Capitolo VIII

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Mi incamminai sul marciapiede che avevo percorso la sera prima con Carlisle, e questo mi fece sorridere. Era una persona con cui stavo bene, nonostante ci fossimo appena conosciuti. Ma non riuscivo a capire se provassi qualcosa di più. Continuai a camminare fino a quando non mi trovai nei pressi dell'ospedale. Lì per lì non ci diedi molto peso, tranne per il fatto che sapevo chi lavorava lì, poi però ricordai la notte che avevo passato, quindi passai oltre. Anche se la cosa mi dispiaceva, perché avrei voluto rivedere Carlisle. Però non volevo sembrare troppo "appiccicosa", volevo lasciarlo in pace. Non volevo sembrare troppo attaccata a lui, dato anche il fatto che ci conoscevamo da poco. Arrivai al supermercato ed entrai. Era abbastanza diverso da un supermercato italiano, soprattutto perché in Italia i prodotti erano molto più di qualità. Presi la frutta, la verdura, la carne e la pasta, sperando fosse come quella italiana. Finito di fare la spesa, andai alla cassa e pagai. Poi uscii dal supermercato e tornai a casa. Lungo la strada, mi accorsi che avrei dovuto trovare un lavoro, perché avrei dovuto pagare l'affitto, gli studi e da mangiare, e sicuramente non avrei potuto campare a lungo con i soldi che avevo con me. Tornata a casa presi quindi il computer e mi misi a cercare qualche lavoro disponibile, uno qualsiasi sarebbe andato bene. C'erano richieste di cameriere e donne delle pulizie, ma l'offerta di lavoro non mi soddisfaceva. Mentre scorrevo gli annunci, mi balzò all'occhio quello di una società di food delivery. Mi sembrava un lavoro perfetto, visto che mi piaceva andare in bicicletta e che lo stipendio era quanto mi serviva, senza contare le mance che mi avrebbero potenzialmente dato. Tra l'altro, non avrei neanche dovuto comprare una bici, perché me la avrebbe fornita la società. Presi quindi l'indirizzo mail della società e spedii la mia richiesta di assunzione. Per fortuna le qualità richieste non erano molte e soprattutto il lavoro non richiedeva alcun tipo di laurea o titoli del genere, anche perché io avevo solo, per quel momento, il diploma di maturità. Anche se in realtà non credo serva una laurea per andare in giro in bici.
Soddisfatta, spensi il computer e, visto che era mezzogiorno passato e avevo fame, mi preparai da mangiare. Preparai la pasta e, mentre mangiavo, mi venne in mente la bellissima edizione di "Dracula" che avevo visto nello studio di Carlisle. Sì, mentre mangio penso ai libri, non giudicatemi. Finito di mangiare, decisi quindi di cercare una libreria per comprare quel libro, dato che in lingua originale non l'avevo mai letto. Mentre cercavo una libreria su Google Maps (stavolta niente rischio di perdermi), il mio occhio cadde sulla pila di libri che avevo portato e che ora erano ammassati sulla scrivania. Io ero una di quelle lettrici che, nonostante avessero già una pila vergognosa di libri da leggere, continuavano a prenderne altri, che non facevano altro che alimentare la pila. Esitai un attimo, ma alla fine decisi lo stesso di andare in libreria. Ormai un libro in più o in meno non faceva molta differenza. Trovata la libreria, presi la borsa e uscii di nuovo per le strade di Forks. Dopo circa cinque minuti di camminata arrivai a destinazione. Quando entrai, l'odore di libri mi avvolse. Quanto mi piaceva! La libreria era di medie dimensioni, ed era decisamente ben fornita. Mi disorientò un po', all'inizio, il fatto che le copertine fossero diverse da quelle italiane, ma avrei dovuto aspettarmelo. Ammirai le copertine dei miei libri preferiti, tra cui Harry Potter e Percy Jackson. Arrivata alla sezione degli horror, trovai principalmente opere di Stephen King, di cui però avevo letto poca roba. Dopo alcuni minuti di ricerca, trovai il libro che cercavo. Ovviamente l'edizione non era la stessa di Carlisle, ma era altrettanto carina. Mi stupì il fatto che costava solo dieci dollari ed aveva la copertina rigida, mentre in Italia un libro del genere lo paghi almeno sedici euro. Mi venne in mente una volta in cui pagai un libro venti euro, e probabilmente il mio portafogli è traumatizzato ancora oggi. Italia, ci diamo una svegliata o vuoi far diventare poveri i lettori?
Ero tentata di prendere anche qualcos'altro, ma avevo portato apposta pochi soldi per non ritrovarmi a spendere più di quanto avrei dovuto. Andai quindi alla cassa e pagai, poi uscii. Fuori dal negozio, delle gocce di pioggia mi caddero in testa. Avete presente il "qualcuno pensi ai bambini!"? Ecco, io in quel momento ero più tipo: "Qualcuno pensi ai libri!". Misi il libro in borsa così velocemente che Flash mi fa un baffo. Perché una delle mie priorità era che i miei libri non dovevano rovinarsi in alcun modo. Sì, forse ero un pelino ossessionata.
Stupidamente, non avevo portato l'ombrello, per cui dovetti correre per tentare di bagnarmi il meno possibile. Arrivai davanti a casa con il fiatone e, nonostante tutto, mezza bagnata. Entrata in casa, misi ad asciugare i vestiti e indossai una tuta. Poi presi il libro dalla borsa, che per fortuna era immacolato. Mi sedetti quindi sul letto e, con il rumore della pioggia in sottofondo, iniziai a leggere.

Come i girasoli col sole ||Carlisle Cullen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora