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HARUKI'S POV:

Venerdì pomeriggio...

E' passato un mese da quella notte, nonché dalla morte di Akai. I poliziotti mi avevano interrogato e io naturalmente ho detto tutta la verità. Dopo una settimana dall'accaduto sono riusciti a trovare i due colpevoli, che intanto erano scappati di casa e stavano fuggendo. I poliziotti sono riusciti a mettersi in contatto con il padre del mio amico, il quale, dopo essere venuto a conoscenza di tutto, aveva cominciato a dare la colpa a se stesso per ciò che era successo a suo figlio. L'ho conosciuto e mi ha ringraziato per averlo aiutato e si è scusato con me per non avermi dato la possibilità di parlare con il mio amico per tutti quegli anni. Akai è morto il giorno dopo essere stato trovato. I medici avevano detto che le se condizioni erano instabili, ma io pensavo che ce l'avrebbe fatta. E' sempre stato una di quelle persone imbattibili, forti e che non si aspetterebbero mai avvenimenti del genere. Suo padre continua a darsi la colpa, ma sono io ad avere avuto l'idea di fargli abbandonare quel circolo e di dare loro dei soldi. Se non mi fossi intromesso, se quel giorno non lo avessi visto parlare con quei due tizi, ora sarebbe qui con me. E' tutta colpa mia. Ero così felice perché dopo tanto tempo avevo rincontrato il mio migliore amico e ora l'ho perso di nuovo. Lui non si meritava niente di tutto questo, era una brava persona. Io mi chiedo come mai al mondo le cose più ingiuste avvengano alle persone che non se le meritano minimamente. Almeno quei due ragazzi sono finiti in riformatorio...un po' di giustizia c'è stata. Ovviamente ho partecipato al suo funerale con anche Hiro e la mia famiglia. C'era pure Kita. Da quel momento sono sempre rimasto in camera da solo. Non avevo più nessuno con cui scherzare, con cui parlare, con cui fidarmi...nessuno. Ho soltanto Hiro ora, ma con lui non sono a mio agio come lo ero con Akai. Mi manca. E' passato un mese e non sono ancora riuscito a superare la sua morte. Mi fa così strano che non ci sia più. Ad un certo punto sento il campanello suonare. Non ho voglia di vedere nessuno per cui faccio finta di non esserci. –Haru, lo so che sei lì. Sono Hiro, dai apri –

-No – Nonostante io non mi sia mosso, ecco che me lo ritrovo davanti. –Ma come? –

-Ho fatto una copia della tua carta –

-Non sai proprio rispettare la privacy altrui, eh? –

-Devi smetterla di avere questo umore. E' da un mese ormai che sei così. Mi fai entrare una volta ogni tanto, ma tra poco non parli più neanche con me. Poi non sei più tornato a casa il fine settimana. Sono preoccupato –

-Lo so che a te non fregava niente di lui, ma per me era il mio migliore amico –

-Haru, è normale essere in lutto, ma non puoi passare il resto della vita infognato in questa stanza. Devi andare avanti, devi studiare, trovarti un bel lavoro e passare del tempo con me e con la famiglia. Sono sicuro che il tuo amico non vorrebbe che ogni volta che pensi a lui ti scenda una lacrima. Ricorda i momenti felici che avete passato insieme e prova a sorridere. Anche lui vorrebbe che tu vada avanti con la tua vita –

-Ma io non ce la faccio senza di lui –

-Sì invece, se vuoi ce la fai. Non ti sto dicendo di dimenticarlo, ma di pensare anche a te stesso. Non si può ritornare nel passato e cambiare quello che è successo. Ma devi pensare al presente e al futuro. Ora andiamo a fare una passeggiatina così prendi un po' d'aria, ok? –

-Sì... - Mi preparo velocemente ed esco dal dormitorio. –Sei dimagrito? – Mi chiede. –Probabile – Rispondo

-Devi prenderti più cura di te stesso. Ti porto a mangiare qualcosa di buono –

-Il gelato? –

-Mh, io stavo pensando ad un'altra cosa in realtà, ma va bene! – Dice con un ghigno e facendomi l'occhiolino. –Pervertito – Andiamo verso una gelateria e mi prendo tre coni con cioccolato e nocciola, mentre Hiro si prende il solito. –Avevi proprio fame vedo! – Commenta. –Sì –

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