Mi addormentai, per fortuna, in non troppo tempo.
Sognai di nuovo Carlisle. Questa volta, il sogno era confuso, non capivo cosa stesse succedendo. Vedevo le cose dall'esterno, come se fossi separata dal mio corpo. Però, sentivo il gelo che mi avvolgeva, un gelo penetrante, non riuscivo a capire da dove venisse. Ero in una specie di stanza, totalmente buia, tranne che per una piccola luce in fondo. Nonostante la confusione che regnava nella mia mente, riuscii a distinguere Carlisle. Indossava il camice, ed era chino su qualcosa, forse un lettino da ospedale. I capelli biondi erano scompigliati, e non riuscivo a distinguere bene il volto. Tranne gli occhi, che brillavano nella luce fosca: erano rossi come il sangue. Rosso che vedevo anche sulle sue mani e sul suo camice. Sul lettino c'era un corpo disteso, anch'esso macchiato di rosso. Aveva addosso una camicia da notte, quelle che si indossano in ospedale, anche quella totalmente rossa. Perdeva copiosamente sangue dal collo. Vidi il volto di quella persona: era il mio. Gli occhi spalancati, vuoti, la bocca socchiusa. Un'espressione raccapricciante. Inorridii. Improvvisamente, percepii una fitta lancinante nel punto in cui, in teoria, si sarebbe dovuto trovare il mio collo. Provai a gridare, ma non riuscivo, ero come bloccata. E intanto sentivo migliaia di aghi di ghiaccio forarmi la carne, anche se non avevo un corpo. Erano così freddi che scottavano, un male che diventava secondo dopo secondo sempre più insopportabile e che non riuscivo a fermare. Era una sensazione orrenda, di oppressione. Ero impotente.
Un attimo prima di venire sopraffatta dalla paura e dal gelo, incontrai gli occhi di Carlisle. Vi lessi sete, follia, ma allo stesso tempo anche repulsione, disperazione, senso di colpa.Mi risvegliai di soprassalto. Nonostante le coperte, avevo freddo. Tirai un lungo respiro per calmarmi, nonostante stessi tremando. Mi misi a sedere, tentando di asciugare le lacrime che mi erano scese inconsapevolmente. Avevo i brividi per quell'incubo, sentivo ancora quel senso di oppressione. Guardai l'orologio in parte a me: erano le sei e mezza di mattina. Tanto valeva alzarsi. Trovai la forza di non rimettermi sotto le coperte e mi alzai in piedi. Riuscii finalmente a rilassarmi.
"Per fortuna ieri sera sono andata a letto presto"
Aprii la finestra, e l'aria pungente del mattino mi accolse. Non era ancora sorto del tutto il sole, ma qualche debole raggio riusciva a penetrare la coltre di nubi. Aveva piovuto da poco, e sull'erba dei giardini era rimasta la rugiada. Sospirai. Mi piaceva quel posto, mi dava un senso di quiete. Come un fulmine a ciel sereno, però, mi venne in mente cosa avrei fatto quella sera. Avrei visto un film. Con Carlisle. Oddio! Dovevo trovare qualcosa da mettermi. Aprii l'armadio, con zero idee in testa. Dovevo essere elegante? O una cosa più comfort? Me ne intendevo di libri, mica di moda. Dopo venti minuti buoni e almeno dieci vestiti diversi sparsi sul letto, optai per dei semplici jeans neri e un maglioncino beige. Avrei voluto metterlo rosso, ma dopo quel sogno decisi di lasciarlo nell'armadio. Mi cambiai e scesi in cucina, dove mi preparai un caffè con alcuni biscotti. Poi andai a lavarmi la faccia e i denti. Appoggiata al lavandino, mi guardai allo specchio. I miei capelli erano completamente spettinati, con ciuffi ribelli che andavano da tutte le parti. Presi la spazzola e tentai di sistemarli, e per fortuna ci misi poco tempo, nonostante i numerosi e dolorosi nodi. Poi tornai in camera e guardai nello zaino che avevo portato sull'aereo. Ci avevo messo dentro alcuni DVD da guardare sul computer durante il viaggio. Erano tutti film che non si trovavano in streaming, o di cui non avevo l'abbonamento. Li presi e li misi sul tavolino in soggiorno, in caso avessimo voluto guardare uno di quelli.
Passai il resto della mattina a mettere in ordine la casa e a preparare tutto l'occorrente per la serata. Mangiai qualcosa di veloce e tornai in camera. Avrei voluto andare a fare una passeggiata, ma aveva ricominciato a piovere, per cui mi sedetti alla scrivania. Presi un foglio bianco e le matite colorate, misi le cuffie e feci partire la mia playlist dei Måneskin.
Non avevo uno schema, o una più minima idea di cosa volessi disegnare. Le mie mani passavano dalla matita nera a quella rossa istintivamente, e io lasciavo fare. Tracciavo linee, le cancellavo, le sfumavo, senza mai soffermarmi su cosa stessi effettivamente facendo. Sembravo quasi posseduta.
Quando terminai il disegno, mi sembrò come di risvegliarmi da un sogno. Posai la matita nera e sollevai il foglio, per vederlo meglio. Era un girasole. Ma non era un girasole normale. Aveva il disco centrale nero e i petali erano completamente rossi. Ma non solo. Da essi colavano gocce dello stesso colore, che andavano a sporcare il disco e lo stelo, anch'esso nero. Lo sfondo era dello stesso colore, ma avvicinandosi al girasole sfumava sempre di più fino a lasciare come un'aura bianca intorno ad esso. Significava qualcosa. Per forza. Forse il sogno di quella notte mi aveva influenzata? O forse era stato Dracula? Non riuscivo a capire... Il girasole mi rimandava a Carlisle, su questo non c'era ombra di dubbio. Ma il sangue...?
Facevo vagare gli occhi sul foglio, assorbita dai miei pensieri. Stavo impazzendo? Quel ragazzo mi stava decisamente influenzando troppo. D'altro canto, ero quasi affascinata da quel suo lato "oscuro" che mostravano i miei sogni, per quanto fossero spaventosi. Ma Carlisle non era così. E nonostante ciò, la mia mente aveva deciso di associare per forza a lui la parola "vampiro". E ne pagavo pure le conseguenze.
Per lo meno il disegno era carino, altrimenti avrei sprecato mezzo pomeriggio per dare sfogo alla mia mente malata senza produrre niente di utile.Posai il foglio, rimisi le matite nel loro astuccio e mi alzai. Dopo aver spento la musica, guardai fuori dalla finestra. Aveva smesso di piovere, e il cielo sembrava si stesse schiarendo. Decisi quindi di fare la passeggiata che non avevo potuto fare prima. Misi le scarpe da ginnastica, presi l'ombrello e il telefono, misi la giacca e uscii di casa.
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Come i girasoli col sole ||Carlisle Cullen
FanfictieVampiri... Mi erano sempre piaciuti. Una figura mitologica così intrigante e misteriosa, che ovviamente non esisteva. E allora perché quel ragazzo me li ricordava così tanto? 27/11/21= 1° in carlisle cullen