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///chan pov///

16;30, ero come al solito allo skate park è ormai era passata più di un'ora di chiamate e spam al cellulare di jeongin.

«hyung, starà semplicemente dormendo, ieri siete andati a letto tardi» ovviamente avevo già raccontato tutto a minho e changbin anche se i loro "amici" gli avevano già detto tutto.

«voglio andare a casa sua, in ogni caso non mi fido» ormai avevo deciso di voler andare a casa yang anche dopo tutti i discorsi dei miei amici.

presi lo skate e iniziai a percorrere la discesa che avevo già memorizzato dalla prima volta, cioè due settimane fa.

in queste due settimane era diventata una cosa normale trovarci puntuali alle 15:30, subito dopo scuola, a provare qualsiasi cosa dall'ollie a fare cazzate giù per la grande discesa che distava la scuola e la casa del più piccolo.

jisung e il resto del gruppo di jeongin avevano avuto una ricerca di gruppo fra di loro (felix, jisung e seungmin).

hyunjin aveva iniziato a fare parte del gruppo ma a quell'ora lui aveva le sue prove di ballo con il suo team di hip-hop.

ormai ero davanti casa yang nel mentre che iniziai a seminare i miei due amici che avevano iniziato a seguirmi.

la signora yang mi aprii e senza fare domande entrai dentro casa precipitandomi in camera di jeongin che sapevo a memoria.

mi sentii un cretino vedendo jeongin tranquillo nelle braccia di morfeo con un pagno bagnato in fronte.

«ah- jeongin oggi non si è sentito bene e ha deciso di rimanere a casa, mi ha detto di avvisarti ma non ho il numero di nessuno di voi» sua madre si rivelò molto gentile con quelle parole.

mi sedetti sul bordo del letto accarezzandoli una guancia che durante il sonno divenne più paffuta.

«ma dimmi- chan giusto?» annuii nel mentre che continuai ad accarezzare il viso del minore.

«ti piace mio figlio per caso?»

sobbalzai a quella domanda, così tanto che riuscii a toccare jeongin che si svegliò aprendo un occhio per poi cadere dal letto.

«a-ah, ciao jeongin» la sua espressione confusa mi fece ridere teneramente nel mentre che lo aiutavo a rialzarsi da terra.

«sono passato a vedere come stai, ora devo andare» gli rimisi le coperte dopo aver notato che la sua fronte fosse bollente.

«se ti annoi o hai bisogno di qualcosa scrivimi»  dissi prima di essere accompagnato all'uscita dalla madre che intanto aveva un sorriso insolito.

«chan, prima che tu te ne vada-» mi girai per guardare la signora «prenditi cura del mio bambino e sappi che ti accetto» la donna gli fece un occhiolino prima di chiudere definitivamente la porta.

chan sorrise dolcemente a quelle parole recuperando lo skate e uscendo dal giardino yang.

«quindi? cos'è successo?» changbin mi saltò addosso.

«non è successo niente- andiamo a finire di allenarci»

skate [ j e o n g c h a n ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora