AGOSTO

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Dopo la grandiosa gita in elicottero del mio compleanno, che ci aveva fatto passare tre giorni in una casa privata noleggiata per l'occasione, dove ero stato a mollo così tanto in piscina quanto nel letto della mia stanza con l'ideatore del tour, avevo proibito a Kacchan di combinare altre scappatelle improvvisate.

Non contando il suo regalo, un orologio incredibile che, come minimo, aveva lo stesso valore di una moto nuova di zecca. E terrorizzato com'ero dal perderlo, romperlo o di farmelo rubare, lo avevo provato solo una volta e poi rimesso in scatola, lasciandolo sul mio comodino.

Agosto era arrivato in un baleno, ed ero stato preso sia dai preparativi per il matrimonio di mamma, sia dai progetti universitari. E come me, anche kacchan.

"E se andassimo al mare?" mi disse una sera.

Izu: scordatelo! Conoscendoti mi trascineresti nuovamente all'estero. Magari alle Hawaii.

Kat: lo sai che è un'ottima idea? Prenoto il volo.

Seguì una litigata di mezz'ora per quell'idea che si era fatto venire. Ancora non mi prendeva seriamente quando gli dicevo che non mi interessava andare lontano, mi bastava essere con lui. Alla fine, esausto dal tentativo di persuaderlo, decisi che se proprio dovevamo andare, avrei scelto io il luogo. E lui non lo avrebbe saputo fino all'arrivo.

Aiutato da Hitoshi, il 12 agosto, partimmo per Okinawa. Non il centro ovviamente. La nostra meta, era una delle isolette vicine meno frequentate. Ci volle un sacco per arrivare, dovemmo cambiare un casino di traghetti e barche e farci persino dare un passaggio da un peschereccio.

Kat: perché cavolo non mi avete detto di noleggiare una barca!

Sho: sono d'accordo con Katsuki. Avremmo fatto prima in quel modo.

Io ed Hito ce la ridevamo alla grande.

"E dove sta il divertimento del viaggio?" gridammo noi.

Ero davvero soddisfatto di poter dare una piccola punizione al mio ragazzo ricco che non aveva idea di come fosse affrontare un viaggio per noi comuni mortali. Arrivati in cima alla salita dell'isolotto, ci aspettava il nostro alloggio. Una casa all'antica, in parte dismessa, ma con un rigoglioso giardino e orticello che s'intravedeva grazie alla staccionata rotta.

Hitoshi, suonò il campanello ed una signora anziana venne ad accoglierci.

"si, desidera?" chiese la vecchietta.

Hito le prese gli occhiali che portava appesi al collo e glieli mise sul naso.

"Hitoshi! Nipote mio!" fece la signora mentre Hito scoppiando a ridere, ricambiò il saluto.

Hito: ciao nonna! Diventi sempre più giovane!

Scherzò.

"tua nonna?!?" fecero sorpresi i nostri ragazzi.

Hito: certo! Credevate vi avremmo portato in albergo? Ebbene, sappiate che sperimenterete una reale vacanza giapponese. Per persone comuni.

Entrati, si respirava tutta un'altra epoca. Mi piaceva la casa della nonna di Hito, era un posto pieno di ricordi.

Hito: Nonna, ricordi Izuku?

Non: certo che me lo ricordo! È come se fosse un'altro nipote! Siete sempre assieme come quando eravate più piccoli.

Izu: È bello rivederla signora Tara.

La salutai col suo nome. Anche se potevo solo dire nonna, lei preferiva così. Infatti mi riprese per non averlo fatto.

Hito: ah, e poi questo biondo è Katsuki, un mio amico e lui...

Prese shoto e lo trascinò vicino alla nonna per farglielo vedere bene.

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