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HARUKI'S POV:

8.00

E' il momento di prepararsi per il primo giorno di università. Se ieri la mia ansia era a mille ora è ad un milione. Almeno ho la fortuna di avere già una persona che conosco che va alla mia stessa scuola, nonché Hiro. Devo vedere il lato positivo: sicuramente sarò più avvantaggiato di molti altri sprovveduti che non conoscono ancora nessuno. Ma non credo che incontrerò qualcuno col mio stesso carattere, quindi alla fine sono svantaggiato come gli altri. Non importa, io vado all'università per studiare, non per fare amicizia. Gli amici non sono così importanti dopotutto. Sono sempre stato da solo, tranne quando alle elementari conobbi un ragazzo molto simpatico. Fu l'unico a rivolgermi parola. Tutti i miei compagni mi lasciavano sempre in disparte perché mi ritenevano quello "strano" solo per il fatto che non parlavo molto e che avevo già un telefono all'età di sette anni. Un giorno, mentre stavo giocando ad un videogioco durante la ricreazione, un bambino dell'aula accanto entrò nella mia classe e vedendo che ero l'unico rimasto seduto quando gli altri erano in corridoio a rincorrersi, iniziò a parlarmi.

Flashback...

-Ciao! –

-....-

-Ehi? Mi senti o sei sordo? –

-....-

-Non puoi parlare? –

-No –

-A ma allora la voce ce l'hai! Che ci fai qui da solo? –

-E tu? –

-L'ho chiesto prima io! –

-Sto giocando. Tu? –

-Io sono venuto per fare uno scherzo ad un mio amico. A che giochi? –

-Non lo conosci –

-Non so, dimmi il nome -

-Subway Surf –

-Oh sì che lo conosco! Il mio fratellone ci gioca sempre. Fammi provare –

-No –

-Lo dico alla maestra! –

-Va bene, tieni –

-....WOW ma è stra forte! Hai visto che bravo che sono? Scommetto di essere più bravo di te –

-Non m'interessa –

-Mh, come ti chiami? –

-Yamamoto –

-E non hai anche un nome? –

-Perché? –

-Perché se ti vedrò ancora voglio sapere come ti chiami –

-Ok...Haruki –

-Io sono Akai Yoshida. Domani a ricreazione fatti trovare qui. Ciao ciao Yamamoto-Kun! –

Presente...

Fu da quel giorno che iniziammo a vederci ogni giorno durante l'intervallo durante il quale gli mostravo sempre nuovi videogiochi e glieli insegnavo. Diventammo ben presto amici. Alle medie ci ritrovammo in classe insieme e perciò cominciammo a legare ancora di più. Eravamo compagni di banco, stavamo insieme non solo alla ricreazione ma anche a pranzo e certi pomeriggi lo aiutavo a studiare siccome era negato. Ma alla fine ero sempre io quello a ripetere gli argomenti, lui aveva sempre la testa fra le nuvole. I suoi voti migliorarono, ma di poco. Però lo vedevo contento lo stesso. Ma purtroppo alla fine delle medie ci separammo. In base alle voci che giravano in giro, era andato a studiare in Russia perché suo padre voleva che imparasse il russo dato che la definiva "la lingua del futuro". Infatti una volta Yoshida-Kun mi aveva parlato di quanto suo padre fosse esigente con lui, ma non avrei immaginato che lo potesse diventare fino a questi livelli. Aspettavo ogni giorno che il mio amico mi contattasse, ma non lo fece. Non seppi mai il perché...Lui era l'unico amico che avevo e quando lo persi ne sentii la mancanza. Questo è anche il motivo per cui alle superiori decisi di non legare con nessuno. Avevo paura di essere abbandonato ancora. Infatti ora sto molto meglio perché sono sicuro che non dovrò più soffrire per qualcuno, ma adesso che ho pensato a lui mi è salita una grande tristezza. Ora basta, è inutile rimuginare sul passato. Bisogna guardare avanti. Almeno grazie al pensiero dei giorni felici passati con Yoshida-Kun, mi sono rilassato un po' e mi è passata parte dell'ansia che avevo. Ma sono ancora un pochino agitato. Scendo in cucina e mi ritrovo davanti la colazione pronta. Inizio a mangiare velocissimamente. –Allora ti piace vedo – Commenta Hiro.

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