tempo per rendere la copertina perfetta per la storia, e devo dire che ci è riuscita benissimo! È presente una grande luna luminosa, un lago d'acqua che riflette la luce lunare e delle farfalle che svolazzano in direzione opposta al punto di vista dell'osservatore, perciò verso la sfera scintillante alta nel cielo; il tutto accompagnato da uno sfondo blu scuro, degno della notte. Il titolo si riflette sulla superficie dell'acqua e, a parer mio, la parola "incanto" non sembra quasi posarsi sul lago solo per una questione di estetica. Anzi, c'è sotto un ragionamento approfondito: il lago nelle storie rappresenta molto spesso l'incanto, la magia. La copertina rispecchia perfettamente il titolo, tutto è strettamente collegato alla storia. 

Sinossi

Presenta i protagonisti, Rachel e Jack. Spiega in maniera riassuntiva i due personaggi, introducendo il lettore nel mondo di Lumen, una cittadina in America, e in quello dei Revenant. Sintetica, ma di effetto: incuriosisce chi la legge. Tra l'altro, si conclude con una domanda che lascia con il fiato sospeso e invoglia a pigiare subito sul tasto "Leggi". Non sono presenti errori di grammatica, lessico o sintassi.

Trama

La trama è ben strutturata, i capitoli lunghi, ma mai noiosi, e la lettura non risulta mai lenta. La dose della cosiddetta suspance è abbondante: i sogni premonitori, e inquietanti, i ricordi di una vita che non si ricorda, la farfalla nera sono gli ingredienti di questo romanzo soprannaturale. Ci troviamo a Lumen, una cittadina americana in cui la vita trascorre monotona: l'unico avvenimento che ha sconvolto la popolazione è stata la morte della nonna di Lucia, amica stretta della protagonista. Rachel è stata abbandonata dal padre all'età di nove anni, il quale non è più tornato, e lei è sicura che non le voglia bene, ma sarà veramente così? Aleggia del mistero sulla questione "Will White, padre di Rachel". L'abbandono di Will e la morte della nonna, legherà Rachel e Lucia di un'amicizia indissolubile. James Forester, detto Jack, è un Revenant, perseguitato dalla Morte e dai sogni di una donna deceduta di cui non rammenta il nome. Questa storia non è affatto un cliché: prende spunto dalla mitologia riguardante i vampiri per ricreare un modo a sè. 

Grammatica e lessico

Ho notato, sin dal primo capitolo, un errore grammaticale ripetuto spesso, anche nelle parti seguenti: "quel" scritto senza apostrofo quando dopo c'è un sostantivo che inizia per vocale. Altri errori frequenti che segnalo sono: la ripetizione del complemento di termine e l'inserimento di una virgola tra "pian piano". Per quanto riguarda il primo punto, mi è capitato di leggere frasi come "[...] A Jack gli mancava proprio questo [...]", uno sbaglio che può essere stato dettato da un momento di disattenzione. Questo è un errore molto comune: quante volte, mentre stiamo discorrendo con qualcuno, ci è sfuggito un "a me mi piace"? Tante, troppe volte. Spiego perché è sbagliato facendo l'analisi logica della frase sopracitata: soggetto (con il corrispondente rafforzativo) = proprio questo, predicato verbale= mancava. Qual è il complemento di termine, il quale risponde alla domanda "a chi/ a che cosa"? Potrebbe essere sia "a Jack" sia "gli". Io consiglierei la prima opzione, per far capire meglio a chi si riferisce la frase. Tutto questo si può correggere con un'attenta revisione. Per quanto riguarda il lessico, lo ho trovato appropriato, solo un termine, ripetuto spesso, mi è parso fuori luogo: basito/a. Molte parole, quali sostantivi, aggettivi e verbi, sono piuttosto aulici e dimostrano una conoscenza ampia del vocabolario italiano, ma "basito/a" appartiene ad un registro linguistico basso, per cui stona leggermente messo a confronto con gli altri termini. Ci sono molti sinonimi: scettico, perplesso, confuso, allibito, ecc. Questo è solo un consiglio, puoi seguirlo come puoi anche non farlo.

Descrizione e caratterizzazione dei personaggi

Qualcosa che non mi è piaciuto molto è che, quando descrivi i personaggi, fai, come si suol dire, la "lista della spesa". Dato che è un'errore che faccio spesso anch'io, mi salta subito all'occhio, quando qualcun altro, forse, non se ne accorge. Si può facilmente rimediare a ciò: elimina le parti in cui scrivi che cosa indossa la protagonista, in cui scrivi come si trucca o in cui scrivi che borsa sceglie. Poi, inserisci quando è il momento giusto alcuni particolari, ma non tutti: il lettore deve essere libero di immaginare i personaggi con la propria fantasia, non bisogna sottolineare ogni dettaglio del loro aspetto fisico. La caratterizzazione, al contrario della descrizione, è perfetta: si nota come l'abbandono del padre abbia segnato Rachel, o come, anche se a volte cerca di nasconderlo, a Jack faccia paura la Morte. E questo fa immedesimare colui o colei che legge.

Parere personale

La storia è innovativa, misteriosa e, con una revisione completa, scritta perfettamente. Non ho trovato errori gravi di punteggiatura o di grammaticali. Mi piacciono molto l'introspezione vista da ambedue i co-protagonisti, fa immedesimare il lettore nei personaggi. La caratterizzazione, secondo me, rende i personaggi non superficiali, ma capaci di essere odiati, amati, insomma, li rende umani. Complimenti! 

P.S.: Consiglio, una volta conclusa la storia, di ricontrollarla e di correggere tutti gli errori.

E qui, cari lettori, ci separiamo.

Alla prossima recensione!

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