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*NOTE AUTRICE*
State cercando una scrittrice fastidiosa che persevera con i colpi di scena e a cui buttare addosso pomodori e patate? Eccomi! Non avete ancora iniziato a leggere ma già ve lo dico... tutta la sofferenza sarà ripagata!
(Forse)
Vi do un calorosissimo benvenuto in una grossa fetta della mia anima: questa storia!
Dal momento che sono un vero e proprio fenomeno negli aggiornamenti eterni, ho scelto di scrivere interamente la storia prima di mostrarla al publico... e così eccoci qui, al primo capitolo. Non mi sembra neanche vero, visto che ormai l'ho scritto tredici mesi fa. Dal momento che sono imprevedibile come pochi, vi dico (ma non confermo) che la storia è composta da 23 capitoli e che salvo morte, malattia o rapimento alieno, aggiornerò OGNI VENERDÌ (Perché è il mio giorno preferito <3)
N.B. Solo per questa volta aggiornerò anche martedì 7 settembre, perché il primo capitolo è un pò "leggero", sebbene serva a farsi un idea di com'è la vita di Peter.
Allora, parlando della storia vera e propria: vi chiedo di resettare tutto ciò che avete appreso dai film, anche se non mancheranno riferimenti di ogni tipo, così come non mancheranno i riferimenti a "forever and Ever" (la raccolta di one-shot che sto scrivendo). Peter e Tony sono gli stessi, ma la loro storia è ben diversa da quella che conosciamo. Il loro è un percorso piuttosto lungo e insidioso, per cui all'inizio potrà sembrare un pò lento... ma spero vi saprà coinvolgere come ha coinvolto me ogni momento delle mie giornate!
Siete pronti a vivere la storia di Peter Parker? A piangere, ridere, sospirare, piangere ancora, insultare Tony e a non avere mai neanche una gioia?
Se la risposta è sì allora siete degni di "Avrò cura di te"





L'ansia era sempre stata una fedele compagna per Peter, c'erano un trilione di situazioni che non lo facevano sentire a proprio agio... uno sguardo dritto negli occhi; una battuta; un saluto per strada; un compito in classe (sebbene non avesse mai dubitato del proprio – perfetto – andamento scolastico); un gesto cortese; subire il trattamento scortese che gli serbavano i compagni di classe; indossare una giacca più elegante del solito; soffiarsi il naso nel bel mezzo di una stanza affollata di gente silenziosa...

Ma quel giorno in particolare, era certo che l'ansia l'avrebbe ucciso quanto prima.

Aveva passato l'intera notte insonne ed era finito col passare le lezioni in coma... non fosse stato per l'atteggiamento logorroico che aveva assunto Ned quella mattina, sarebbe sicuramente finito con lo schiantarsi sul banco e dormire per tutto il tempo.

<< Ma quindi? A che ora ti devi presentare lì? >> Peter si stropicciò gli occhi lanciando uno sguardo sofferente al proprio amico: era già la terza volta che tentava di porgli quella domanda. Abbassò lo sguardo e finse di ignorarlo... chissà se l'avrebbe capito – prima o poi – che a Peter metteva una certa ansia parlare durante le lezioni... e in particolare parlare di argomenti che lo avrebbero messo in agitazione anche fossero stati soli. Ned si beccò un pezzo di gesso in testa per la quarta volta, e chinò istintivamente gli occhi sul proprio quaderno di geometria.

<< Leeds! La prossima volta che apri bocca ti arriverà in testa l'intera lavagna. >> e per quanto in quella voce ci fosse una nota divertita dalla propria battuta, Peter era certo che il professor Thompson non avrebbe esitato a mantenere fede alle proprie parole.

Ma in fin dei conti era un po' grato a Thompson, nonostante solo dieci minuti prima quel gessetto se l'era beccato in testa Peter stesso, assieme alla minaccia di una punizione. In parte sentiva di aver commesso un gran bel errore ad aver rivelato i propri piani per quel pomeriggio al suo amico... dopo quindici anni che lo conosceva, ancora non aveva capito di dover tenere Ned fuori dalle faccende complicate e... soprattutto top secret??? Anche perché era abbastanza certo che il suo amico, oltre a non saper mantenere la calma, non sarebbe stato neanche in grado di dare buoni consigli.

E quel giorno di consigli utili glie ne servivano parecchi... anzi, forse un miracolo sarebbe stato più appropriato!

Peter non badò molto a ciò che restava della lezione, utilizzò il tempo che lo separava dalla campanella per socchiudere gli occhi in cerca di una sorta di pace interiore...

Avrò cura di teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora