Capitolo XIII

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Camminavo a passo svelto sul sentiero che avevo percorso precedentemente, mentre rimuginavo sul come fosse possibile ciò che era appena accaduto. Sembravo veramente così tanto italiana? Cosa mi aveva tradita? Non mi sembrava di aver indossato qualche vestito che avesse potuto ricordare l'Italia in qualche modo, né tantomeno di aver fatto una qualche azione particolare. E comunque non ci si mette a parlare in un'altra lingua a qualcuno solo per delle supposizioni. Allora come cavolo era possibile? Non riuscivo a trovare una risposta sensata a quella domanda, che mi accompagnò per tutto il tragitto verso casa. E poi, come stradiavolo dovrebbe qualcuno "sembrare italiano"?!

Tornata a casa, misi a lavare i vestiti che avevo addosso, sporchi per la caduta di prima, ed indossai dei jeans larghi e una maglietta con una stampa di My Hero Academia. Mentre facevo cuocere il riso per la cena, apparecchiai la tavola e preparai il soggiorno in vista della serata, riordinando i cuscini ed accertandomi che il lettore DVD, Netflix e Disney+ funzionassero correttamente. Cenai velocemente, l'ansia non mi dava tregua. Era il mio primo "appuntamento" con qualcuno dopo tanto tempo, e avevo paura di rovinare la serata in qualche modo.

In quel momento, seduta al tavolo della cucina, la testa appoggiata alla mano, realizzai che tutto quello che era successo con Carlisle era avvenuto nel giro di pochi giorni. Sorrisi amaramente: come ho fatto tante volte in passato, anche in quel momento mi stavo buttando a capofitto in quella... cosa, che nemmeno sapevo cosa fosse veramente. E come tutte le altre volte, ero sicura che sarebbe arrivato qualcosa a rovinare tutto. Magari non avrei neanche dovuto definirlo un appuntamento, ma più una serata in amicizia... Mi venne in mente Emma, e pensai a quanto sarebbe stato più semplice se fosse stata lì con me, se solo i suoi genitori l'avessero lasciata partire. Non avremmo mai dovuto interrompere la nostra relazione, non avrei mai conosciuto Carlisle e adesso non mi troverei a rovinarmi lo stomaco per la tensione.  Sbuffai: perché le relazioni umane devono essere così complicate?! Nella mia testa, chiesi scusa ad Emma, sperando che anche lei avesse trovato un'altra persona a cui interessarsi, e mi ripromisi di scriverle presto.

Finito di mangiare, sparecchiai la tavola e lavai piatto e stoviglie. Le mie azioni erano frenetiche ed inutilmente veloci, ma la mia agitazione era incontenibile. Giravo per la casa alla ricerca di ogni minima cosa fuori posto, non potevo permettere che qualcosa fosse in disordine. I miei occhi cadevano costantemente sull'orologio appeso in cucina, il ticchettio dei secondi che mi rimbombava nelle orecchie. Quando scoccarono le otto, la paranoia prese il sopravvento su di me: e se avesse avuto un imprevisto e non fosse più potuto venire? E se gli fosse successo qualcosa venendo qui? E se avesse semplicemente deciso di darmi buca?

Alle otto e due minuti, il campanello suonò, ridestandomi improvvisamente dai miei pensieri. Corsi alla porta, presi un respiro profondo e la aprii. Davanti a me, Carlisle sfoggiava il suo sorriso angelico, e ringrazio tutti gli dei del cielo che le mie gambe abbiano retto e non sia caduta.

"Buonasera", disse con ancora il sorriso in volto.

"Buonasera", sorrisi a mia volta, per poi farmi da parte per lasciarlo entrare. Improvvisamente, tutta la tensione che mi aveva perseguitata fino a quel momento era svanita, spazzata via dalle buone sensazioni che mi dava il ragazzo. Chiusi la porta alle mie spalle e lo affiancai lungo il breve corridoio.

"Vieni pure, ho preparato la TV in salotto", dissi precedendolo nella stanza.

"Grazie!", rispose entrando e si sedette ad un lato del divano, lasciando lo spazio dove mi sedetti io.

"Allora", iniziai, "le proposte sono: questi DVD, guardare qualcosa su Netflix o guardare qualcosa su Disney+. Questo ci porta ad altre opzioni: passare la serata a scorrere il catalogo di Netflix o di Disney+ insoddisfatti dei film che ci sono, trovandoci costretti a vedere comunque un DVD". Parlai velocemente, senza riuscire a guardarlo in volto: mi sarei sicuramente deconcentrata.

"Ok, allora credo che un DVD sia la scelta migliore", ridacchiò lui sporgendosi sul tavolino.

Si fermò all'improvviso e si voltò verso di me.

"Sai", disse lentamente e con voce bassa, "forse ho un'idea migliore per passare la serata"

Fece un sorrisino e vidi il suo viso avvicinarsi lentamente al mio, fino a che...

"Chiara, ci sei?"

La voce di Carlisle, ora nitida e forte, mi ridestò da quello che, a quanto pare, era stato un incredibile sogno ad occhi aperti. Vedendomi al quanto confusa, sorrise e sollevò un DVD.

"Stavo pensando di vedere "Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban", che dici?", spiegò.

"Scherzi? È il mio Harry Potter preferito!", risposi sorridendo, mentre cercavo di cancellare quelle immagini dalla mia testa. Grazie mille cervello, sempre molto collaborativo vedo. 

"Ottimo allora! È anche il mio!", disse porgendomi il DVD.

Mi alzai e infilai il disco nel lettore, poi feci partire il film. Tornai quindi a sedermi sul divano, accanto a Carlisle ma non abbastanza vicina da toccarlo. Mi sistemai un cuscino dietro la testa e ne offrii uno anche a lui, che rifiutò gentilmente. Quel ragazzo era incredibile, non aveva mai bisogno di nulla...
Incrociai le gambe sul divano, regolando il volume del film mentre le prime scene iniziavano a scorrere sullo schermo.

Come i girasoli col sole ||Carlisle Cullen Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora