Spero che un giorno capirai che mi hai uccisa, e spero che ti sentirai in colpa per questo, perché te lo meriti.
Si, sono io la debole.
ma giuro che se sarà necessario farò in modo che tu sappia del mio funerale, e che tu venga a vedere la bara aperta e mi guardi in faccia, guardi la faccia che una volta tanto amavi, o tanto dicevi di amare.
Voglio che guardi le labbra scure e il viso pallido, voglio che guardi i capelli scoloriti e il modo in cui sarò vestita. Ricordalo, perché farò in modo che sia esattamente come era vestita quando ci siamo detti "ti amo" per la prima volta.
Guardami bene e mettimi un fiore sul petto.
Ricordati che nel mio petto il cuore batteva anche per te.
Guardati attorno, sarai l'unica persona vestita di nero, tutti avranno abiti colorati, sai?
Ti immagino con un ombrello. Immagino la pioggia.
Banale, si.
Appena saremo usciti la bara sarà chiusa.
Sarà un legno scuro, e gli verseranno sopra del caffè.
Diranno le solite cose, che mi volevano bene. E tu cosa dirai?
Leggimi una poesia.
mi leggerai una poesia, e quando tutti se ne saranno andati piangerai. Le ginocchia per terra, ti sporcherai. Le lacrime si confonderanno con le gocce di pioggia. La mia lapide, non te la saresti mai immaginata, eppure non riesci ad ammettere che è fatta bene, è esteticamente davvero bella. Poserai l'ombrello a terra, volerà via per colpa del vento.
Ti metterai a piangere in modo disumano dando pugni alla pietra con il mio nome sopra e solo allora, solo allora, quando le tue nocche saranno piene di sangue ti fermerai, appoggiando il viso su quella pietra fredda e gridando solo che ti dispiace. Che ti dispiace di non aver fatto abbastanza, di non essere stato abbastanza, di non avermi amato come meritavo. Perché quando quel giorno arriverà, io sarò lì dietro di te e ti guarderò. Avrò un'aria spenta, vuota, assorta, eppure ti guarderò.
"Ti amo, ti ho sempre amata e ti amerò per sempre."
La voglia di fumare sotto la pioggia. L'accendino nella tua tasca, non sei mai riuscito a separarti dal fumo, fai proprio pietà.
Le mani che tremano e tu, bagnato e solo. Bagnato di vino bianco, di pioggia, di lacrime.
Vicino alla mia lapide non c'è nessuno.
Nulla ti ferma.
"Ti amo"
Vivi per me, muori per me, è la stessa cosa, vero?
L'accendino è debole, fai fatica ad accenderlo. Lo vuoi davvero? Davvero lo vuoi?
Ti avvicini alla mia lapide, hai freddo, hai paura.
Le unghie sono pulite, vuoi sporcarle della terra sotto si tuoi piedi, tuffarti con me in quella bara di legno scuro, che sa di caffè e pagine vecchie.
Vuoi farlo davvero?
Ricordati il mio viso.
Ti piacevano tanto i miei occhi quando erano aperti.
Ti piacevano tanto le mie labbra, ne immaginavi il sapore, ricordi il lucidalabbra alla ciliegia?
Ti piaceva il mio naso all'insù, e adoravi il colore rosso che l'estate dava alle mie guance.
Volevi vedermi senza vestiti, ma lo ammetti, amavi la mia cura nel scegliere gli abiti, amavi le combinazioni.
Tu hai paura. La sento, la fiuto anche da qui.
Lo sento, non farlo.
Ti dispiace. Sei in torto. Ti senti in colpa.
"Ti amo."
Sei sicuro? Non amarmi a tal punto. Dì che mi amavi non amarmi più.
Non solo l'accendino è freddo. Non è il mio corpo, è quel grilletto.
La mia lapide sa di te, la mia lapide ha il tuo profumo.
"Posso aggiustare tutto"
Sento ancora il dolore al petto.
Chiudo gli occhi, non voglio vedere.
"Ciao"
"Ciao."
"Siamo qui insieme, come sei bella."
"Non mi è mai piaciuto il colore rosso su di te. Non ti dona, non sta bene sulla tua pelle."
"E adesso?"
"Non lo so."
"Stiamo ancora pensando?"
"Non credo"
"Ti amo"
"Si, mi ami"
Me ne rendo conto, ora lo so. Il senso di colpa è svanito. Come è svanito tutto.
Il buio.

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𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒂 𝒃𝒍𝒖, 𝒍𝒖𝒄𝒊 𝒈𝒊𝒂𝒍𝒍𝒆.
PuisiStanza blu, luci gialle è una raccolta di scritti, tra poesie e piccole storie, che ritengo semplicemente come un pretesto per sfogarmi, ascoltando musica bei tempi morti. Sarei felicissima, se sapessi che qualcuno può ritrovarsi in ciò che scrivo...