Capitolo 72

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Giuro sarà roccia contro il fuoco e il gelo, veglio su di te, io sono il tuo guerriero. –Marco Mengoni.

LENA'S POV:

"Grazie, quanto le devo?" chiedo prendendo la pasta al forno che il cameriere mi ha incartato.

"3,50€"

Gli allungo una banconota da 5€ e ricevo il resto.

"Grazie e buona giornata" dico riposando il portafoglio nella borsa e uscendo dal panificio.

Mi metto su una panchina e mangio velocemente la pasta. Pamela, l'infermiera di mamma, mi ha detto di raggiungerla subito dopo pranzo.

Alzo lo sguardo al cielo azzurro e sorrido, la vita sembra che mi stia finalmente dando i frutti che ho duramente seminato e fatto crescere.

Ho una stabilità economica, un tetto sulla testa, delle amiche che mi vogliono bene per la persona che sono, mamma al mio fianco e l'uomo dei miei sogni che si prende cura di me.

Butto un sospiro di sollievo e continuo a mangiare la mia pasta.

Quando sto per finirla, alzo lo sguardo ai nuvoloni che improvvisamente hanno coperto il cielo meraviglioso e la pioggerellina che inizia a cadere.

Strano...sembrava andasse tutto bene.

Mi alzo dalla panchina e buttando la carta nel cestino, mi metto in macchina e guido fino all'ospedale.

Non vedo l'ora di raccontare a mamma come ho perso la verginità, chiaramente ometterò i dettagli, ma le emozioni sono state così intense che meritano di essere narrate.

Parcheggio e la pioggia inizia a cade incessante...dannazione, non ho neanche un ombrello.

Mi metto la borsa sulla testa e uscendo dalla macchina corro verso l'ospedale.

"Salve!" saluto felice la ragazza all'ingresso.

Svolto a destra e premendo il tasto per l'ascensore, sento il cellulare squillare.

Sarà Efrem?

Pamela? Penso interrogativa leggendo il suo nome.

"Pronto? Sono quasi arrivata" dico aspettando l'ascensore.

"Lena, tesoro..." mormora lei.

Corrugo subito la fronte.

"Qualcosa non va?"

"Purtroppo tua madre ha avuto un altro attacco e..."

"E...?"chiedo spalancando gli occhi portandomi una mano sul petto.

"Il medico ha detto che le rimangono poche ore..."

L'ascensore si apre, ma io indietreggio impaurita...ho sempre saputo che sarebbe arrivato il giorno, ma non così...non quando le cose iniziavano ad andare bene.

Le porte dell'ascensore si richiudono, ma io svolto a sinistra e prendo le scale per raggiungere il piano di mamma.

Vado incontro a Pamela col cuore che palpita e chiedo "Come sta?"

"Credo che sia il caso di chiamare un prete" dice lei facendomi chiudere gli occhi.

"Tesoro, ascoltami..."mormora Pamela posandomi le mani sulle spalle.

"Vai dentro, lei ha bisogno di te adesso"

"Fa troppo male" sussurro con voce tremante.

"Purtroppo il tempo non si ferma, devi essere forte per lei"

Annuisco con la testa asciugandomi delle lacrime che scendono furtive.

"Sì, ho capito"

"Forza, io chiamo il prete. Spero che possa venire in tempo"

Professore scusi, posso amarla?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora