Capitolo 13: "Respinto"

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 "It's all a dream to me now"

"È tutto un sogno per me adesso"

Questo atterraggio era stato decisamente meno intenso dell'ultimo, anche se Tony si basava sui racconti che Steve gli aveva dato. Per lui, l'ultima volta era stato un dolore acuto e poi si era svegliato a casa di Lula e Rick, giorni dopo. Questa volta rimase cosciente, avvolto nel bozzolo protettivo delle braccia di Steve. Caddero su una superficie dura e per un momento rimasero sospesi in un silenzio teso.

E poi il dolore lo colpì.

Il suo corpo impiegò un momento per registrare la perdita dell'elettromagnete, ma poi il suo battito cardiaco iniziò un selvaggio sovrautilizzo, e si accasciò tra le braccia di Steve, lottando per prendere fiato mentre il suo corpo andava in tilt. Tutto il sangue defluì dal viso di Steve, ma fedele alla sua parola, poggiò Tony delicatamente sul pavimento e si precipitò verso il cassetto. La vista di Tony si offuscò e tutto ciò su cui riusciva a concentrarsi era il martellare nel suo petto, i brividi acuti di dolore che lo tormentavano. Le mani gli toccavano il petto, lo spostarono bruscamente, poi gli presero il viso.

Il suo battito cardiaco rallentò. Ci volle un po', ma il suo respiro tornò, la sua vista si schiarì e riuscì a vedere il bagliore blu del reattore nel suo petto. Premette una mano su di esso. Grazie a Dio. Era stato la volta più veloce a toglierlo. Se non fossero atterrati qui - Thor o non Thor – non ci sarebbe stato abbastanza tempo.

Quando Steve lasciò la presa con attenzione, Tony sbirciò dal pavimento e il suo cuore cantò di gioia alla vista del laboratorio. Le luci erano fioche e le finestre buie, ma il pavimento era coperto di carte e contenitori vuoti di cibo thailandese, e tutte le penne di Tony erano sul pavimento. I suoi robot erano ai loro caricatori, U ancora ricoperto di macchie di frullato blu.

"Ce l'abbiamo fatta?" Steve chiese con una dolorosa speranza ad incrinargli la voce.

Tony si alzò e fece un giro per la stanza. Tutto sembrava a posto; tutto sembrava esattamente come l'aveva lasciato tre mesi prima. "JARVIS?" provò.

"Sì, Signore?"

Il sollievo inondò lo stomaco di Tony. "J, fai una scansione. Steve ed io siamo nell'universo giusto?"

JARVIS fece l'equivalente elettronico del mormorare. "Non ho accesso a nessun test o scansioni che rivelerebbero un viaggio dimensionale, tuttavia, le sue scansioni non mostrano differenze significative dal normale, oltre ad un preoccupante cambiamento della percentuale di grasso corporeo e massa muscolare."

Tony si avvicinò al suo computer e accese lo schermo. Tutto era come l'aveva lasciato. Non c'era modo che potesse essere una coincidenza - erano a casa. Si rivolse a Steve con un sorriso. "Ce l'abbiamo fatta."

Steve ricambiò il suo sorriso, poi fece i pochi passi in avanti necessari per avvolgere Tony in un abbraccio. Si strinsero per un lungo momento, godendosi la sensazione di libertà.

"Wow. Sto interrompendo qualcosa?" Si separarono e si voltarono verso la porta come se fossero uno solo, per affrontare Clint. Aveva in mano un ghiacciolo e li fissava con le sopracciglia inarcate.

"Clint, oh mio Dio, non posso crederci." Steve inciampò nella stanza e strinse Clint nel suo abbraccio. Clint fece uno sbuffo di sorpresa, catturò lo sguardo di Tony e gli diede uno sguardo significativo di confusione, poi tossì. Spinse via Steve.

"Buon Dio, puzzi! Sei atterrato in qualcosa nelle fogne? Cavolo amico, fatti una doccia."

"La fogna... cosa?" Steve si voltò per affrontare Tony, la fronte aggrottata per la confusione e improvvisamente, tutto scattò a posto.

Lost Together- Traduzione StonyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora