9. La Stanza Rossa

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Sophia's pov
C'è qualcosa di strano in quella famiglia, si comportano come sicari o serial killer, non mi piacciono affatto. Per non parlare dei favori che mi chiedono rubandomi il tempo dal mio lavoro.
Infatti mi reco in casa dov'è tutto buio apposta per le foto che si stavano sviluppando. La mia vista pian piano si abitua,lascio cadere lo zaino ai miei piedi per togliermi il peso, tolgo velocemente le scarpe e vado a vedere a che punto sono le foto.
Quelle appese sono quasi pronte, tiro fuori quelle bagnate dalle bacinelle e le appendo nello spazio rimasto. Se vi state chiedendo come è possibile che io viva al buio, sono un vampiro ahhahahahaha bleh bleh bleh.

Risi alla mia scemenza

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Risi alla mia scemenza. Tornai seria.
Chiudo la porta della lavenderia che ormai era diventata la stanza rossa - non pensate male- e cammino stancamente fino alla cucina dove la luce che spuntava tra le persiane è davvero fioca.
Guardo il cellulare e vedo una nuova mail. La mail è del mio capo/collega che mi richiedeva di mandargli le foto che ho scattato alle persone del quartiere francese.
Rispondo:' Buongiorno, le rispondo ora perché sono stata impegnata a cercare i giusti soggetti. Le foto sono al quanto bellissime grazie alla macchina fotografica che mi avete permesso di usare. Ciò che riguarda gli scatti, si sono quasi del tutto asciugati. Entro la serata le mando tutto via mail.
Cordiali saluti,
Sophia White'

Preparo la mia solita tisana con la verbena che quella donna mi aveva dato... Esther... La mamma di Elijah e di Klaus... La mamma 'pazza', così l'aveva descritta elijah.
Mentre l'acqua si scalda mi siedo a guardare la TV, cerco il telecomando ma non lo trovo.
Quando nello schermo vedo riflesso un uomo, mi giro urlando.
Io:<<Klaus! Che ci fai qui! Mi hai spaventata!! >>
Klaus:<<Ciao Sophia>> dice con voce vellutata e misteriosa.
Come è entrato? Come mai non l'ho sentito? Ma le buone maniere!!
Io:<<Come sei entrato? >> sono agitata.
Klaus:<< Hai lasciato la persiana socchiusa... >>
Io:<<cioè mi stai dicendo che sei entrato dalla finestra? Non potevi suonare il citofono? >>
Io:<< poi sono almeno 2 piani Klaus! >>
Klaus:<<se vuoi vado via>>
Mi spiazza.
Io:<<No, no resta però mi hai spaventata. La prossima volta fatti sentire per favore sennò ti potrei piantare un coltello nel petto>> gli sorrido.
Klaus:<<oh fidati che non servirebbe a nulla se non a rovinare ľaffilatura del coltello... >> sorride maliziosamente.
Mi verso l'acqua in una tazza.
Io:<<Ne vuoi un po? >>
Klaus:<<basta che non sia alla verbena >> dice ironizzando.
Io:<<ho i frutti di bosco, mela e cannella, arancia e zenzero... >>
Klaus:<< arancia e zenzero grazie>>
Cala il silenzio per qualche secondo mentre sistemo il pentolino, tiro fuori i biscotti e lo zucchero da mettere in tavola.
Klaus immerge la bustina nell'acqua e dice :<<non dovresti lasciare le finestre aperte sennò qualche canaglia potrebbe entrare e ucciderti >>
Io:<<strana metafora soprattutto quando tu entri in casa mia dalla finestra... >>rido.
Ride anche lui.

Io:<<Allora dimmi Klaus, cosa siete voi? >> la sua faccia diventa cupa

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Io:<<Allora dimmi Klaus, cosa siete voi? >> la sua faccia diventa cupa. Mi spavento.

La vendetta della Fenice |ELIJAH MIKAELSON Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora