capitolo 12

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Seduta sulla sua sedia di plastica, aveva la schiena inarcata, il camice bianco era appoggiato sulle sue spalle, come se fosse una coperta, il cartellino in plastica trasparente si trovava sulla scrivania e al suo fianco c'erano fogli e cartelle di cartone/plastica marrone, sparsi ovunque, alcuni si trovavano sul pavimento.

Teneva la testa appoggiata sulla mano, dormendo. Mi avvicinai a lei, lasciando il caffè che avevo preso, sulla scrivania, facendole il solletico con la matita che avevo in mano, facendola definitivamente svegliare.
Si guardò intorno, poi me e infine allargò gli occhi, rendendosi conto in quel momento che si fosse addormentata e non aveva finito il lavoro. Mi sorrise imbarazzata, per poi iniziare a sistemare quel casino, ma per errore di distrazione, fece rovesciare il caffè sulla scrivania e maggior parte dei fogli.

Sbuffò arrabbiata, per poi prendere dei fazzoletti e iniziare a pulire, prendendo e passando più volte sullo stesso punto, con tanti fazzoletti così da togliere la macchia di caffè, ma lasciando l'odore sopra.

"Kry, amore hai passato una notte in bianco? Potevi chiamarmi mi sarebbe piaciuto farti compagnia". Le feci l'occhiolino sorridendo.
"Scusami amore, sistemerò tutto in pochissimo tempo". Mi sedetti al suo fianco, buttando quei fogli, prendendone altri e una penna, iniziando a compilarli, con tutte le informazioni dei pazienti.
"Amore non c'è ne bisogno, faccio io". Provò a fermarmi, io le diedi uno schiaffo giocoso sulla mano.
"Voglio aiutarti, ma anche capire perché non hai dormito".
"Il mio cellulare non ha smesso di suonare neanche un istante, erano numeri sconosciuti e mi hanno tenuta sveglia tutta la notte".
"Potevi semplicemente spegnere il cellulare".
"E se avesse chiamato mia madre?"
"Il giorno dopo le avresti spiegato il motivo".

Lavorammo insieme per dieci minuti e Krystel non fece altro che sbadigliare e provare a non addormentarsi. Misi a lato i fogli che avevo scritto, per poi prenderle la mano e farla alzare da lì, portandola verso destra, dove ci trovammo davanti ad una porta.

La aprii, facendole vedere il magazzino che avevo. Era un po' polveroso e pieno di scatoloni, ma la parte più importante in quel momento, era un materasso morbido blu scuro.

"Quindi questo è uno sgabuzzino, io pensavo fosse un secondo bagno". Disse Krystel, cosa che mi fece ridere.
"Cosa te ne fai?" Mi chiese.
"Qui ci metto gli scatoloni delle medicine, comunque puoi riposarti qui".
"E dove?"
"Sul materassino".
"E tu a lavoro?"
"Posso farcela, prima di te non aveva nessun assistente".

Si mise sul materasso, solo dopo averlo pulito un po'. Si tolse il camice, arrottolandolo così da fare spessore e trasformarlo in un cuscino. Le presi il cellulare, così che potessi controllare io le chiamate e nessuno le dia fastidio, mentre si sistemava meglio, trovando la posizione giusta.

"Ti prometto che farò meno rumore possibile".
"Grazie amore". Si alzò solo per darmi un bacio.
"Ti sveglio per mezzogiorno così pranziamo insieme?" Le chiesi e lei annuì.
"Facciamo due tost, io al prosciutto e tu bresaola?"
"Va bene".

Mi alzai, chiudendo lentamente la porta, così da non fare troppo rumore, ritornando a sistemare le cartelle cliniche e aspettando il prossimo paziente.

Buongiorno💞
Povera Krystel, posso solo immaginare come si senta. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere con un commento🥰

Vi amo 3000❤

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